Capitolo 33-Castello di Carte.

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Gli altri due giorni non ha neanche senso raccontarli, poiché il massimo che abbiamo fatto fu una gara a chi si scolava più alcool, con Zero come vincitrice.
Il quarto giorno fu liberatorio.
Io: ragazzi, io vado da D oggi, devo sbrigare faccende varie e blablabla. Non so per quanto tempo terrestre starò via, comunque, se vi serve qualcosa, sono laggiù. Amore, andiamo?
Jeff: cosa vuoi che succeda?
Io: non mi far parlare.
Toby: si tesoro. Prendo i piccoli e andiamo.
Io: bene. Pupp, Lucas, Zero, LJ, Jane... Chi manca di demoni?
Lucas: mancherebbe... Liu.
Io: ah. È ora che vado a parlarci. Voi andate, vi raggiungo fra qualche istante. Amore, lascia i bambini a Matteo e Michelle, sono i più affidabili che conosciamo laggiù.
Rouge: se li tenessimo io e Nina?
Toby: sarebbero, senza offesa piccoli di papà, un peso in meno.
Io: aggiudicato. Sorellona cara, se so che li hai riempiti di dolci ti uccido. Nina, vale anche per te.
Zero: vi occupate anche di Natalie e Jeff?
Jeff: ecco, mi ci mancava questa.
Nina: terremo tutti e quattro i bambini fuori dai casini.
Io: eccellente. Andate, vengo subito. Ah, Masky, Hoodie, penso lo sappiate già.
Masky: sisi ha informato anche noi. Ci vediamo giù bambina.
I ragazzi scomparvero, lasciandomi all'inizio delle scale con tante parole in bocca e le farfalle nello stomaco.
Jeff: vengo con te. È sempre mio fratello.
Io: sei proprio buono.
Jeff: mai quanto te.
Io: beh, forza e coraggio.
Salimmo le scale, girammo a sinistra e arrivammo alla penultima porta sul lato sinistro del corridoio.
Bussai dolcemente.
Io: possiamo entrare?
Liu: andatevene.
La voce era smorzata dalle lacrime e dall'eco nella stanza.
Io: Liu... Ti prego.
Liu: ho detto che ve ne dovete andare!
Sentimmo qualcosa sbattere violentemente sulla porta, poi un lamentoso pianto.
Jeff: basta cazzeggiare.
Jeff diede un calcio alla porta, che avevo aggiustato due giorni prima, spaccando il pomello.
Io: fantastico. Grazie del lavoro extra amico mio.
Jeff: oh andiamo, ci penso poi io.
Io: lo dicevi anche della tua porta. È ancora rotta.
Jeff: possiamo occuparci della questione Liu?
Io: pff.
Entrammo, facendoci strada nell'ombra tra fazzoletti spiegazzati e vetri rotti.
Io: è passato un camion per le demolizioni e non mi avete detto nulla?
Jeff: oh beh, se è per questo anche delle donnicciuole piagnucolanti. Guarda la quantità di fazzoletti.
Liu: non sei affatto spiritoso.
Jeff: si che lo sono. Se ti consola, sono anche molto più bello di te.
Liu: confortante, davvero. Cosa volete?
Jeff: io ti ho portato un biscotto, se caso mai avessi fame...
Liu: poggialo sulla scrivania...
Il ragazzo si girò verso la scrivania, dove trovò una montagna di cibo andato a male.
Jeff: Liu, non hai mangiato nulla di quel che ti ho portato?
Liu: non avevo fame.
Il ragazzo era accucciato sotto il davanzale della finestra, con una coperta nera attorno alle spalle e un pacco di fazzoletti tra le cosce.
Mi avvicinai a lui e, una volta inginocchiata al suo livello, appoggiai la mano sul suo volto, alzandolo pian piano.
Io: manca davvero tanto anche a me. Ma sono sicura... Sono sicura che sta per tornare.
Liu: cosa ti dà la sicurezza che non l'assolveranno?
Io: due lettere: D e M.
Liu: sì ma-
Io: senti. Se vuoi stare tutto il giorno ad autocommiserarti, ripetendoti che se fossi stato più vigile non sarebbe mai successo nulla, fai pure. Ma se invece hai intenzione di combattere per riottenere la tua ragazza, beh, allora alzati cazzo.
Liu: cosa dovrei fare poi? Sono completamente spaesato.
Io: vieni alla riunione dei demoni che ha indetto D. Possiamo tirar fuori l'argomento e discuterne. Magari, ci farà anche assistere al suo giudizio.
Liu: sei sicura funzionerà?
Sorrisi.
Io: assolutamente no. Ma pensi che il piangere tutto il giorno senza mangiare né dormire sia più utile?
Liu: va bene, verrò. Quand'è?
Io: adesso. Siamo anche in ritardo.
Liu: ma sono un casino.
Jeff: oh no, sei proprio così.
Liu: se tu avessi metà del mio fascino, saresti Brad Pitt.
Jeff: sentitelo, gli basta un discorso incoraggiante e si crede Raul Bova.
Liu: sempre meglio che con quei brutti capelli come te.
Jeff: ma hai visto il tuo naso?
Liu: ma tu invece-
Io: OH! BASTA UN PO'! Ho detto che abbiamo fretta e voi litigate come bambini? Essù, serietà! Almeno fate finta!
Liu: hai ragione.
Si pettinò al volo, si rinfilò una maglia nera e, sistemate le scarpe, mi portò nell'Ade.
Io: pronto?
Liu: sì. Mi... Mi stai vicino?
Gli presi una mano, dolcemente.
Io: certo!
Lo portai nella sala del trono e poi da lì, nello studio di Pupp.
Io: salve a tutti.
D: ovviamente in ritardo.
Io: chissà mai da chi ho ripreso!
D: fortunatamente avevamo appena iniziato.
Io: fortuna eh. Allora, diteci tutto.
Toby: principalmente stiamo decidendo i piani di sicurezza della casa.
Io: cosa avete deciso?
Lucas: che andrebbero utilizzati nuovi metodi, poiché quelli che già abbiamo non sono sufficienti.
Pupp: tu hai idee?
Io: non saprei...
Liu: si potrebbe utilizzare un fantoccio...
D: cosa?
Il ragazzo parlò così a bassa voce che neanche io vicina a lui capii qualcosa.
Toby: è interessante questa idea. Spiega meglio.
D: di che state parlando?
Toby: di un fantoccio. Personalmente vorrei saperne di più, dai, non fare il timido.
LJ: dai ragazzo.
Liu: quando io e Jeff eravamo piccoli, spesso utilizzavamo dei fantocci nei letti, così da poter uscire di notte. Potrebbe essere un'idea creare una pista alternativa, dove chi volesse attaccarci sarebbe intrappolato.
Sland: come pensi di attuare questo piano?
Il ragazzo si avvicinò cauto al tavolo, prese un foglio e un pennarello rosso e iniziò a scarabbocchiare.
Quando mi misi al suo fianco, lo vidi sorridere.
Liu: questa qui è casa nostra e quest'altra la via con il bosco che conduce ad essa. Se noi creassimo, da tutt'altra parte del mondo magari, una  casa identica con uno stesso identico bosco, ovviamente lasciando tracce visibili, la casa vera sarebbe... Al sicuro.
Hoodie: è un ottimo piano. Che però ha un problema enorme.
Liu: cioè?
Io: Jill.
Liu: Jill? Che ha fatto quello ragazza?
Io: pensiamo... Pensiamo sia tornata a casa per ordine di Zalgo.
I ragazzi che ancora non erano informati di ciò, rimasero molto sconvolti.
Lucas: perché non lo avete detto prima?!
Io: ancora non sappiamo molto. Non volevamo allarmare nessuno.
Liu: se le cose stanno davvero così, questo fantoccio è inutile.
Hoodie: in questo momento sì, ma tornerà davvero molto utile quando questa situazione sarà terminata.
Sland: ottimo lavoro Liu.
D: sì, ora pensate a qualcosa di più utile per il momento che stiamo vivendo.
LJ: mettiamo delle sentinelle e magari degli allarmi.
D: del tipo?
Liu: è una buona idea. Si potrebbero creare dei turni per noi demoni che non necessitiamo del sonno per controllare la casa.
LJ: esatto! Poi magari Clockina potrebbe creare con quei suoi intrugli tossici degli allarmi o anche trappole.
Io: e gli animali?
LJ: non puoi farle in modo che si accendano solo per determinati elementi?
L'idea mi stuzzicava alquanto.
Io: ummm, ci lavorerò su.
D: questo problema è risolto, poi voi organizzerete i turni che saranno controllati di Sland. Allora passiamo al punto due, ovvero le uscite. Vorremmo limitare le uscite superflue, almeno finché le acque non si saranno calmate. Si potrà uscire solo per uccidere, fare la spesa o altri beni di prima necessità. Inoltre, vorrei limitare i gruppi numerosi, ma comunque evitare che si vada in meno di tre. Quindi, da oggi, si prega cortesemente di uscire in gruppetti dalle tre alle sei persone. Tutto chiaro? Bene. A questo punto si va al punto tre, per fortuna l'ultimo.
Io: dio si lodato.
D: ah dio eh? Chiedi a dio la prossima volta che necessiti di qualcosa.
Io: dai dai, vecchio burbero.
D: dicevo, il punto tre tratta degli incidenti. Vorrei ampliare la scorta di medicine, ma a quello penserò io. Volevo principalmente chiedere a Clock e Ben, che è già stato informato, di tenere una piccola 'lezione', se vogliamo chiamarla così, sul pronto soccorso.
Io: certo, non c'è problema. Basta che mi fai sapere quando e io ci sarò.
D: perfetto, poi vengo a casa e ne parliamo anche con Ben. Ora, andate, devo sbrigare qualcosa di urgente.
Vidi la scintilla negli occhi di Liu affievolirsi, fino a quasi spegnersi.
Io: senti papà, sai nulla... Sai nulla del giudizio di Katy?
D: beh, veramente sarebbe quello il qualcosa di urgente da sbrigare.
Liu: si terrà adesso?!
D: sì.
Io: possiamo esserci?
D: purtroppo tesoro mio non è possibile, al paradiso i demoni non sono ammessi. Di questi solo io e M possiamo accedervi. Mi dispiace davvero, per entrambi.
Io: proprio nessuno?
Gli propinai uno dei miei sguardi da cucciolo abbandonato, così da scaldargli un pochino il cuore.
D: forse riuscirei a introdurti. Ma solo te, più di questo non mi è possibile.
Io: ma-
Liu: vai e portale i miei saluti, chiaro?
Io: sei sicuro?
Ridacchiò.
Liu: sei stata l'unica che mi ha dato la forza di rialzarmi, devi andare tu.
D: quindi?
Abbracciai Liu, così d'improvviso che rimase un po' scosso.
Io: grazie. Andiamo D.
Toby: non fare cazzate.
Hoodie: te ne preghiamo.
Pupp: abbiamo così tanti di quei problemi con D2, che ci manca solo qualche tua cazzata.
Zero: io, dall'alto del mio saper nulla, ti dico invece di fare qualunque cazzata ti venga in mente.
Lucas: sono con Zero. Se poi, volessi qualche aiutino, beh, tieni questi. Aiuteranno. Ma non aprirli se non lo consideri essenziale.
Mi fece l'occhiolino e mi passò qualche foglio.
Io: non vedo l'ora. A dopo, stronzoni.
Sparirono tutti e, afferrato il braccio di D, sorridendo andammo in paradiso.
Vi acceddemmo da un'entrata alternativa, una specie di porta sul retro.
Io: e questa? Cos'è?
D: l'entrata vip ahahah. Dai serio, è l'entrata per i demoni. Noi, non possiamo entrare dal portone principale, siamo impuri.
Io: ma una volta entrai con Zero.
D: misi io una buona parola.
Io: ci spii insomma.
D: vi controllo.
Io: ahahah andiamo spione.
Ci scortarono verso una stanza completamente illuminata dalla lice divina. Era la sala del trono, la quale non era neanche lontanamente bella come quella di D.
Io: ehi, M?
D: è lì.
Mi indicò un angolino in disparte, lontano da tutti, dove l'uomo era appoggiato con una spalla al muro.
Io: torno subito.
Mi avvicinai a lui, che subito si rimise in tiro e sorrise.
M: ehi.
Io: non fingere così spudoratamente ahahah.
M: si vede eh?
Io: lontano kilometri.
M: ottimo.
Io: vieni con noi, le farà piacere rivedere la sua famiglia tutta insieme.
M: ok. Ma niente abbracci.
Io: voi due siete così uguali. Mi chiedo perché non vi siate parlati per così tanto tempo. Bah, muoviti.
M: problemi di... Di comunicazione.
Io: quando ne sarete davvero pronti, noi vi ascolteremo. Fino quel momento, beh, muovi il culo!
Ridemmo e, preso per mano, ci dirigemmo da D.
D: fratello.
M: è un piacere anche per me.
D: stai bene?
M: magnifico come al solito. E tu?
D: come potrei star male con questo viso, non farmi ridere.
Io: che soggetti.
D: ora silenzio, sta per iniziare.
D2: siamo qui tutti riuniti, per accogliere al giudizio Katherine, figlia di un antico, portata alla morte 4 giorni fa.
Cercavo la figura di Katy speranzosa, finché non vidi apparire sul pavimento il suo corpo, che subito riprese vita.
Era vestita, per sfortuna, con gli stessi vestiti orrendamente bianchi che avevo anche io al mio giudizio.
La ragazza si rialzò e io, presa da tanta gioia, sospirai felice.
Katy: ma cos'ho addosso?!
A quel punto io, D e M scoppiammo in una risata piuttosto inadeguata.
Katy: papà! D e... Clock?!
Io: sì tesoro.
Mi buttai tra le sue braccia, con tanta di quella enfasi che entrambe scoppiammo in lacrime.
Io: non fare più scherzi del genere!
Katy: e tu non mi uccidere più!
D2: SILENZIO! Ragazze, per favore!
Io: mi scusi.
Me ne tornai al mio angolino, dove D, senza farsi vedere, mi batté il cinque e ridacchiò in silenzio.
D2: i tuoi crimini sono innumerevoli, effettivamente non ci sarebbe neanche bisogno di tutto questo trambusto. Ma noi, dall'alto della nostra saggezza, diamo a tutti una possibilità.
Tutti e tre sbuffammo allo stesso tempo, attirando un cattivo sguardo di D2.
Katy: ovvero?
D2: ti diamo la possibilità di chiedere ammenda per ogni peccato, diventando così un angelo.
La ragazza ci pensò, per un bel po' tememmo il peggio.
Katy: beh, ho in me sangue di angelo e, fin da piccola, mi sono sempre chiesta come si vivesse quassù. Purtroppo, c'è un'unica piccola insignificante cosuccia, che non mi permette di venire tra voi.
D2: cioè?
Katy: ho anche sangue di demone in me. Se venissi qui, non durerei tre secondi e vi fare fuori nel girp di cinque. Non vi conviene tenere una bestia come me in un posto come questo. D'altronde si sa...
Si girò verso di me e sorrise.
Katy: non si cambia la natura di un animale. Se esso è una bestia carnivora, è inutile dargli solo verdura, non trovate? Quindi mi dispiace, ma... Rifiuto l'offerta e vado avanti.
Scoppiai definitivamente a ridere, come anche D e M.
La ragazza corse da noi, ridendo anche lei.
Katy: andiamo via, voglio levarmi queste cose di dosso.
D2: bene, hai preso la tua decisione. Il consiglio divino decide ufficialmente che Katherine, figlia di un antico e assassina cronica, è affidata alle cure e controllo di Satana. Il giudizio si conclude qui.
M: congratulazioni ahah.
La ragazza abbracciò il padre, al quale vidi scendere una lacrimuccia.
Io: adesso?
D: beh, è affidata 'alle cure e controllo di Satana' che sarei io, quindi... Immagino diventerà un demone come voi altri, ma comunque perderebbe quantomeno le ali e le sue due metà.
Katy: cosa?!
D: io non posso fare altro, mi dispiace.
M: e se invece...
I due si scambiarono uno sguardo complice.
D: è ancora in via d'approvazione quella cosa e sappiamo benissimo non sarà mai attuata dai. Il signor 'ehi tu fuori dalla mia nuvola' è troppo impegnato in banchetti e simposi.
M: parliamoci ora.
Io: emmm, quindi? Noi non stiamo capendo nulla qui eh.
M: avevamo in mente di creare degli Angeli della Morte, per aiutarmi. Non sono più il demone di una volta... Quindi aspettiamo che D2 approvi questa richiesta, altrimenti non se ne fa niente.
Io: non esistevano già? Cioè in religione si parla di angeli della morte, se non sbaglio.
M: sì, ma in realtà sono stato sempre e solo io. Purtroppo.
D: comunque, volevamo creare questo 'gruppo' per chi è geneticamente predisposto, ovviamente.
Katy: cioè?
M: sin da piccola ti ho sempre detto che non eri sola no?
Katy: si, ricordo.
M: beh è così. Ci sono altri come te. Incroci di angeli e demoni. Essi sono molto rari, ma esistono.
Io: quanto rari?
D: uno in ogni continente.
Katy: cazzo...
San Pietro si girò verso di noi con sguardo furente.
Io: scusi, vostra signoria!
Katy: ops.
Io: comunque trovo la vostra idea geniale.
D: anche infattibile.
Io: col cazzo.
Di nuovi il santo si girò.
Io: vabbe Pietro, non è che puoi girarti per i cazzi degli altri!
I tre cominciarono a ridere fino a farsi venire le lacrime agli occhi.
Io: essù! Adesso ci vado a parlare io.
Prima che D e M mi fermassero, ero già da D2.
Io: emmm, Dio?
D2: Natalie, qual buon vento la porta a parlare con me?
Io: beh, volevo che approvasse l'idea di D e M.
D2: quale di preciso? Sai, sono così pieno di lavoro qui...
Io: immagino.
Il mio sarcasmo lo stuzzicò, al punto che mi iniziò a prestare più attenzione.
Io: ovviamente quello sugli Angeli della Morte. Immagino lei abbia ricevuto tutto.
D2: quando avrò tempo, li leggerò.
Non sapevo assolutamente come controbattere, così D2 si girò, rimettendosi a parlare con degli angeli.
In preda al mio orgoglio, cercavo di trovare una soluzione plausibile, ma nulla mi spuntava nella testa.
Quasi sconfitta, guardai davanti a me, dove vidi la Madonna che mi guardava.
Ella, dall'alto della sua leggiadria, si alzò e venne verso di me.
Tutti quelli che se ne accorsero, parvero stupiti da questo gesto così terreno.
Mi prese con dolcezza la mano e mi sorrise, con fare così materno.
Non proferì parola, semplicemente mi indicò i fogli che Lucas mi aveva lasciato.
Io: come posso ringraziarla?
Sorrise nuovamente, avvicinandosi al mio orecchio. Mi disse 'il bene vince sempre. Ma lui non è sempre dalla sua parte. Spesso sono i più reietti e impensabili quelli davvero buoni'. Quelle parole mi rimarranno per sempre.
Se ne andò, tornando sul trono vicino a quelli di D2.
Guardai i fogli, dove non trovai nulla di interessante. In uno però, vi erano strane leggi e regole dell'aldilà, indette da Dio in persona.
Poi, trovai finalmente quel che cercavo.
Andai da D2, distraendolo di nuovo dalla sua conversazione.
D2: cosa vuole ancora signorina? Le ho detto che le leggerò.
Io: preferirà parlare nel suo studio, gliel'assicuro.
D2, quasi preoccupato, mi condusse verso una stanza bianca, dove al centro vi era una scrivania di mogano con una sedia da una parte e due poltroncine dall'altra.
D2: prego, si sieda.
Io: grazie mille.
D2: allora, le ripropongo la domanda precedente. Cosa vuole ancora?
Io: semplicemente chiarire. So infatti che lei le avrebbe già dovute leggere. O almeno, così dice la regola n. 43: "tutte le proposte, provenienti da tutti i luoghi dell'aldilà, saranno lette e approvate, nel caso esse siano convenienti per la parte interessata, immediatamente dopo il loro arrivo. Nel caso contrario, ovvero che esse non vengano lette subito, il responsabile di tale disguido sarà il sottoscritto, Dio, che dovrà scusarsi con la parte interessata pubblicamente e approvare seduta stante la legge. Se di nuovo così non fosse, la parte interessata è obbligata dal consiglio divino a prendere provvedimenti seri, rivolgendosi ad appositi esperti'. Non sapevo aveste avvocati angeli, sa? Devo dire, che mi stupisce che questa legge non sia mai stata rispettata, forse dovrei rivolgermi ad un avvocato angelo davvero. Non trova?
D2: dove ha trovato le leggi dell'aldilà?!
Io: io e i miei fratelli siamo ossi duri. Uno di questi lavora con le scartoffie e l'altro l'aiuta. Quest'ultimo ha sempre amato metter zizzania e queste leggi fanno proprio al caso suo. Allora, adesso vuole prestarmi attenzione?
D2: sono tutt'orecchi.
Io: so che lei ha letto la proposta di D e M e che mai vorrebbe fare ammenda pubblica, così da far smontare il suo piccolo castello di carte. Purtroppo per lei, io sono una bella folata di vento freddo.
D2: lei è molto intelligente. Mi proponga un accordo.
Io: semplice: lei approva subito la proposta di D e M, senza ammenda pubblica, che, come detto prima, la farebbe sfigurare, insinuando nella mente di tutti quei piccoli androidi-sudditi, che lei chiama amabilmente santi e angeli, il pensiero che lei abbia sempre imbrogliato tutti. Approva la legge, niente ammenda pubblica, D e M hanno finalmente quel che aspettano da tempo e lei si para quel culo divino che si ritrova. Siamo d'accordo?
Si fece una risata, capendo di essere stato incastrato con grande maestria e abilità.
D2: siamo d'accordo.

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