Capitolo sessantuno

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*ATTENZIONE!!*

Ciao ragazzi, allora siamo alla fine della storia, ho deciso che questa sarà l'ultimissimo

Alla fine  i ringraziamenti :)

Buona lettura!!!

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<Che significa?> Domando. Dentro di me sto urlando, ma mantengo un volume basso, essendo in ospedale.

<Non voglio che tu faccia l'intervento! Ecco cosa significa.> Alex si porta indietro i capelli corvini, sospirando nervosamente. Nemmeno io lo vorrei fare, ma non posso lasciare che mio padre muoia per colpa mia. Non così, non adesso, non me lo perdonerei mai.

<Non puoi decidere per me, avresti almeno potuto chiedermi un parere, invece di decidere al posto mio.> Indico la sala d'attesa, dalla quale siamo uscite per parlare, lasciando mio fratello con il medico, a discutere di qualche informazione sull'intervento.

<La tua decisione sarà ovviamente sbagliata! Non ragioni chiaramente e non capisci che stia rischiando la vita, per un uomo che la tua l'ha rovinata!> Ribadisce, puntualizzando l'ultima frase con enfasi.

<Alex ho già perso mia madre, non perderò anche lui.> Incrocio le braccia al petto, voltandole le spalle e camminando lungo il corridoio, lontano da lei.

<Allora scegli!> Grida. Il suo urlo soffocato, dipinge quelle pareti bianche di un nero scuro. Mi volto di scatto, guardandola in piedi al centro del corridoio, con le braccia incrociate e gli occhiali leggermente abbassati, lasciano intravedere quello sguardo furioso, come se fosse arrivata al limite della sopportazione.

<Scegli Piper. O me, o l'intervento.> Quando le sue parole escono dalla bocca, mi sento schiacciare da quelle pareti, l'intonaco nero che si era posato sul muro, si scioglie lentamente, risucchiandomi dentro.

Non posso credere che l'abbia appena detto. Eppure l'ha fatto.
Io capisco perché lei non voglia che io lo faccia, non ha torto, ma Alex deve capire le mie ragioni: non permetterò che la morte di mio padre, mi inghiottisca nei sensi di colpa.
Non lascerò che il volto di mio padre mi svegli durante la notte, sopraffacendomi di paura e angoscia. Non lascerò che la sua voce mi faccia pensare che sia reale, così vero da potermi toccare. Non lascerò che i suoi principi ribaltino il mio sonno, facendomi stringere una pistola fra le mani, per difendere la mia ragazza.

Gli darò il mio fegato, così non avrò nessun rimpianto.
Nessun incubo.

<Mi dispiace Alex.> Una lacrime scorre lungo il mio viso, prima che possa scenderne un'altra premo i palmi delle mani contro il volto e mi volto di scatto, rientrando nella sala.

Il medico sta ancora parlando con Cal, quando mi vedono apparire dalla porta, chiaramente sconvolta.
Ancora con le lacrime agli occhi, la voce rotta e le guance rosse, annuisco, pretendendo di stare bene e dico

<Va bene lo faccio.> Ci metto tanta forza a dirlo, senza voltarmi indietro, perché so che se lo facessi, cambierei idea, correrei da Alex e lascerei perdere tutto, ma non lo sto facendo per lei, o per mio padre, ma per me.
Lo faccio per me.

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<Piper non sei obbligata a farlo.> Mio fratello stringe la mia mano nella sua, strusciandole contro la sua guancia, o meglio contro la sua barba. Dovrebbe tagliarla, anche se un po' di barbetta gli dona.

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora