Capitolo 49-Ottimi amici.

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La pizza era fredda e i sapori non si distinguevano. Alle due era tutto così calmo e silenzioso, di solito andavano a dormire tutti dopo pranzo.
Ma io e Toby ci ritagliavamo un piccolo angolo di pace in quelle due ore dove nessuno era a rompere le palle lì intorno.
Stavamo sul divano, guardando qualche puntata vista e rivista di un qualche poliziesco dalla trama vista e rivista.
Io: allora, com'è andata sta mattina?
Toby: tutto bene. Sono stato con Sland fino all'una, è stato così faticoso!
Io: che cosa ti ha mostrato?
Toby: per esempio la sua lista. Praticamente ci sono tutte le persone del mondo, solo che vicino ad ogni nome è segnata una data e un orario, che indica l'istante preciso in cui va portato nel mondo.
Io: furia figo!
Toby: siii. Tu?
Io: naaaa niente di ché, siamo stati attaccati da due mostri mitologici, mezza sala del trono è distrutta e non si può usare il teletrasporto per almeno un'ora.
Mi guardò spalancando la bocca.
Toby: però che palle, il divertimento tutto tu.
Io: scherzi? Quando ci hanno attaccato pensavamo fosse la banda di Zalgo, quindi D ci ha chiusi con lui per controllarlo. Non sai cosa è significato stare con lui...
Il ragazzo mi abbracciò.
Toby: tu sì che sei un soldatino coraggioso.
Ci accoccolammo sul divano, sotto una bella coperta di pile.
Dopo un'oretta buona vidi arrivare Pupp altamente incazzato.
Io: ehi, che succede?
Pupp: sono tornato ora da giù. Ci sono stati problemi con il teletrasporto, fino a domani almeno non si può utilizzare.
Io: ma che cazzo dici?
Pupp: zitta va, che proprio oggi dovevo fa delle cazzo di cose importanti. Ho una ragazza ad Hong Kong che proprio oggi ha progettato il suo suicidio. Se non sarò lì saranno mesi sprecati.
Io: fatti accompagnare da Off, no?
Ci fu un attimo di silenzio.
Pupp: ECCO PERCHÉ SEI LA MIA PREFERITA.
Mi si buttò contro e mi stritolò contro il suo petto, fino a farmi mancare il fiato.
Io: va coglione, adesso sono le 21 circa in Giappone, ti perderesti tutto il gusto.
Pupp: VOLO.
Il ragazzo corse fuori di casa, ovviamente dopo aver provato a teletrasportarsi da Off.
Io: allora, questo pomeriggio che farai?
Toby: non so che abbia intenzione di fare Sland. So che domani dovrebbe partire per alcuni giorni, ma non credo di andare con lui.
Io: perché?
Toby: e lasciarti sola? Non se ne parla proprio.
Io: ehi, mica sono una bambina!
Toby: lo so, ma ho paura per te.
Io: non devi. Se Sland ti dirà di andare con lui, beh, non fare cazzate e vacci.
Toby: ci penserò. Comunque, tu invece oggi pomeriggio che farai?
Io: dovremmo andare dagli Dei greci, ma non so con il teletrasporto guasto cosa potremmo fare.
Toby: ah beh giusto.
Io: vogliamo andare a fare una passegiata? D ha il mio numero se deve proprio chiamarmi.
Toby: e perché no.
Al piano di sopra ci preparammo e, sistemati i bambini nel passeggino, uscimmo tutti e quattro per una passeggiatina sotto al sole.
Io: bello oggi eh?
Toby: oh sì, spettacolare.
Camminavamo nella strada parallela al bosco, purtroppo dentro con il passeggino era impraticabile, così ogni, seppur raro, passante si fermava a coccolare i piccoli.
Toby: come resisto alla gente che si ferma non lo so proprio.
Io: beh continua a farlo, qui si rischia forte.
Toby: eh, purtroppo lo so.
Io: ehi, guarda lì!
Toby: dove?
Io: c'è un tavolo da pic-nic con dei giochi per i bambini. Almeno giocano e si sfogano un po'.
Toby: fantastico. È strano però, non l'avevo mai notato...
Io: effettivamente neanche io... Dici che dovremmo stare attenti?
Toby: dico di non andarci proprio.
Io: allora stai qui con i bambini, vado a dare un'occhiata.
Toby: sta attenta.
Io: ci proverò.
Scesi nel bosco, scavalcando celermente il basso recinto che lo separava dalla strada poco trafficata.
Arrivai vicino al tavolo e l'osservai con attenzione, poi da dietro un albero spuntò LJ.
LJ: mi rovini il lavoro, va via!
Io: lo sapevo che ci stavi tu dietro questo. Ma non stavi a casa a riposare?
LJ: un altro minuto lì dentro e rischiavo la pelle.
Toby: e le palle.
LJ: WOOOO bella questa.
Toby: grazie grazie.
Io: beh, noi torniamo a casa. Giusto per informazione, quanti ne avresti attirati così?
LJ: due maschi e tre femmine. Uh, quanto mi piacciono i bambini.
Io: sei inquietante. Comunque, davvero? La gente c'è cascata?
LJ: pff, le madri stressate se ne sbattono delle incongruenze. Ieri non c'era? Beh, oggi sì, molliamoci i bambini.
Io: giusto. Andiamo amore?
Toby: si dai.
LJ: controlli Nina? Era un po'... Depressa...
Io: beh, lo capisco. Il bambino come sta? Che ha detto Sland?
LJ: dice che sta bene... Lei dice che non ci crede, che se lo sente.
Io: è agitata, comprensibilissimo d'altronde.
LJ: assolutamente.
Io: ci vado a parlare io, tranquillo.
LJ: grazie. Ora va via, arrivano dei bambini, li sento.
Ce ne andammo e vedemmo arrivare una giovane coppia con tre figli.
Uno dei bambini si sporse a vedere i piccoli nella carrozzina, ridacchiando.
Io: ehi ciao! Come ti chiami?
X: mi chiamo Ray...
Y: Ray! Non infastidire la ragazza!
Io: oh non si preoccupi! Siamo stati ora al parco e questi due dormono come sassi.
Y: parco?
Toby: sì, lo hanno inaugurato ieri! Si trova laggiù, ad una ventina di metri da qui.
Z: non ne sapevamo nulla.
Io: oh neanche noi, me lo ha detto un mio amico sta mattina, sa, anche lui un papà molto giovane. Comunque piacere, io sono Natalie. Lui e Tobias e loro due sono Jill e Spartaco.
Y: piacere nostro! Io sono Mia, lui è mio marito Paul, e loro sono Gina, Luís e il piccolo Ray che ha già conosciuto.
Io: vi consiglio di andarci assolutamente, si divertiranno da matti!
Mia: grazie mille. Alla prossima!
Io: certamente!
Se ne andarono dopo aver salutato e noi continuammo nella direzione opposta.
Io: la prossima volta che sentiremo parlare di loro, sarà nel nostro salotto tramite la tv.
Toby: amo incontrare le vittime prima e sentire poi i loro nomi al telegiornale. È emozionante.
Io: oh sì. Che vogliamo mangiare a cena?
Toby: sushi d'asporto?
Io: oddio proprio non mi va... Carne?
Toby: non ti dà il vomito la carne dopo che la bestia si nutre di quella umana?
Io: sì, ma se mangio prima io non mi fa impressione.
Toby: comprensibile. Però non ne ho voglia... Pizza?
Io: sempre pizza! Difenderemo dei lievitati e devo dire che siamo già a buon punto.
Toby: vero anche questo. Boh dai, quello che fa Ben si mangia.
Io: esatto.
Arrivammo dopo poco a casa, dove sistemammo i piccoli nella culla e ci dividemmo.
Stavo per bussare alla camera di Nina, quando dalla camera si Lucas uscì Jason che si stava aggiustando la zip dei pantaloni.
Io: dovrei andare dal terapista per colpa vostra.
Jason: shhhh. Che stai a fa?
Io: vorrei chiacchierare con Nina.
Uscì anche Pros in quel momento, ascoltando la nostra conversazione.
Pros: guardate che Nina è uscita.
Io: uscita? Quando?
Pros: eh boh, 10 minuti fa? Credo stia sul retro nel giardino o forse è andata nel bosco. Boh, la sentivo farneticare si un albero che dà la salvezza.
Io: e non ti è venuto neanche in mente l'idea di chiamarmi?!
Pros: ma che ne so! Qua dentro parlate di tante di quelle cose strane che se ti dovessi chiamare ogni volta che ne sento una avresti il telefono impallato.
Io: vabbe, grazie lo stesso.
Pros: prego.
La ragazza se ne andò saltellando giù per le scale.
Io: vado a cercarla.
Jason: eh sì. Ah sentì D ha detto che passa a prenderti tra mezz'ora, fatti trovare nei paraggi.
Io: ovvio.
Provai a teletrasportarmi, ma senza successo.
Io: cazzo e mo come la trovo?
Jason: come tutti ragazzi della tua età?
Mi indicò il cellulare.
Io: ahhhh lo stalking. Capito, a dopo.
Jason: pensavo più ad una telefonata, ma sì, il concetto è circa quello. Comunque prova a cercarla prima.
Io: sisi tranquillo. A dopo.
Jason: a dopo.
Scesi di sotto e andai nel giardino, cercando sui tre alberi, ma senza risultati.
Io: cazzo... Un albero che dà la salvezza... L'albero più alto del bosco! Da lì la visuale è così bella, che Nina diceva sempre che era come se ti salvasse da un mondo moribondo.
Corsi nel bosco, arrivando dopo qualche minuto all'albero più alto, che si trovava proprio al centro.
Lo scalai tutto, fino ad arrivare al ramo più alto e stranamente il più solido.
Lì la ragazza era assorta in una contemplazione del panorama mozzafiato.
Io: Nina? Stai bene?
Nina: mi hai trovata. Sono fortunata ad avere qualcuno che mi ascolta ahahah.
Io: cosa succede?
Nina: c'è qualcosa che non va. Sono circondata da ieri da persone che mi dicono 'è tutto ok, non preoccuparti' e non ascoltano i miei dubbi e le mie incertezze.
Io: ci sono, racconta a me!
Nina: sento che qualcosa non va. È un presentimento, può essere anche stupido o infondato, ma c'è e mi martella la testa da ieri.
Io: bene approfondiamolo allora, no?
Nina: almeno tu.
Io: allora, questo presentimento?
Nina: credo sia morto.
Io: solitamente, per le persone normali, questo può rappresentare un grosso problema, ma per noi che siamo abituati alla morte in casa, non trovo il problema.
Nina: il problema è che non voglio viva come noi.
Io: ho pensato la stessa cosa con Spartaco, anche se io sono morta dopo. Quando ho sentito quello che si prova, o meglio quello che non si prova, volevo punirmi in tutti i modi per avergli fatto un torto del genere. Eppure lui è così tranquillo e spensierato! Dorme, mangia, gioca e piange! Una madre non desidera altro che questo, lo scoprirai a breve.
Nina: hai ragione. Anche se fosse morto, il problema non si porrebbe! Ha entrambi i genitori morti, o più o meno!
Io: metà della sua futura famiglia e morta e l'altra è ancora più strana!
Guardai gli occhi speranzosi e lucidi della ragazza accovacciata che si reggeva le ginocchia, e le carezzai il viso dolcemente.
Io: andrà tutto bene, crescerà magnificamente, circondato da persona che lo amano e che non vedono l'ora di averlo in famiglia.
Mi abbracciò forte, facendoci quasi cadere dall'albero. Quando scendemmo, scoppiammo in una risata stupida.
Io: wow, liberatorio.
Nina: ahahah davvero!
Io: ora andiamo, che tra poco devo vedermi con D.
Nina: ah sì.
Ci mettemmo a camminare, raggiungendo pian piano la Casa.
Nina: come mai sei venuta a cercarmi?
Io: onestamente? Me l'ha chiesto quello stinco di santo del tuo ragazzo.
Nina: non avevo dubbi ahahah.
Io: è molto preoccupato per te. Dovresti parlarci.
Nina: lo so...
Io: dai, ecco casa. Che ore sono?
La ragazza mi scrutò un occhio.
Nina: le 3.45
Io: buono, ho tempo per un panino.
Nina: ahahahah.
Salimmo le scalette del porticato ed entrammo, trovando la rivoluzione francese appena varcato il grande portone.
Jane stava lanciando cose a caso, Zero urlava come una psicopatica, Lucas e Jason stavano discutendo ad alta voce tirandosi le parolacce, Sally piangeva e Ben si prendeva a botte con Jeff.
Io: OHHHHHHHH.
Tutti si bloccarono e ammutolirono.
Io: ESCO PER 10 CAZZO DI MINUTI E VOI COMBINATE UN'APOCALISSE? CHE CAZZO STA SUCCEDENDO, ZIO PORCO?
Zero: quell'infame insinua di averle nascosto le riviste!
Jane: so che è stata lei! Me le prende sempre!
Jason: questo coglione di tuo fratello è un polemico del cazzo.
Lucas: io? TI HO CHIESTO DI NON SPEGNERE LE LUCI QUANDO ESCI DA UNA STANZA DOVE CI SONO ANCORA IO! CAZZO SONO, INVISIBILE?
Ben: MI HA ROTTO UN JOYSTICK! SAI QUANTO COSTA?
Jeff: NOI RUBIAMO PER VIVERE!
Ben: QUESTIONE DI PRINCIPIO.
Io: OHH! BASTA ANCORA! Allora, un problema alla volta. Tutti a sedere sul divano. Tranne Jane, lei ora pulisce questo casino qua.
Si sedettero tutti sul divano, mentre io restai in piedi al centro della stanza.
Io: restate qui, vi controlla Nina. Io vado a prendere una cosa in cantina.
Mi fiondai in cantina, mettendoci tre ore per aprire la porta.
Io: dannato teletrasporto.
Afferrai una bottiglia contenente un liquido simile al catrame e tornai di sopra, impiegando altro tempo per chiudere.
Io: non vedo l'ora rifunzioni, zio porco.
Andai in cucina, presi dei bicchieri e tornai nel salone, dando a tutti un bicchiere pieno per metà di quel liquido.
Io: faccio tipo Gesù, prendete e bevetene tutti.
Nessuno si fece troppe domande e tirò giù il bibitozzo al gusto di fragole.
Jeff: quasi commestibile. Magari un goccio si vodka.
Io: esploderebbe probabilmente.
Jeff: meglio di no, ci tengo ai miei organi interni.
Jane: allora, cosa abbiamo bevuto?
Io: ispirandomi direttamente a Harry Potter, l'ho chiamato Veritaserum.
Zero: una pozione per la verità?
Io: pff, grazie dello spoiler. Diciamo di sì, serve a far dire la verità alle persone, così potremo capire se siete stupidi e vi azzuffate per delle cazzate, o siete stati vittime di un qualche maleficio di Zalgo.
Zero: geniale. E il sapore di fragole?
Io: tocco personale, senza il concentrato di fragole sapeva di vomito.
Nina: ecco perché qualche settimana fa continuavi a dire tutto a tutti!
Io: lasciamo stare.
Jeff: che cazzata immonda, non esiste una pozione della verità, hai sprecato il tuo tempo.
Si guardò un attimo intorno.
Jeff: cazzo.
Io: Sally, va di sopra da Sland.
Sally: perché?
Io: sennò alla fine di questo pomeriggio saremo tutti poveri.
La bimba se ne andò saltellando al piano di sopra.
Io: allora Jane, pensi sia stata Zero a rubarti le riviste?
Jane: assolutamente no, non lo farebbe mai. Ma avevo bisogno di un pretesto per litigarci.
Io: Zero?
Zero: non le ho prese io le riviste, ma quando ha iniziato ad accusarmi e a tirare cose, ho cominciato a strillare anche io.
Io: ottimo. Jason?
Jason: sì, spengo la luce quando qualcuno è ancora nella stanza, ma non penso assolutamente che lui sia polemico, anzi, fa bene a farmelo notare e a farmi perdere il vizio.
Nina: senti Clocky, non è che me ne daresti una scorta?
Ridemmo tutti.
Io: Lucas, e tu?
Lucas: non mi dà fastidio, trovo sia dolce questo suo gesto involontario. Ma volevo arregnarmi un po', quindi.
Io: sempre meglio. Jeff?
Jeff: non sono stato io a rompere quel joystick, anche perché usavo sempre quello.
Io: tu Ben? Che ne pensi?
Ben: che non sia stato lui. Mi è preso il dubbio e invece di chiederglielo, l'ho attaccato direttamente.
Io: ottimo ottimo. Nina, vai a prendere una boccia d'acqua?
Nina: certo.
Tornò dopo pochi minuti, servendo a tutti dell'acqua.
Io: ci ho messo un po' a capire che con un bicchiere d'acqua gli effetti svanivano, ma ce l'ho fatta. Tra due minuti, smetterete di dire la verità involontariamente. Io ho tutto quello che mi serve sapere. Vado da Sland, non uccidetevi per favore. Di morti qui ce ne sono anche abbastanza.
Corsi su per le scale, entrando di fretta nello studio.
Dentro vi erano Masky, Hoodie e Toby, il primo spaparanzato su una poltrona a fissare con sguardo assente il soffitto infinito, gli altri due intenti a dare consigli dietro la scrivania con Sland.
Io: so che questa è una stanza insonorizzata, ma è successo un casino.
Tutti mi fissarono.
Sland: dimmi, non ho avvertito nulla.
Io: Zero, Jane, Jeff, Ben, Jason e Lucas hanno iniziato a prendersi a botte, discutere o lanciarsi della robba.
Tutti mi guardarono sconvolti.
Toby: tu stai bene?
Io: ma certo amore, non ti preoccupare.
Guardai il pavimento, non c'era più il tappeto, infatti vedevo la luce fuoriuscire dalla botola.
Io: ehi, il tappeto?
Masky: serve a D, ma non mi sembra questo il problema maggiore.
Sland: dimmi, cosa hai fatto?
Io: ho dato loro un piccolo intruglio fatto da me che fa dire la verità.
Masky: una pozione insomma.
Io: oh suvvia, siamo più maturi. È una specie di sciroppo alle erbe, anche rarissime, che fa accendere determinate parti del cervello, quelle che sono 'custodi della verità' per così dire. Sono quelle che ci tutelano dal dire tutto a tutti.
Hoodie: geniale. E?
Io: e niente, tutti hanno detto che non pensavano nulla di quelle cose han detto/fatto, e che hanno agito solo per 'litigare'. Come se qualcosa li spingesse a farlo.
Sland: o qualcuno. Ottimo Clock, hai agito alla perfezione.
Io: uuuuh grazie.
Masky: e ora?
Sland: Hoodie, va a chiamare subito D. Toby tu D2. Clock, convoca M e Katy. Tu Masky va a chiamare Jill. Qui serve, ahimè, l'aiuto di tutti.
Io: ma lo studio di M si trova solo con il teletrasporto...
Sland: ma lui è la morte. Credo che la cosa che sai fare meglio è uccidere.
Io: ho afferrato il concetto.
Ci separammo tutti e quattro, promettendo di tornare entro mezz'ora.
Corsi fuori di casa, addentrandomi nel bosco.
Io: senza teletrasporto, dovrò tornare alle origini.
Poi, un'illuminazione.
Io: ehi bestiolina, che dici? Me lo dai un aiutino?
Sentii come un brivido lungo la schiena e il mio olfatto divenne eccezionale.
Io: grazie. Sento che diventeremo ottimi amici.
Poi un odore intenso di carne umana si infilò nel mio naso.
Io: perfetto.

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