Capitolo uno

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Piper:

Alex è uscita qualche giorno fa e già mi manca.
Red, Morello, Niky e le altre, sono una famiglia, ma senza Alex mi sento sola e spaventata.

<Ehi Chapman, su con il morale cazzo! Esci domani e sembri essere la persona più triste del pianeta. Mi viene voglia di picchiarti cazzo.> Niky appoggia il braccio sopra al muro e incrocia le gambe, guardandomi con il suo solito sorriso scaltro.
<Sono contenta di uscire. La prima cosa che farò sarà andare a mangiare in un bel ristorante, con Alex. E poi mi farò una doccia e berrò del caffè, vero caffè e poi faremo sesso, tanto sesso...> Mi esalto troppo mentre parlo delle mie intenzioni e Niky mi fa segno di smettere di parlare.
<In pratica farai quasi tutto quello che già facevi qui.> Ride ironica e io vorrei tanto tirarle un cuscino in testa, ma non posso, perché suona la sirena.
È l'ora della conta.

Mi alzo dalla mia branda e mi posizioni davanti al muro, con le mani dietro la schiena e la postura eretta.
Il mio sguardo vaga sulle mie compagne. Alcune volte mi sconvolge ancora, non vedere gli occhiali neri della mia bella ragazza.
Il primo giorno mi sono terrorizzata, non venendola presente alla conta. Dopo quello che è successo alla serra, ho pensato che fosse nei guai, ma poi mi sono ricordata che era uscita e che stava bene, perché l'avevo già chiamata due volte assicurandomi che fosse arrivata a casa, che stesse bene e che non commettesse guai.
Devo uscire da qui, voglio viverla fuori da queste mura, voglio andare al cinema e magari fare sesso nel bagno. Voglio andare al ristorante e poi scappare dal retro senza pagare, per correre a casa a fare l'amore con lei. Ok meglio se paghiamo...
E voglio baciarla, stringerle la mano in mezzo al parco, tornare da lavoro e trovarla a preparare la cena, o distesa sul divano e io le prenderò la testa fra le gambe e le accarezzerò la testa, mentre si addormenta dolcemente e...

<Tutto apposto!> La grossa voce della guardia mi distrae e mi riporta dentro a queste mure, lontano da Alex, ma per una sola altra notte.

Torno alla mia branda e mi distendo sopra. Red si toglie gli occhiali, facendoli penzolare al collo.
<Stavi fantasticando sulla tua schifosa vita fuori da qui?> Domanda in tono russo e divertito.
<N... No! Sarà perfetto. Io ed Alex staremo bene e potrei anche venirti a trovare.> Sorrido compiaciuta.
<Ah no! Non pensarci nemmeno. Non voglio più vedere la tua brutta faccia.> Resta seria per qualche secondo, poi ride bruscamente e io mi unisco a lei.
<Ma sono sincera. Meglio se non mettete più piede qua dentro. Ne tu, né Vause. Intense?> Mi punta il dito contro, facendomi la predica come una vera madre.
<Intense Red.>

Quando mi sveglio, è un nuovo giorno e che giorno!
Metto tutte le mie cose dentro al sacco e vado in bagno, a fare l'ultima fila per la doccia.
L'ultima volta.

<Ben alzata!!> La voce stridula di Morello, è la sveglia giusta, per questa mattina.
<Anche a te Morello. Come sta il tuo bel marito?> Chiedo, mentre la coda scorre lentamente, ed è quasi il mio turno.
<Oh lui se la cava benissimo! Sta facendo conoscenza di mia sorella, si...! Vanno a pranzo fuori, a fare shopping e si raccontano barzellette. Veramente una bella coppia, non credi?! Non credi?!> Morello perde la calma. Quando si parla di uomini, esce sempre fuori di testa.
La guardo, non sapendo bene che dire, ma la coda mi salva.
È arrivato il mio turno.
Le sorrido nervosamente e le indico la doccia, lasciandola li a pensare a suo marito e corro in doccia.

Tra poche ore, potrò lavarmi con Alex. A casa nostra, nel nostro bagno. Solo io e lei. Sembra un sogno.
Dopo essere rimasta a lungo qua dentro, l'unica cosa a cui ambisco è un po' di privacy.

<Testa gialla, esci da lì cazzo! Stasera potrai farti tutte le docce che vuoi, lascia il posto a noi.> Una ragazza nella fila si lamenta. Sono appena entrata sotto la doccia, ma non replicherò. Non oggi.

Cedo il posto a qualcun'altro e mi copro con il mio asciugamano e torno alla mia branda.
Mi vesto con la divisa, che oggi mi dà la nausea più dei soliti giorni. Non vedo l'ora di toglierla.

Vado in mensa, dove tutto è iniziato. Red non mi ha fatto mangiare per giorni e poi, è diventata la madre di tutte noi. Ci ha sempre coperto le spalle e preso le nostre difese.
Dove Morello ha sfoggiato il suo velo di carta igienica e Niky programma le sue prossime scopate. Insomma, la mensa.

<Sei contenta di uscire eh? Ti si legge in faccia.> Mi riprende Niky quando mi siedo al tavolo. Beccata.
<Lo saresti anche tu. Lo sarebbero tutti.> Porto la forchetta alla bocca, mangiando un piccolo boccone.
<Salutami Alex...> So com'è fatta Niky, ma quando pronuncia quella frase, con un sorrisetto malizioso e gli occhi furbi, lascio cadere la forchetta sul piatto e la guardo male.
<Io ed Alex stiamo facendo sul serio. Non ricordarmi che le hai fatto un ditalino. Dico davvero. Non... Non farlo.> Dico con tono infastidito e arrabbiato.
<Eh tranquilla Chapman.> Si pavoneggia Niky, scrollando le spalle in avanti e finendo il suo ultimo boccone <Quello non era niente. Penso ad altro...> Il suo sguardo si posa sulla sposina Morello, che sta raccontando, per l'ennesima volta, il suo matrimonio alle altre.

<Chapman!> La guardia grida forte il mio nome nella mensa. Guardo Niky e poi Red, che è venuta vicino a me.
Mi alzo in piedi di scatto, fissando la guardia.
<Vieni con me. È ora.>
Nella mensa cala il silenzio per qualche istante, ma poi torna il rumore di sempre. Sono una piccola formica, in un grande formicaio e mi sono abituata all'idea, anche se per qualche tempo ho pensato che le cose fossero diverse, ho capito che qui nessuno conta davvero ed è un sollievo, alla fin fine.

<Allora Chapman, buona vita.> Niky batte una mano sulla mia spalla e va svuotare il vassoio.
<Potresti passare da casa di mio marito e controllare che non stia facendo sesso con mia sorella?> Mi chiede Morello, con evidente imbarazzo. Piego la testa da un lato, rimproverandola con lo sguardo.
<No? No. Non fa niente.> Conclude e se ne va a testa bassa.
<Chapman non fare cazzate! Mai più, mai più qua dentro.> Red si sbilancia, dandomi un veloce abbraccio e poi mi spinge via, verso la guardia.

Cammino lungo il corridoio, abbandonandolo per sempre e raggiungo l'agente, che mi conduce alla perquisizione, dove poi mi consegnano i miei vestiti e mi scortano fuori.

Quando la porta si apre, mi ritrovo in cortile, ma sembra più grande e piacevole, di quando andavamo a passarci il nostro tempo libero.
Con la mia sacca stretta fra le mani e un grande sorriso varco la soglia del penitenziario e in pochi istanti, sono libera.

Un suv rosso parcheggiato in lontananza si avvicina velocemente e una bellissima ragazza dai capelli neri e gli occhiali spessi scende di corsa, venendo verso di me.

<Alex.> Sussurro pieno di gioia <ALEX!> Grido più forte che posso e corro verso di lei.

Mi butto fra le sue braccia e la stringo forte, quasi la stritolo e lei immerge la sua testa nella
mia spalla, lasciando il suo profumo  sui miei vestiti.

<Dio mi sei mancata.> Dice e afferra la mia faccia fra le sue mani, baciandomi delicatamente.
<Anche tu. Anche tu.> Ripeto e continuo a baciarla.
Le sue labbra sono più morbide di come le ricordassi. I suoi occhi più profondi e belli, il suo profumo più buono di sempre e noi... Noi siamo finalmente libere di viverci.

<Andiamo a casa.> Mi spettina i capelli e mi prende la mano, accompagnandomi al suv.

Stiamo iniziando una nuova vita.
Di nuovo...

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora