Pioveva. Ricordo che quella mattina la nebbia si estendeva fin oltre l'orizzonte. Gli alberi, completamente spogli, si preparavano ad un grande gelone.
Pioveva. Forse, di quel giorno, può sembrare essere una cosa marginale, cosa può fregarvene. Successero svariate cose, neanche troppo importanti quel giorno, ma la cosa che ricordo meglio è la pioggia, che bagna i miei capelli. Essi, si allungano su tutta la schiena provocando un lieve brivido su di essa.
Pioveva, la pioggia bagnava i mie vestiti puliti e profumati. Completamente intrisi di acqua torbida, erano come ventose sulla mia pelle.
Pioveva. La sensazione delle lacrime unite alla pioggia sul mio viso è indimenticabile.
Sapete, quel giorno pioveva.
Una voce spezzò una riflessione profonda con me stessa. Interruppe infatti un lungo monologo interiore che durava ormai da ore, sotto la pioggia.
Lucas: che fai qua fuori, sul tetto?
Io: guardo la pioggia. Sai, piove.
Lucas: ahahah me ne sono accorto. Non credi di dover tornare? Fa freddo anche per noi qui fuori. Dai, Ben sta facendo la cioccolata calda.
Io: no, piove.
Lucas: sì, lo hai già detto. Tutto bene?
Io: non trovi siamo bellissima la pioggia?
Lucas: la trovo solo fastidiosamente bagnata.
Si sedette vicino a me, sulle tegole bagnate.
Lucas: cosa c'è?
Io: riflettevo con me stessa. Non ti senti sbagliato delle volte? Come se sentissi di non appartenere a un certo luogo.
Lucas: sì, spesso.
Io: come superi quel momento?
Lucas: vengo da te. Sei sempre così positiva, mi fai sentire parte del luogo.
Io: e io come dovrei fare?
Lucas: vieni da me.
Io: sono da te.
Lucas: e allora sei giusta per questo luogo.
Io: okay, ci sto. Cioccolata?
Lucas: volentieri.
Ci alzammo, mi prese il braccio e andammo in cucina.
Là non vi era quasi nessuno, solo Ben che preparava qualche tazza e Zero, Pupp, Toby e Sally, che aspettavano trepidamente il cibo.
Ben: anche voi due giusto?
Io: sì grazie.
Ben: panna?
Lucas: chi dice no alla panna?!
Pupp: mmm io?
Lucas: sì vabbe, tu sei strano.
Io: sempre detto che è stato adottato.
Pupp: simpaticissimi oh, guardate come sto ridendo oh.
Io: scemo. Zero, la piccola?
Zero: per la prima volta sta dormendo tranquilla qui in sala. Spero solo quei due idioti non la facciano-
Uno strillo seguito da un pianto si alzò dal salone, in unione alle voci di Jeff ed LJ che imploravano la piccola di tacere.
Zero: VI UCCIDO, È LA VOLTA BUONA!
La ragazza scattò verso la sala, sentimmo solo il suono di uno schiaffo sul viso di entrambi e la bambina ridere.
Toby: capisce al volo le situazioni esilaranti!
Ovviamente tutti ridemmo.
I tre, con la piccolina, vennero in cucina. I ragazzi, si accarezzavano la faccia impauriti mentre noi continuavamo a ridere.
Ben: è pronto!
Sally si fiondò sulle mie ginocchia e volle rimanere lì per tutto il tempo.
Gli altri parlavano del più e del meno, Zero coccolava la piccola, io e Toby scherzavamo con Sally prendendo in giro Jeff che iniziò subito a ribattere scherzando.
Lucas: allora, domani si fa qualcosa?
Io: ovvio, è Halloween.
Sally: siiii.
Tutti noi amavamo quella sera, perché potevamo andare in giro senza problemi o trucchi e mostrando noi stessi.
Pupp: ma i bambini?
Io: li terrà D, se glielo chiedo io non dirà di no.
Arrivarono anche Katy e Liu, ridacchiando tra loro.
Katy: di che parlate?
Zero: di domani ovviamente.
Liu: uh, domani sì che ci si diverte. Dove abbiamo intenzione di andare?
Io: andiamo per locali ad ammazzare gente nei bagni. O almeno, solitamente facciamo così!
Pian piano la stanza si riempì, poiché tutti erano interessati.
Hoodie: beh, possiamo fare anche una cosa meno dispendiosa.
Toby: ovvero?
Hoodie: accompagnamo Sally a fare dolcetto o scherzetto, da lì a turno ci intrufoliamo dal retro e ammazziamo i poveri ignari.
Katy: sicuramente più semplice.
Io: anche perché ormai chi si veste quasi più per i locali?
Lucas: allora è deciso?
Pupp: sì dai.
Rouge: a che ora usciamo?
Kage: dopo cena?
Jane: direi di fare entrambe le cose! Andiamo ad un certo orario a fare dolcetto o scherzetto, poi, riaccompagnata Sally da Sland, si va per locali sul tardi, ad ammazzare ubriaconi e fatti. No?
Io: anche questa è una proposta.
Hoodie: anche perché sennò ci stuferemmo.
Zero: non ammazzo da così tanto tempo, che a me va bene tutto.
Arrivò anche Jason infine, accompagnato da Sofia.
Jason: di che si parla?
Vidi Lucas girare di fretta lo sguardo e Jason abbassarlo.
Io: Halloween.
Sofia: posso tenerli io i piccoli, comunque. Altrimenti, non saprei che fare.
Pros: possiamo stare insieme finalmente! Senza assassini matti in giro ahahah.
Sofia: magari!
Nina: simpatiche.
Crook: andate da D no? Stareste al sicuro, quantomeno.
Io: ha ragione lui.
EJ: no ma D accetterà sicuramente.
Io: neanche se glielo chiede la sua figliola adorata?
Ben: che infame. 10€ che non ci riesci.
Io: accetto. D!
L'uomo apparve alle mie spalle.
D: state diventando una colonia, comunque.
Io: papino caro, senti.
D: guardate come mi incastra in due mosse.
Io: ma ti pare! Volevo solo sapere, se domani sera potessi tenere Sofia, Pros e i piccolini lì da te. Per essere al sicuro. Loro sono il nostro punto di debolezza!
D: ummm se me la metti su questo piamo però. Va bene.
Io: sgancia Ben.
Ben: sei un infame come tua figlia D!
Il ragazzo mi allungò una banconota da 10, con aria irritata.
Io: eheheh.
D: ci vediamo dopo tesoro, sai, io ho cose importanti da fare.
Io: sisi ciao.
Mi diede un bacio sulla testa e se ne andò.
Vidi Lucas infastidito dalla situazione. Da piccolo, andava dallo psicologo perché non gli piaceva essere in imbarazzo con tanta gente. Aveva paura potessero capire cosa provasse e prenderlo in giro per quello.
Io: andate via tutti, ora. Prima di cena comunicherò una cosa a tutti. Ora però, andatevene.
Tutti avevano capito che qualcosa non andava e senza fare domande fecero ciò che avevo detto.
Io: Lucas, puoi aiutarmi un attimo in cantina?
Il ragazzo mi guardò come se l'avessi salvato da una bomba atomica.
Lucas: certo.
Scendemmo giù, aprimmo una bottiglia di quel famoso whisky scadente e ce lo finimmo chiacchierando di Jason.
Lucas: perché mi hai salvato?
Io: ho visto che eri in difficoltà, ho deciso solo di aiutarti. Sono tua sorella.
Sentii i pensieri di Toby che si avvicinava alla cantina, ma non gli diedi troppo peso.
Poi però, quello aprì la porta e scese da noi, aiutandoci a finire la bevanda.
Toby: allora, cosa c'è che non mi dite?
Entrambi, con tono piuttosto alto e fastidioso, esclamammo 'nulla! Perché?'.
Toby: ed ecco la prova che qualcosa non va.
Io: ah, io sta botta non ho segreti.
Toby: Lucas, che ti succede?
Lucas: pff, ma nulla. Cazzate, tutto qui.
Io: chiamala cazzata...
Lucas: Nat!
Io: è mio marito Lucas, non riesco a mentire a Ben, mo ci riesco con lui.
Lucas: eccerto.
Toby: ehi, io li so mantenere i segreti! Tanto, so che riguarda Jason.
Lucas: come lo sai?!
Toby: ogni volta che entra in una stanza, arrossisci violentemente, alzi lo sguardo al cielo e smetti di fare conversazione. Sembri me a 8 anni.
Io: awwww che dolcino.
Toby: quindi immagino di sapere il motivo. Se poi tu non vuoi dirmelo lo stesso, tranquillo.
Lucas: e va bene sì, amo Jason. Ora che l'ho detto siete felici?
Io: no se tu non lo sei. Non riesci a capire che non interessa a nessuno tu sia etero, gay o anche trans. A noi interessa tu sia in pace con te stesso. Se tu non accetti di essere quel che sei per natura, come pretendi che gli altri ti accettino? Certo, se poi vuoi passare il resto della tua infinita vita a reprimere la belva e metterla sotto chiave, fai pure. Ma, te lo dico per esperienza, devi farla uscire, altrimenti ti mangerà. Non preferisci essa mangi gli altri?
Lucas: sì certo, ma come faccio?
Io: semplice, apri quella cazzo di gabbia.
Lucas: non è semplice.
Io: tesoro, io ho davvero una belva che vive in me. Pensi per me sia semplice farla uscire? Non è come portare il cane fuori. Lei mangia persone. Mi puoi dire: "sì, ma tu le ammazzi. È la stessa cosa" vi assicuro che assaggiare carne umana non è come uccidere una persona. Tu stai mangiando la tua razza. Stai mangiando te stesso. Capite? Io mangio più di una volta al giorno una persona. Viva. È qualcosa di disgustoso. Quindi ora va. Ti ho salvato dalla calca, lasciami bere da sola. Ho una cosa da sbrigare.
Lucas: sei un po' lunatica.
Io: decisamente.
Toby: vado anche io. Ciao amore.
Mi baciò la fronte, poi se ne andò con Lucas.
Decisi che la cantina era molto triste, specie per bere da sola.
Presi una bottiglia piena e andai sul tetto, vicino al comignolo mai usato.
Io: che vita del cazzo.
Masky: hai visto amore? Ha da bere e nemmeno offre.
Hoodie: davvero una stronza!
Io: ma in questa casa neanche sul tetto si può star soli?
Hoodie: no.
Masky: siamo il tuo cancro, mi dispiace tanto tesoro. Allora, cosa succede?
Io: niente, ha smesso di piovere.
Masky: dai cretina, cosa ti è successo?
Entrambi si sedettero ai miei lati, prendendo continuamente la bottiglia.
Io: ho capito che la vita è breve. Non fraintendetemi, sapevo già quel che ho detto, ma ora ne ho capito a pieno il significato. La vita ti scivola via dalle mani come fosse acqua. Se poi sei anche morta, capisci di aver buttato nel cesso tutto.
Masky: il bagnato si recupera, no?
Hoodie: basta non tirare la catena.
Io: eh ma siete stronzi ahahah.
Masky: molto ahah.
Hoodie: pensa però, che il tempo con noi è stato un amico. È nostro amico. Noi non possiamo morire per colpa sua, poi tu sei già morta quindi hai tutto il tempo che vuoi.
Io: va bene, mi avete convinto.
Un urlo agghiacciante ci disturbò, facendoci correre in salone.
Un corpo steso a terra era circondato da tutti.
Io: cos'è successo?
Gli altri si scansarono, Pupp e Lucas chini sopra Rouge, con una freccia nel centro del ventre.
Io: NONONONO, ROUGE NO! BEN, PORTAMI IL KIT!
Il ragazzo tornò con il kit di prontosoccorso.
Levai la freccia e celermente fasciai la ragazza. Però un odore sospetto mi disturbò, così annusai la punta della freccia.
Io: merda...
Pupp: che succede?
Lucas: Nat?
Io: è stata avvelenata.
Eravamo tutti concentrati su Rouge, ma come una vocina interiore mi consigliò di guardare fuori dalla finestra e così feci. Vi era un uomo, il sicario, che accucciato si godeva lo spettacolo.
Io: Ben, occupati di lei. Poni un panno bagnato tiepido sul suo volto. Aiutala a respirare. Katy, tu che puoi, fa tutto il possibile per mantenerla in vita per almeno un'ora. Pupp, Lucas, Jason, LJ e Liu devono venire con me. Non fate cazzate voi altri.
Mi guardai intorno, notando che di Jill non vi era l'ombra.
Io: Jane, Zero, voi andate a cercare Jill. Vai anche tu Jeff, ma stai attento. Fate TUTTO ciò che la situazione richiede. Nina, controlla Pros e Sofia.
Katy: Nat, io non so se-
Io: un'ora. Noi andiamo, ci rivediamo tra poco.
I ragazzi che avevo nominato mi seguirono fuori.
Jason: cosa stiamo cercando?
Io: LUI SA BENISSIMO CHI CERCHIAMO.
Il sicario iniziò a correre, ifilandosi nel bosco.
Io: signori miei, è iniziata la caccia all'uomo.
Iniziammo tutti a correre ridendo come matti, all'inseguimento dell'uomo.
Io: NON UCCIDETELO SUBITO, MI SERVE VIVO.
Non tardammo a prenderlo, dopo meno di dieci minuti Lucas e Jason, stranamente insieme, lo catturarono.
Pupp lo legò con i suoi fili ad un'albero.
Io: ahahah che velocità.
S: io non vi dirò nulla.
Io: ha pienamente ragione, signore. Lei è stato pagato per questo, deve mantenere un certo rigore. Ma, non può sapere quanto la vita sia breve.
Feci un cenno con la testa ad LJ, che gli tagliò una guancia.
L'uomo iniziò ad urlare.
Io: shshsh, il casino non ci piace. Ora, iniziamo con le presentazioni eh? Come ti chiamo.
S: Non ho un nome.
Io: ummm, come vuoi Senza Nome. Ma ora dimmi, che veleno era quello con cui hai ferito mia sorella?
S: non posso dirlo.
Io: bene bene.
Feci un cenno poi a Lucas, che iniziò a ferirlo su tutto il corpo.
L'uomo cercava di non piangere e urlare, ma senza buoni risultati.
Io: suvvia, un aiutino?
S: lei mi ucciderà!
Io: lei eh?
S: sì, mi ha assoldato per farti impazzire! Non so perché, lo giuro!
Io: questo lo so, allora. Proporrò un patto che mai qualcuno di casa nostra ha mai proposto. Jason, fammi una sveglia.
Il ragazzo agitò le mani, creando una sveglia giocattolo.
Io: settala su due minuti a partire da quando te lo dirò. Allora, caro Senza Nome. Ti lasceremo vivere, se ovviamente mi dirai tutto ciò che voglio sapere entro il tempo deciso.
S: ok, va bene.
Io: wow, alla prima botta. Falla partire Jason.
Il ragazzo avviò il conto alla rovescia.
Io: come ti chiami?
S: Paul.
Io: bene. Quale veleno hai usato per mia sorella?
S: non è semplice. È veleno del Cobra Reale.
Io: cazzo... Ultima domanda, chi è che ti ha mandato?
S: non so chi sia, ci ho solo parlato al telefono e quelle rare volte in cui ci vedevamo, lei era sempre tutta coperta. So che è una donna poiché ha una voce molto acuta.
LJ: non penserai mica-
Io: sì, penso invece proprio quello. Pupp il suo telefono.
Il ragazzo mi passò il telefonino dell'uomo, mentre lo teneva ancora stretto.
Io: quel è il vostro punto di incontro?
S: il mio covo è lo zuccherificio, ma noi ci incontriamo solo alla scuola elementare Leonardo da Vinci.
In quel momento scattò il timer.
Io: uccidetelo.
S: AVEVAMO UN PATTO.
Mi scagliai contro di lui, stringendo con tutta la mia forza il suo collo.
Io: HAI AVVELENATO MIA SORELLA, HAI MINACCIATO LA MIA FAMIGLIA, LA MIA CASA E I MIEI AMICI. PENSAVI DAVVERO TI LASCIASSI ANDARE?! SEI UN MATTO! Ora, sai che ti dico? Volevo risparmiarti la bestia, ma lei ora ha un'irrefrenabile voglia di mangiarti. Un monito, prima di andare dall'altra parte: non fidarti mai dei matti, degli assassini e di chi è entrambe le cose. Ah, ultimissima cosa, poi ti lascio libero di andare in un posto migliore: non andrai mai in quel posto e lì, dove stai andando, governo con mio padre, il resto della tua esistenza lo passerai subordinato a me e me soltanto.
Lasciai il collo e liberai la bestia che se lo mangiò in tre minuti.
Tornai in me, grondante di sangue.
Io: andiamo, non abbiamo molto tempo. Se è davvero Jill, non dite a nessuno che il tipo è morto, ci tornerà utile la sua esistenza.
Tornati a casa, Rouge era ancora viva.
Io: sia lodato il cielo. Come sta?
Katy: è malata, tanto. Hai scoperto il veleno?
Io: Cobra Reale. Dovremmo avere scorte di antidoto nello studio di Sland.
Nina: vado io, ci metto meno di un minuto.
La ragazza corse di sopra e davvero in meno di un minuto, tornò con un antidoto datogli dallo Sland.
Io: bevi, sorella.
La ragazza bevve, con molto dolore, l'antidoto.
Io: Pupp, Lucas, potete portarla di sopra?
Jeff: possiamo parlarti?
Io: andiamo nel posto sicuro.
Li portai nello studio di Sland, che lasciò la situazione nelle mie mani, andandosene.
Io: che succede? L'avete trovata?
Zero: è completamente scomparsa.
Jane: le sue cose sono tutte nella sua stanza, è strano se ne sia andata così senza nulla.
Jeff: cosa vi ha detto il sicario?
Io: che il mandante è una ragazza, che non ha mai visto in volto. Non so più cosa pensare.
Jeff: io sì invece.
Zero: non possiamo buttarci su un misero pensiero Jeff.
Jane: secondo me ha ragione lui, è lei. Per forza. Chi altro, ci vorrebbe così male?
Io: mi... Cerca di colpire solo me. Forse, dovrei andarmene...
Jeff: non ripetere mai più una cosa del genere. Vuole che tutti noi soffriamo, che poi lei sia il mandante generale o solo un oggetto di Zalgo, non fa differenza. Ci vuole eliminare.
Zero: su questo sono d'accordo. Penso che lei voglia proprio farti allontanare da noi, devi resistere a tutte le prove che ti sottoporrà. O non ne usciremo sani di mente.
Jane: sono concorde. Calmiamoci, prima di tutto.
Io: sì, avete ragione. Era il panico a farmi parlare. Scendiamo e facciamo cena.
Jeff: per domani, vuoi che ancora usciamo?
Jane: non è molto sicuro.
Io: Sally aspetta questo giorno da un anno, come anche noi. Non infrangiamo anche i suoi sogni, sennò non ci saranno più sognatori, a quel punto. Scendiamo, dai.
Appena usciti, sentii movimento nella stanza vicino.
Io: voi... Voi andate, mi sono ricordata di dovermi cambiare, grondo sangue dappertutto. A tra poco.
Feci per andare in camera mia e quando gli altri scesero le scale, entrai nella stanza di LJ.
Lì, vidi LJ schiacciato al muro con l'aria preoccupata, mentre Jill cercava di baciarlo.
Io: BRUTTA TROIA, VATTENE DI QUI!
Jill: come, non ti sono mancata?
Aveva lo sguardo da BM.
Io: va via e smettila di rovinare la nostra vita.
Jill: me ne vado, sì. Ma tornerò e non potete neanche immaginare quanto soffrirete.
Ridendo sadicamente se ne scappò dalla finestra.
Io: perché non mi hai chiamato, cretino!
Lanciai uno schiaffo al ragazzo, prima di piangere disperata.
LJ: ehi ehi, dovrei essere io quello piangente, dopo la pizza che mi hai tirato!
Ridacchiai.
Io: non ce la faccio più. Ma ora vedrà, vedrà chi soffrirà davvero.
LJ: così ti voglio. Magari, Nina non deve per forza sapere che-
Nina: Nina non deve sapere cosa?
Ci lanciò uno sguardo assassino.
Preoccupatissima, spifferai l'accaduto.
LJ: spiona.
Nina: COSA?! IO QUELLA LA DISINTEGRO. NON ESISTERÀ PIÙ NIENTE DI LEI. NEANCHE QUELLO STUPIDO NASO A CONO E QUEI GUANTI ORRENDI.
LJ: così un pochino mi offendi eh.
Nina: non preoccuparti amore, tu così sei bellissimo. Lei è solo una zoccola, invece.
Io: su questo concordo. Ora andiamo, ho una fame da lupi.
Nina: non ti cambi?
Io: tanto poi, la bestia dovrà mangiare ancora, cosa mi cambio a fare?
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Ticciwork| Vero Amore 2
FanfictionIl seguito della mia precedente storia, Ticciwork-Vero amore. I nostri 'amici' resteranno fedeli fin proprio la fine?