Mi sono addormentata sul divano, aspettando che tornasse Alex, è rientrata alle tre e mi ha detto che andava a letto, perché era molto stanca... Non le ho fatto domande, di alcun genere, ma non sono più riuscita a dormire, tanta era la confusione nella mia testa, che mi ha tenuta sveglia fino a questa mattina.
Verso il caffè in una tazza rossa, con il manico grande e delle orecchie da gatto.
Spiego il giornale, leggendo le notizie in prima pagina. Non riesco a concentrarmi, ogni volta che leggo la prima frase, perdo il segno, o sbaglio paragrafo. È inutile, non posso fare nient'altro che pensare ad Alex, a cosa mi stia nascondendo.Il telefono di casa squilla, sobbalzo per lo spavento, voltandomi di scatto e correndo verso la cornetta, prima che svegli Alex.
<Pron...> Una voce meccanica e familiare, mi interrompe subito.
<Una detenuta del carcere di Litchfiled, sta cercando di contattarla. Per accettare la chiamata, premere uno..>
Chi potrà mai essere? E perché mi stanno cercando? Solitamente non è mai un saluto di cortesia.
Premo uno, poco dopo secondi la voce di Red, trapana il mio udito.<Chapman!!> Si schiarisce la voce.. Se prima urlava, adesso sussurra, ed è difficile capire cosa stia dicendo, così tappo l'altro orecchio e sento meglio la sua voce.
<Red... Ma che succede?>
<Non posso dirtelo a telefono. Ti ho messa nella mia lista visitatori e ti sarei grata, se potessi venire subito. Da sola.> L'ultima frase la specifica con tono aggressivo, facendomi capire che non vuole Alex lì.
Le dico che ci sarò, il tempo di preparami....
Litchfiled. Di nuovo questo posto. Sembra la mia condanna: essere perseguitata dal carcere, anche quando sono libera.
Sono molto in ansia, il mio petto si comprime più velocemente, alterando i battiti del mio cuore. Non mi avrebbe chiamato, se non fosse stata una cosa di estrema vitalità, ma soprattutto non ha voluto che mi portassi appresso compagnia.
Ci sono troppe domande senza risposta nella mia testa, sprecherei il mio tempo, se continuassi a pensarci.Lascio il telefono alla guardia di sicurezza, passo sotto lo scanner e un'altro agente mi domanda il mio nome, indicando in seguito un tavolo in mezzo alla stanza.
Red arriva nel mio stesso momento, sta parlando da sola... Da come scuote la testa allarmata, intuisco che stia ripetendo un discorso, ma che non riesca mai a trovare le parole giuste.<Red.> La chiamo a gran voce, interrompendo la sua pratica. I suoi capelli rossi guizzano all'insù, i suoi occhi mi scrutano dall'alto al basso. Per un momento esita, come se volesse tornare indietro e lasciarmi lì, poi mi sorride con disinvoltura e si siede davanti a me.
<Come stai? Ti trovo bene Chapman.> Mi accarezza il braccio, un tocco veloce, affettuoso, ma percepisco anche del timore.
<Tutto bene... Beh diciamo che le cose vanno meglio adesso. Tu come stai?> Red incrocia le mani sul tavolo, fa una smorfia scrollando le spalle e rispondendo semplicemente che la prigione, è quel che è.
<Senti Piper...> Dopo un lungo silenzio, in cui ho lasciato che Red ripercorresse il suo discorso almeno una volta, la donna davanti a me prende coraggio, ed inizia a parlare <Tu non sei una delle persone che mi stanno più simpatiche, ma sicuramente eri la persona più umana qua dentro... A parte per i tuoi momenti di pazzia, ma in una prigione è lecito, uscire fuori di testa, comunque sei sempre riuscita a tornare in te...> Scuote la testa energicamente, mostra il palmo della mano, come dire "scusa, mi sto allargando."
Riprende il filo del discorso.<Insomma Chapman... Nicky ha preso della roba di recente.> Gli occhi di Red si fanno assenti: so quanto lei ci tenga a quella ragazza.
<Mi dispiace Red... Vuoi che le parli? Ma forse avresti dovuto chiedere ad Alex... Noi non siamo molto intime e credo...> Red mi interrompe, abbassa le mie mani sul tavolo, prendendole fra le sue e sporgendosi verso di me.<Non è questo il punto. A Nicky ci penso io.> I suoi occhi pieni di decisione, mi esortano a restare al mio posto ed io obbedisco <Tu devi pensare ad Alex... È stata lei a vendergliela.>
Il sangue si gela nelle mie vene, non riesco più a sentire il mio corpo, la bocca si schiude leggermente, mostrando tutto il mio stupore. Fisso Red, incredula.
<No... No, non è vero.> È la prima cosa che mi viene in mente. Negare l'evidenza. Red non mi mentirebbe mai, in più Alex sta uscendo molto spesso e rincasando tardi, senza darmi alcuna spiegazione.
Ha ricominciato a spacciare. Non può essere. Perché Alex cazzo? Perché adesso? Ora che le nostre vita stavano andando bene, finalmente ho chiuso con mio padre, ho ricevuto la benedizione da mia madre, prima che morisse... Perché hai buttato via tutto?
Non è vero. Non è vero. Non è vero... Mi sveglierò nel salotto di casa mia, Alex sarà ancora accanto a me, questo è solo un brutto incubo.Chiudo gli occhi, strizzandoli più forte che posso, stringendo le mani in pugni ferrei, ma quando gli riapro, Red è sempre davanti a me.
Non è un sogno.
È la schifosa realtà....
Non so chi mi dia la forza per tornare a casa, ma in modo miracoloso, riesco ad arrivare. Mi appoggio contro la porta di casa, sbatto più volte la testa all'indietro, arrabbiata e delusa.
Alex sbuca dalla porta di camera nostra, indossa gli occhiali e viene verso di me, chiedendomi dove sono stata. Quando arriva a metà corridoio, le lacrime iniziano a scendere lungo il mio volto, scavando una riga delineata, per poi cadere sul mio collo.
Il mio pianto è così forte, che quasi non riesco a respirare. Alex cammina più velocemente, venendo verso di me. Mi afferra per le spalle, aiutandomi ad alzarmi dal pavimento.. Mi asciuga le lacrime, chiedendomi di restare calma e spiegarle cosa è successo.<Non mi toccare cazzo!> Urlo contro di lei, spingendola via da me <Non toccarmi.> Ripeto, ma a voce più bassa. Alex inclina la testa da una parte, una lacrima solca il suo viso... Senza che le dica niente, ha già capito che io so.
Leggo dell'evidente paura nei suoi occhi, è terrorizzata, all'idea di perdermi di nuovo.<Piper l'ho fatto per noi! Per il nostro matrimonio...> Fa un passo avanti, ma le ordino di restare indietro, di non avvicinarsi e lei mi lascia il mio spazio.
<Non dire stronzate Alex! Tu l'hai fatto perché ti mancava l'adrenalina, perché questa vita non era abbastanza elettrizzante per te! Ecco perché l'hai fatto.> Grido con tutte le mie forze. Sono arrabbiata, come mai nella mia vita. Sono delusa, perché il nostro futuro è andato a puttane e sono triste, perché non posso tornare in quella merda e non permetterò che Alex mi ci trascini.
La sorpasso velocemente, sfuggendo alla sua presa. Riempio una borsa con le mie cose, non faccio nemmeno a caso a quello che sto mettendo dentro, cerco solo di prendere il minimo indispensabile.
<No Piper non puoi farmi questo! Non di nuovo!> Alex sta piangendo, le sue lacrime mi spezzano il cuore, vorrei calmarla, ma non ci riesco, qualcosa mi blocca.
Percorro il corridoio, senza voltarmi, ma sento i suoi passi dietro di me. Apro la porta, la guardo un'ultima volta, dicendole
<Non sono io che ti sto facendo questo. Tu l'hai fatto a noi.> E ci vuole tutta la mia forza, per girarmi di spalle e chiudere la porta dietro di me.
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Alex e Piper || #Wattys2016
FanficAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...