Ci siamo distese sul letto, a fissare il soffitto, senza spicciare parola. Alex è sdraiata più in alto, con la testa poggiata sulla testiera. Tengo la testa sul suo petto, la sua maglietta è leggermente alzata, ed io sto disegnando con l'indice sulla sua pelle, attorno all'ombelico.
<Mi dispiace per Stella...> Mi arrendo infine. Cedendo a quella che già in partenza, era una sconfitta.
<Mi dispiace per... Gli spaghetti.> Sorride, lasciando uscire un leggero sospiro dalle sue labbra, poi immerge le sue labbra dentro ai miei capelli, sorridendo contro di essi.<Non ho risposto alla tua domanda.> Ammetto, formando un cerchio attorno al suo ombelico e poi tratteggiando una strada sopra di esso, fin in mezzo si seni.
<Quale domanda?> Chiede sospirando nervosamente. Secondo me si ricorda benissimo, quale domanda, ma gliela ripeto comunque, stando al suo gioco.
<Quando mi hai chiesto perché sono andata da Stella e non da Polly, o da qualsiasi altra persona...>Alex tentenna, indecisa se volere una risposta o meno e poi annuisce, senza dire niente, facendomi però capire che vuole saperlo.
<Dovevo guardare negli occhi Stella, dovevo convincere me stessa che i dubbi, che avevo riguardo al nostro matrimonio, non erano per la vita che mi ero lasciata alle spalle, ma bensì per quella che avevo davanti.> Sospiro, alzo lo sguardo verso di lei, incontrando i suoi grandi occhi verdi, che attualmente mi sorridono come due grandi Soli <Non lo so, forse avevo il timore che il matrimonio potesse rovinare l'empatia che c'è tra noi, o che in qualche modo interferisse con i nostri obiettivi, non lo so... Ma non era per Stella. Avendo la mente annebbiata, avevo bisogno di conferme e potevo trovarle solo presentandomi alla sua porta.>
Dopo il mio lungo discorso, riprendo aria, abbassando di nuovo lo sguardo e appoggiando il capo sulla sua pancia. Anche i suoi suoni gastrointestinali, mi sembrano bellissimi.
Secondo me nessuno ha dei suoni gastrointestinali come i suoi.Alex accarezza i miei capelli, ci gioca, intrecciando qualche ciocca alle due dita, o passandole fra l'indice e il medio.
Restiamo in silenzio, chiaramente più sollevate rispetto a prima.
Anche se il sesso aveva alleviato la tensione fra di noi, non aveva sistemato del tutto le cose e c'era ancora qualche dubbio che vagava nella sua mente... Anche se non me ne ha parlato, riuscivo a percepirlo.Sorrido, baciandole la pelle e stringendomi più vicina a lei. Porto le gambe sopra le sue, chiudo gli occhi, lasciandomi cullare da Morfeo, quando la sua voce interrompe i miei già precoci sogni.
<Kubra.> Una sola parola, un solo nome, che mi fanno gelare il sangue.
Non riesco più a muovere un muscolo, o a dire qualcosa, poi ho una reazione spontanea, oserei dire non controllata.
Mi siedo a gambe incrociate davanti a lei e la fisso per qualche secondo, rimanendo a bocca aperta, incapace di parlare.<Che...che c'entra Kubra?> Domando con un fil di voce, riprendendo a respirare ad un ritmo normale.
I suoi capelli corvini, le ricadono sul volto, coprendo le guance arrossate. Alex sposta i capelli ribelli dietro agli orecchi e mi guarda, con sguardo innocente e addolorato.
Le sue labbra si schiudono, ma si richiudono subito dopo.
Le lascio il suo tempo, mentre il battito cardiaco, sfugge al mio controllo, sopraffacendomi. L'unico rumore che sento, è il battito del mio cuore, espandersi in ogni parte del mio corpo.<Quando... Quando avevo gli attacchi, dopo il coma. Vedevo Kubra. La sua voce riecheggiava nella mia testa, il suo brutto volto mi spaventata ogni volta che poteva e il suo sorriso sembrava così reale, che per qualche giorno ho creduto che non fosse morto per davvero.> Si prende la testa fra le mani, coprendo delle lacrime che stanno scendendo lente lungo il suo volto
<Quando ho sparato io... Io Oddio!> Si prende una pausa per respirare, altrimenti non riuscirebbe a proseguire.
Dopo diversi respiri profondi, riprende a raccontare<Io pensavo che lui fosse qui, che stesse per ucciderti. L'ho visto Piper, era così reale... Credevo di toccarlo, ed invece... Invece Era una stupida fantasia. Ti allontanavo perché avevo paura che lui potesse farti del male, tanto era malata la mia mente. Quando mi hai preso fra le tue braccia, tutti gli incubi sono svaniti.> Alex termina di raccontare. Resto immobile per qualche secondo, assorbendo tutte le informazioni.
Nonostante tutti gli ostacoli che abbiamo affrontato, c'erano ancora segreti che ci nascondevamo a vicenda. Adesso che tutte le carte sono in tavola, sembra che il nostro rapporto sia più indissolubile di prima.Mi slancio verso di lei, abbracciandola con forza, stringendo quell' essere umano fra braccia che apparentemente adesso sembrano troppo piccole.
<Se solo me ne avessi parlato...> Le dico fra le lacrime. Il suo discorso mi ha addolcito, ha fatto sciogliere l'ultima parte integra di me.
<Non potevo... Non potevo perché lui.. Lui ti avrebbe...> Non termina la frase. Le parole le si strozzano in gola, non escono.
<Shhh. Va tutto bene.> La stringo più forte, immergendo la testa dentro al suo collo e baciandola nello stesso punto, dove appoggio il naso.
Lo sapevo che Kubra ci avrebbe infastidito anche dall'oltretomba.
Ma, anche se senza saperlo, siamo riuscite a sconfiggerlo, insieme. Ed adesso, niente potrà spezzare la nostra corazza.Dlin don. Dlin don. Dlin don.
<Aspettavi qualcuno?> Le chiedo... Chi potrà mai essere, soprattutto a quest'ora!?
<No e tu?> Domanda altrettanto confusa.
<No.>
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Ciao a tutti! Spero che la storia vi stia piacendo. Vi ringrazio per i commenti, ai quali sono contenta di rispondere.
Grazie davvero a tutti, per tutto. Vi aspetto alla prossima.Ciao ciao 😘
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Alex e Piper || #Wattys2016
FanficAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...