Capitolo trentuno

1.4K 75 9
                                    

ALEX:

È passata una settimana, da quando lei se ne è andata.
Questa casa non è più la stessa. È terribilmente vuota e i muri mi schiacciano.
Non ho più dormito nel letto, perché senza Piper al mio fianco, riuscivo solo a pensare cosa stesse facendo, dove fosse e soprattutto se fosse al sicuro e ho pianto.
Ho pianto fino a non sentire più gli occhi, le pupille si sono arrossate così tanto, che credevo potesse uscire sangue, una volta finite le lacrime.

Ho provato a chiamarla, ma aveva il telefono spento. Le ho scritto più di cinquanta messaggi, ma non ha risposto nemmeno ad uno.

Una parte di me, vorrebbe dirle la verità, ma la metterebbe in pericolo e allora preferisco che stia lontana da me, ma che sia al sicuro... Però è destabilizzante, lacerante, non poterle restare accanto, non svegliarmi con il suo sorriso al mattino, non poter baciare quelle labbra rosee, abbracciarla e sentirmi viva.
Mi manca, ad ogni parte del mio corpo, manca Piper.
Mi sento così vuota, inghiottita nell'immensità del dolore, che i ricordi portano con se.

La cosa peggiore, è che non ho nessuno. Non c'è nessuno che mi ami, non ho una famiglia, o degli amici (alcuni si, ma sono morti, o in carcere).
Sono rimasta sola, con i miei sbagli e le mie paure.

Perché tutte le persone alle quali tengo, se ne vanno? Perché non riesco a trattenere nessuno accanto a me? Cosa c'è di sbagliato in me?

Il telefono squilla, per un istante mi risveglio dal mio letargo, illudendomi che sia Pipes, ed invece è un messaggio di Kubra.

"Stasera c'è una consegna da fare. Stesso posto, stessa ora. Non tardare, altrimenti..."

Pezzo di merda. Vorrei attribuire la colpa di tutto a lui, scaricare la mia furia contro quell'essere ignobile, ma non posso, perché è colpa mia.
Nessuno mi ha costretta ad entrare nel giro è una volta che ci sei dentro, è impossibile uscirne, almeno non illesi.

Ho bisogno di Piper. In questo momento, tutto ciò di cui ho bisogno è stringerla e pregarla di non lasciarmi, ricordarle che noi possiamo affrontare tutto, ma solo se restiamo insieme.
Solo se restiamo insieme.

PIPER:

L'hotel faceva schifo. I soffitti bianchi, i pavimenti bianchi, i lenzuoli bianchi... Mi stavano soffocando. Ho spento il telefono, isolandomi da tutto e tutti.
Non posso coagularmi con il Mondo, non adesso che è il mio Mondo a crollarmi addosso.

Dopo qualche giorno, mi sono trasferita nella mia vecchia casa. Mio padre aveva lasciato l'alloggio, non c'erano più i suoi vestiti, o gli oggetti personali, tutto svanito, ed insieme ad essi, era sparito anche mio padre.

Questa grande casa, è così vuota e solitaria, odio stare qui, ma non ho altri posti dove andare.
Immaginavo me ed Alex davanti al camino, a fare l'amore sopra al tappeto di pelliccia, o semplicemente a riscaldarci e lei non c'è.
Starà bene? E se le fosse successo qualcosa? Se l'avessero beccata di nuovo e adesso fosse a Litchifield? Io l'ho lasciata sola, ad affrontare un mostro più grande di lei.
Basta! Basta, basta. Non devo pensarci.
Alex ha fatto le sue scelte, decidendo che preferiva il pericolo, a me. Non è colpa mia, me ne sono andata prima di seguirla nella strada sbagliata, perché se me l'avesse chiesto, io non mi sarei tirata indietro e non posso.
Non permetterò a me stessa di tornare in carcere, nemmeno per Alex.

Il mio sguardo cade sullo schermo nero del telefono, ancora spento.
Lo prendo, girandolo fra le mani. Non dovrei accenderlo, ma è più forte di me.
Premo il pulsante sul bordo superiore e l'immagine della mela nera, appare su uno sfondo bianco accecante.

Una sfilza di messaggi, copre l'immagine impostata come sfondo sul telefono... Un vecchio selfie di me ed Alex, nel nostro letto, coperte fino al collo, solo da un lenzuolo bianco.

Sono quasi tutti suoi messaggi... Uno è di Larry, che si interessa di come stiamo, l'altro di Polly, che domanda se vogliamo uscire insieme, una sera di queste.
Meglio di no.
Penso dentro di me.
Leggo il primo messaggio, consapevole di farmi del male.

"Piper ti prego torna a casa. Torna da me."

Questo primo messaggio, è stato inviato venti minuti dopo, che ero uscita di casa. Ce ne sono altri, sempre della stessa sera, ma dicono tutti più o meno la stessa cosa.

Il giorno dopo, mi ha inviato tre messaggi. Rispettivamente alle quattro del mattino, dopo pranzo e a mezzanotte.

"Non riesco a dormire senza di te. Voglio stringerti e baciarti." Una lacrima riga il mio volto. Nemmeno io sono riuscita a riposare bene senza di lei. Mi giravo e rigiravo nel letto, allungavo il braccio per cingere la sua vita, ritrovandomi a stringere le lenzuola.

"Non si sente più il tuo profumo in casa. Non c'è più." Altre lacrime seguono la la striscia bagnata, che ha lasciato la prima. Annuso la mia maglietta e mi rendo conto che anche il suo profumo è svanito. Mi sembra di non respirare, l'aria non arriva ai polmoni.
Il suo odore si mischiava ai miei vestiti, accompagnandomi per tutta la giornata. E adesso non c'è più... Sto impazzendo.

"Anche stasera non ci sei. E non ci sono nemmeno io. Ti amo Piper, ti amo più della mia stessa vita. Non farmi questo, non di nuovo, non posso sopportarlo." Scoppio a piangere, singhiozzo come una bambina. Lacrime su lacrime scendono sul mio volto, mi soffio il naso con forza, ma non riesco a smettere di piangere.
Anch'io la amo, come non ho mai amato nessuno, ma non posso farmi questo, mi sono già fatta troppo male, adesso basta.. Voglio pensare a me stessa.

...

ALEX:

Tremo come una foglia, attraversando il vicolo buio, che conosco a memoria. Tante volte ho fatto delle consegne qui, ma stasera è diverso. Non provo l'eccitazione di una volta, ma solo tanta paura.

In fondo alla strada, appoggiato ad una macchina c'è Kubra, con due dei suoi uomini. Quando la luce, illumina il mio volto, sulla faccia di Kubra appare un sorriso spavaldo. Incrocia le braccia al petto, sposta il peso sul piede destro, facendolo ricadere infine sull'altro piede.
Sbarra la strada insieme ai suoi uomini, minacciandomi solo con lo sguardo.

<Brava Vause.. Brava.> Mette un pacco di cocaina nella mia mano, chiude a forza le mie dita.
Non lo guardo negli occhi, potrei commettere errori, dei quali mi pentirei amaramente.

<Consegnala al bar, l'uomo che l'ha richiesta indosserà una giacca rossa di pelle. Si chiama Halton...> Si avvicina a me, noto le sue scarpe nere, sempre più vicine. La sua mano scorre sulla mia fronte, scosta i miei capelli e porta le sue labbra al mio orecchio, facendomi rabbrividire, per la paura e il disprezzo che provo per lui. <E se vuole qualcos'altro, daglielo.>

Deglutisco, sento le lacrime pungermi, strizzo gli occhi e stringo i denti, impedendo a me stessa di piangere adesso.

<E sta attenta! Anche perché Alex, se qualcosa va storto... La tua ragazza farà una brutta fine.> In quel momento, alzo lo sguardo, incontrando dopo tanto tempo, quegli occhi pieni di odio, di vendetta.
Vorrei urlargli contro che deve lasciare Piper fuori da tutto questo, ma se lo facessi, la metterei ancora di più in pericolo.
Butto giù il boccone, restando buona e calma.

<Va bene. Andrà tutto bene.> Gli assicuro e giro le spalle, sentendo le risate e gli sghignazzi di Kubra.

---

Ciao a tutti! Prendo un po' di spazio per ringraziarvi ancora una volta! Davvero, grazie tante per seguire la storia, commentarla e lasciare dei mi piace.

Volevo avvertirvi che il prossimo capitolo uscirà stasera. Continuate a leggere!

Buona lettura. Ciao ciao :)

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora