Capitolo 58- Fa bene alla salute.

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Feci la guardia tutta la mattina, senza mai distogliere lo sguardo da Hoodie, tranne per fumarmi qualche sigaretta affacciata alla finestra.
Verso l'ora di pranzo Masky andò a mangiare un boccone al volo dopo essersi appena svegliato e in quel momento Hoodie spalancò gli occhi.
Io: ehi come stai campione?
Hoodie: dolorante... che è successo?
Io: niente tesoro, hai passato una nottataccia. Ma ora è tutto finito, tranquillo.
Hoodie: e questa flebo?
Io: per i liquidi, tranquillo. Vorrei lasciartela fino almeno a sta sera, va bene?
Hoodie: sì certo.
Io: mmmm avresti dovuto dormire fino almeno a questa sera, avrò calcolato male le dosi.
Hoodie: ti sei ubriacata?
Io: può essere, perché?
Hoodie: gli occhiali da sole ahahah.
Io: giusto.
Ridacchiai dolcemente, mentre stringevo e accarezzavo la mano del ragazzo.
In quel momento entrò Masky, a cui cadde il panino dalle mani vedendo il ragazzo steso sul letto cosciente.
Masky: HOODIE.
Si scagliò verso quello, prendendogli piano la testa fra le mani e baciandolo.
Hoodie: non è successo nulla sta notte eh Clock?
Io: diciamo che hai rischiato di andare più di là che di qua. Ma ora è finito tutto. Ti ho ricucito e sterilizzato a dovere, dovrai avere solo un po' di pazienza.
Hoodie: sì ma io dovrei andare in bagno.
Masky: ti porto io.
Io: no fermo Masky, lo accompagno io così evita di staccarsi o rovinare la flebo.
Chiusi la valvola di questa, portando in alto il braccio del ragazzo e stringendolo forte a me per evitare eventuali giramenti di testa.
Lo scortai in bagno con molta calma e una volta finito, gli feci scendere le scale per testare i suoi riflessi. Per fortuna non ebbe nessun giramento e si sentiva tranquillo a camminare.
Una volta giù tutti si riunirono intorno a lui, Toby se lo strinse a sé dolcemente per evitare di fargli male.
Jeff: ci hai fatto prendere un colpo.
Le ragazze avevano tutte grembiuli e capelli legati, poiché stavano pulendo il sangue di quello stronzo.
Hoodie: chi lo ha scannato?
Ridacchiava come un matto.
Io: ovviamente l'onore è stato mio.
Jane: pulire mai eh.
Io: ehi, ho lasciato a voi la parte divertente.
Masky ci raggiunse di sotto dopo essersi cambiato.
Facemmo stendere Hoodie sul divano e mettemmo FIFA per farlo distrarre un po'.
Hoodie: inutile Ben, anche da mezzo morto ti faccio un culo enorme.
Effettivamente vinse tre partite consecutive.
Jane gli preparò un panino giusto per riempire un po' lo stomaco mentre io me ne fregavo della notte precedente e ripresi a bere lo scotch.
Toby: amore, puoi venire un attimo fuori?
Ce ne andammo fuori nel portico, dove poco tempo prima avevamo messo un dondolo.
Ci sedemmo su di esso e iniziammo a parlare.
Toby: non dovresti smettere di bere?
Io: perché?
Toby: ho parato con Masky, ti ha dovuto vestire e asciugare.
Io: amore sto bene, ieri ero stressatissima, tutti contavano su di me e io avevo il terrore di non riuscire-
Mi stoppai per asciugare la lacrima che scivolò sul mio viso senza che me ne accorgessi.
Tirai giù un sorso dal bicchiere e scoppiai in lacrime.
Toby allora capì quanto davvero ero a pezzi in quel momento e mi fece stendere sulle sue gambe, mentre con le dita giocava tra i miei capelli.
Toby: so che avevi il terrore di non riuscire a salvarlo, ma ce l'hai fatta. Ti sottovaluti molto amore mio.
Mi fece alzare e mi prese le mani.
Toby: ci prendiamo una giornata solo per noi domani, va bene? Ti porto in un posto che amerai di certo, ci stai?
Io: e se Hoodie-
Toby: oggi addestrerai Ben per qualsiasi evenienza e poi, nel caso succeda qualcosa di grave, quanto mai potremmo metterci a tornare? 1 secondo con il teletrasporto?
Io: hai ragione, ho bisogno di passare un giorno con te e i piccoli.
Toby: ci divertiremo tantissimo e poi potrai fare tutto lo shopping che vorrai.
Io: mi dici dove andiamo? Sono troppo curiosa ora!
Toby: in un posto dove non sei maaaaaai andata qui in Francia, nemmeno da bambina.
Io: mi porti sulla Torre Eiffel?!
Toby: eh ma se indovini subito non c'è gusto!
Io: SIIIIIIII NON VEDO L'ORAAAAA.
Entrai dentro euforica, trascinando per il braccio il ragazzo che ridacchiava.
Entrammo nella nostra stanza e lo facemmo per due ore consecutive.
Finito tutto, rimanemmo credo un'altra ora a stringerci forte e chiacchierare del più e del meno.
Dopo ciò fu chiamato da Sland e dovette uscire dalla stanza con le palle girate.
Aprii il cassetto del comodino ancora mezza nuda, caccia un'altra bottiglia di scotch invecchiato e mi ci attaccai di nuovo.
Riflettevo guardando il soffitto e bevendo come un'alcolista. Forse lo ero diventata?
Infilai le mutande e una canottiera, uscii dalla stanza e andai al cesso.
La porta non era chiusa a chiave pure standoci dentro Jeff a pettinarsi.
Io: posso pisciare o mi stupri?
Ridacchiai, non ero più lucida e il Black humour mi sembrava l'alternativa più sensata.
Jeff: ti sei ubriacata di mattina presto senza me e LJ? Ma che brava.
Io: senti sono distrutta, vorrei solo morire nel mio vomito per via dell'alcol. Purtroppo come sai bene non si può fare.
Jeff: disgustoso Clock!
Io: blah zitto. Piscio allora.
Jeff: vado a chiamare tuo fratello va.
Io: spione.
Uscì dalla stanza urlando il nome di mio fratello che in un secondo era nella stanza incazzato nero.
Pupp: ma che cazzo ti dice il cervello?
Cercò di strapparmi la bottiglia dalle mani, ma la mia rabbia e la mia forza si unirono contro il ragazzo.
La bottiglia ci scivolò e cadde per terra, infrangendosi in mille pezzi. Uno mi finì nel palmo della mano sinistra e uno nella spalla di Pupp.
Pupp: porco dinci ladro Clock, ma lo vedi che cazzo stai combinando?
Io: non posso farci niente, ogni cosa che tocco si guasta... Per colpa mia Hoodie è quasi morto, avete tutti una vita di merda e tre quarti della popolazione vuole vedermi morta. Io avevo na vita, una famiglia amorevole e una casa con il prato. Dei nonni affettuosi, case per le vacanze e il costumino sempre abbinato. Che cazzo è successo? Cosa è cazzo cambiato?
Sentii il cigolio della porta.
Lucas: sono successo io.
Il ragazzo sparì in un respiro sconsolato.
Io: VEDI CHE CAZZO COMBINO? Devo andare a cercarlo.
Il ragazzo mi prese per un braccio.
Pupp: vuole stare solo...
Io: tutto ho desiderato in vita mia, ma mai stare solo dopo essere stata ferita.
Pupp: sei ferita e ubriaca, dove vorresti andare?
Io: ovunque.
Passai si vetri ferendomi tutti i piedi e lasciando impronte insanguinate fino alla cucina dove afferrai il vino rosso più buono, poi mi dissolsi.
Ricomparii in un vicoletto buio, ero mezza nuda e la gentaccia mi guardava maliziosamente.
X: ei bellezza quanto costi?
Io: non costo, ma se lo facessi non potresti comunque permettertelo.
Y: qualcuno fa la preziosa qui.
Io: sentite sto cercando un mio amico, non dovete rompermi i coglioni.
X: AHAHAHAHAHAHAH e cosa può fare una personcina come te?
Mi bloccarono la via mettendomi all'angolo. 
Y: al nostro capo piacerai molto.
Z: dovremmo andare.
Mi stringevano all'angolo 5 uomini grossi come un armadio a due ante.
Sentii poi un voce che mi risollevò l'animo, o lo avrebbe fatto se ne avessi avuto uno.
Lucas: lasciatela stare.
Y: capo! La stavamo giusto portando da te.
Z: questa puttanella è proprio il tuo tipo.
Lucas: ponendo il fatto che non conosci assolutamente i miei gusti, questa qui è mia sorella brutti maiali.
Io: Lucas ti hanno chiamato "capo"?
Lucas: vieni, poi ti spiego.
Io: no Lucas, non mi sento al sicuro qui... Poi sono praticamente nuda! Volevo solo chiederti scusa...
Lucas: non avete sentito la signorina animali? Portatele dei vestiti!
E tu vieni con me Nut, entriamo dentro.
Io: ok...
Entrammo dentro ad un prefabbricato dei primi del novecento, scrostato e molto trasandato.
Una volta all'interno mi fece sedere su una sedia di ferro di fronte ad una scrivania scassata, con una poltrona nuova di pelle dall'altro lato.
Io: che significa "capo" Lucas?
Lucas: tuo padre ha deciso si "promuovermi", se così vogliamo dire. Vendo droghe di ogni tipo, i demoni seguono poi le persone, le mandano in overdose e boom, il gioco è fatto.
Io: geniale. Ma perché non me l'hai detto prima?
Lucas: te lo stavo venendo a dire, poi ho sentito la botta e-
Io: hai origliato. Senti scusa... Io non volevo dire quello, volevo-
Lucas: Clock tranquilla, mi sono innervosito e non posso farci nulla, so che è tutta colpa mia se voi non avete potuto avere la vita che tutti bramano.
Io: scherzi? Io ho un marito, 2 figli, 2 fratelli e una sorella tutti accompagnati da persone squisite, persino un nipotino, un lavoro con un bel posto alla fine, finalmente un padre e una famiglia che mi ama per quello che sono. Non penso di dover meritare altro.
Lucas: sì ma noi eravamo persone normali.
Io: mi fa paura la gente normale. E soprattutto mi fa schifo.
Arrivò uno di quegli armadi che mi avevano accerchiato nel vicolo con una pelliccia leopardata, un pantalone di pelle lucido nero e dei tacchi smisurati neri.
X: madame, i vestiti.
Io: ah ora madame. Cazzarola.
Me li passò e li squadrai con disgusto.
Io: sembrerò una puttana di basso borgo ma almeno smettere te di guardarmi sbavando.
Lucas: puoi andare là dietro se vuoi.
Mi levai lì davanti reggiseno e pantaloncini.
Io: tanto stavano fantasticando, ora possono guardare.
Mi rivestiti e abbracciai Lucas.
Io: scusa, davvero. Però dobbiamo festeggiare! Ehi tu! Si tu, armadio a muro!
Arrivò un tipo alto due metri abbondanti.
Y: mi dica signorina.
Io: avevo una bottiglia di vino quando sono venuta con me. Dov'è?
Y: la porto subito.
Tornò dopo pochi minuti e stappammo il rosso per festeggiare.
Io: sarebbe ora di pranzo, vieni a casa?
Lucas: pranzo io e te?
Io: sembro una prostituta così, ma va bene patato.
Lucas: patato da dove esce? Mi ci chiamavi quando avevi 6 anni.
Io: è necessario tornare bambini no? Ogni tanto fa bene alla salute.

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