Capitolo quarantaquattro

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PIPER:

Sono tornata nella casa dei miei genitori. Ho passato qui due settimane, in attesa di un segno, in attesa di Alex. Ma non mi ha chiamata, non so dove sia e il non sapere è terribile.

Lo so che ho sbagliato, che merito ciò che ha detto e fatto, ma mi manca davvero tanto e spero che cambi idea, non voglio vivere senza di lei, non ho mai detto questo, ero solo spaventata per il matrimonio.
Volevo che capisse questo, solo questo, ed invece se ne è andata.

Mi trascino dal letto al divano, scelgo un libro a caso dalla libreria, sperando he mi tenga compagnia.
Mi siedo a gambe incrociate, stringo il libro fra le mani, sfiorando con i polpastrelli la copertina ruvida.
Inizio a leggere la prima pagina e dopo un'ora, sono ancora allo stesso punto. Leggo e rileggo la stessa riga, non riuscendo a concentrarmi.

Quando ho dato la notizia a Polly e Larry, erano sconvolti. Hanno creduto che fosse uno scherzo: a poche ore dal matrimonio, non si cambia idea su tutto. Si sono convinti, solo quando mi hanno sentito piangere e Polly è venuta da me, per qualche giorno.
Abbiamo guardato dvd, pianto insieme, non abbiamo riso molto, ma almeno ci abbiamo provato.
Poi è partita con Larry, per un viaggio in Germania. Ci sentiamo spesso, ma sapere che gli unici amici che ho, sono fuori dallo stato e la donna che amo, potrebbe essere ovunque... Non è consolatoria.

ALEX:

Texas. Ecco dove sono andata.
Ho preso il primo aero e sono volata in Texas.
I primi giorni mi sono ubriacata come non mai, dormivo dentro al solito locale e all'ora d riapertura, non andavo a letto, tornavo a bere.

Mi faceva così tanto male lo stomaco, che per qualche giorno ho creduto di non sentirmi vuota, o persa, perché ero concentrata sul dolore, provocato dall'alcol e poi... Poi ho deciso di smettere, che ero abbastanza forte, ma mi sono sentita subito vuota.
Ho pensato a Piper e non potevo permettermelo, perciò ho iniziato a riempire i vuoti in un altro modo, molto più salutare...

La ragazza muove il lungo dito dentro di me, il suo corpo è sudato e appiccicoso, ma d'altronde siamo in un bordello abusivo, perciò.

I suoi capelli castani sventolano davanti ai miei occhi, la sua lingua scorre lungo il mio collo, fino al mento e più in su, fino alle labbra.

<No.> Metto l'indice fra le mia e le sue labbra, prima che le nostre bocche si tocchino <Niente baci.>

Queste labbra appartengono a qualcun'altro.
Mi ricorda il mio subconscio. I suoi capelli  non sembrano più castani, alla luce della piccola lampada sopra di noi, prendano un riflesso biondo. I suoi occhi, così torbidi e cupi, diventano sempre più chiari, un colore celeste mare, di quel mare che vedi solo la mattina, all'alba.
Le pareti si fanno sempre più strette, il mio respiro sempre più affannato. E tutto ad un tratto, la stanza che già di per se era piccola, mi stringe in una morsa mortale...

<Ci rinuncio!> Impreca la ragazza. La sua voce acuta e seccata, mi riporta alla realtà e l'immagine, se pur lontana, di Piper sfoca via.
Mi alzo dalla poltrona rossa, appropriandomi dei miei vestiti. La ragazza si siede sul letto, dove mi sono sempre rifiutata di fare sesso. Si accende una sigaretta. L'aria si fa maggiormente pesante, già smorzata dal fetore di orgasmi provenienti da chissà quale uomo.

<Mi dispiace...> Mormoro scuotendo la testa e infilando la maglietta.
La ragazza mi squadra, dalla testa ai piedi, poi con nonchalance mi chiede

<La ami?> Mi si forma un nodo in gola, la guardo con irritazione, senza rispondere niente, poi lei riformula la domanda. Capisco che non si arrenderà, fin quando non risponderò.

<Chi?> Chiedo, replicando alla sua domanda, con un'altra domanda ancora.
<La donna che non ti permette di venire. Io sono qui da tanto tempo e ho imparato che sono i cuori distrutti, a non provare piacere.> Inala un respiro di fumo grigio, trattenendolo a lungo, per poi lasciarlo uscire in una nuvoletta grigia densa e omogenea.
<Si, la amo. Ma lei non mi merita...> Sussurro.

<Va da lei. Non importa quanto male ti abbia fatto, forse anche tu ne hai fatto a lei. Non so il tuo nome, non so niente di te, ma so che quando scopiamo, tu non sei qui in questa stanza con me, sei lontana con la mente, a volte credo di non poter nemmeno sentire il tuo corpo, da quanto sei lontana.> Scuote la testa energicamente, abbassando lo sguardo sulla sigaretta, per poi alzare gli occhi lucidi verso di me. <Ho fatto tanti sbagli anch'io e l'unica donna che amavo, si sposerà con un'altra. Credimi, a volte è meglio ingoiare l'orgoglio, che perdere per sempre la persona che si ama.>

PIPER:

Sono passati altri due giorni. Sta per arrivare l'inverno, eppure mi sembra che si stia congelando già da un po'.
Ieri notte sono andata al locale di Joe, ed ho incontrato una ragazza. Una bella ragazza.
Abbiamo parlato a lungo, ci siamo scolate cinque shot di fila, ma quando mi ha detto

<Andiamo a casa mia, vivo qui vicino...> Ha mormorato con il fiato puzzolente e il tono malizioso.
Mi sono scostata indietro, l'ho guardata negli occhi e mi sono resa conto, che non mi trasmettevano niente.
<Mi dispiace, sono di fretta. La prossima volta.> Ho mentito.

Non ci sarà una prossima volta, perché sto per trasferirmi. Non posso restare in questo posto nauseante. I ricordi mi soffocano ogni giorno, ogni notte.
Andrò a vivere in Inghilterra, per un po'. Quando i risparmi finiranno, tornerò qua, sperando che Alex sia solo un ricordo, non tangibile.

Din don. Din don. Din don. Din don. Din don.
Improvvisamente il campanello impazzisce. Mi alzo dal divano, dirigendomi velocemente verso la porta.
<Un attimo sto arrivando!> Rispondo seccata.
Quando arrivo al centro del corridoio, mi accorgo che fuori è tutto buio, così alzo lo sguardo verso l'orologio... Le quattro e mezzo di mattina.
Mi armo di ombrello, nascondendolo dietro la schiena.

Apro la porta, ma davanti a me non c'è un terribile assassino, bensì Alex. Ha un'aria sconvolta, i capelli sudati e attaccati al volto, quando fa un passo verso di me e mi bacia con tutta la passione che ha dentro.
Le sue labbra contro le mie, è una sensazione meravigliosamente viva, colorata, che non assaporavo da tanto. Vorrei farle un milione di domande, ma per ora mi limiterò a baciarla.

Le nostre labbra si intrecciano. Morde il mio labbro inferiore, la sua lingua preme dentro la mia bocca, bisognosa di sentirmi sempre più vicina.
Con l'ombrello, chiudo la porta con uno schianto, dopodiché lo lascio cadere ed inizia a spogliarmi.

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Ciao a tutti!
Mi scuso di nuovo per aver aggiornato poco. Ho avuto degli spiacevoli imprevisti... Comunqueeee spero che il capitolo vi piaccia... Vi aspetto al prossimo e vi ringrazio ancora per tutto. Siete fantastici!

Ciao ciao 😘

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora