Mi allontano dal gruppo, invece Alex resta a parlare con Red, anche se l'ho beccata più di una volta a guardarmi di nascosto.
<Papà.. Che succede?> Mi mordo l'unghia del pollice, è una brutta abitudine che ho. Ogni volta che sono preoccupata, non posso fare a meno di mordere qualcosa.
<Sappi che questa è solo una chiamata di cortesia, se avrei potuto evitare, lo avrei fatto...> Faccio finta di non aver sentito. Avrebbe potuto anche evitare di dirlo, già sapevo che mio padre mi chiama soltanto se è una questione di vita o di morte.
<Tua mamma è in ospedale. Stamattina eravamo a fare colazione, lei si è alzata per prendere il caffè ed è svenuta... Le hanno diagnosticato un cancro all'ultimo stadio. Non le rimane molto Piper.> Mio padre è sempre stato un uomo tutto d'un pezzo. Non si scioglie mai, la sua voce non si spezza, quando sta per piangere, perché lui non si abbasserebbe mai ad una debolezza simile.
Non fa mai trapelare un sentimento.
Bastava il suo sguardo di ghiaccio e la sua fermezza, per farmi cambiare idea, su qualsiasi cosa.Ma adesso, per la prima ed ultima volta nella mia vita, percepisco della preoccupazione nella sua voce, ed anche della rassegnazione.
Davanti alla morte, non puoi far altro che mostrati, per quello che veramente sei, lasciando cadere la tua maschera.<Co...cosa?> Balbetto incredula. Non è vero. Non è possibile.
Mia madre, la donna che ha sempre controllato la sua vita, adesso viene distrutta da un cancro? È una bugia, c'è un errore. Deve esserci.<Ha chiesto di te. Di vederti un'ultima volta. Faresti meglio a venire.> Non aggiunge altro. Attacca, lasciandomi da sola, con mille pensieri.
Le farebbe bene vedermi, oppure sarebbe un ulteriore brutto colpo? Perché ha chiesto di me, perché non mio fratello? Vuole litigare un'ultima volta, pregarmi sul letto di morte di lasciare Alex e tornare sulla retta via, o sistemare le cose?
Dannazione.<Ehi piccola, tutto bene?> La mano di Alex scivola sulla mia schiena, partendo dal basso e arrivando alla mia spalla. L'afferro, stringendola con tutta la mia forza.
Le lacrime pungono i miei occhi, continuo a ripetermi "non qui, non adesso."Alex si posiziona davanti a me, alza gentilmente il mio volto, afferrandomi per la mascella. Scruta con attenzione i miei occhi, lucidi e rossi.
Cerca di calmarmi, lasciando baci caldi sulla mia fronte, attirandomi in un abbraccio confortevole.<Mia madre sta morendo.> Pronuncio contro il suo petto. Ammetterlo a voce alta, fa male. Il mio cuore si stringe, respiro profondamente.
Non ho nemmeno un bel ricordo di mia mamma. Lei se ne andrà, lasciandomi solo rabbia, delusione e principi morali. Nient'altro.
Mai un abbraccio a Natale, o una calza per la Befana, niente uovo per Pasqua, o le candeline sulla torta.
Se ne andrà, lasciando impresso il suo volto contrariato. Ed odio, non poter avere niente di bello con cui ricordarla.<Ci sono qua io.> Alex mi stringe fra le braccia, non vuole più lasciarmi e sinceramente, nemmeno io voglio staccarmi da lei, fin quando Morello viene a portarci un pezzo di torta, ma dispiaciute le diciamo che dobbiamo andarcene. Salutiamo Nicky con affetto, tento di sfoderare il mio miglior sorriso, ma Red, si accorge subito che qualcosa non va e mi dice
<Tu sei una russa. Una donna con le palle.> Annuisce lentamente, incoraggiandomi ed essere forte, qualsiasi cosa stia succedendo.
Vedo Stella in lontananza, che si avvicina per salutarci, ma non ho voglia di altre battute sarcastiche, o frecciatine rabbiose.
Volto le spalle e raggiungo la mia ragazza sulla porta.Alex stringe il suo braccio al mio bacino, io mi aggrappo alle sue spalle, poggiando la testa sulla sua spalla.
...
Corriamo in ospedale, anche Alex viene con me, per mia richiesta. Lei avrebbe preferito aspettare in macchina, pensa che sia più rispettoso, ma io la prego di accompagnarmi e lei cede.
Mio padre è seduto su una sedia in sala d'attesa. È piegato su se stesso, tiene la testa fra le mani, quando mi vede da lontano, si alza in piedi, riacquistando la sua solita freddezza.
<Avevo detto che tua madre desidera vedere te e nessun'altro.> Specifica mia padre, rivolgendo un'occhiata d Alex.
<Sono sicura che mia moglie, sia più che gradita.> Ribatto, tenendogli testa, cosa che non ho mai fatto prima.
Mio padre serra la mascella duramente, al sentire la parole "moglie." Mette le mani sulle mie spalle, ma le toglie subito, inorridito da sua stessa figlia.<Tua madre sta morendo. Cerca di essere rispettosa e non darle altri dispiaceri.> Non è una supplica, è un ordine.
Sono pronta a rispondergli che Alex è una di famiglia, quando lei prende la parola.
<Piper... Ha ragione tuo padre. Tu sei forte, puoi farcela. Quando uscirai dalla stanza, mi troverai qui. Ti aspetterò.> Sorride malinconicamente, lasciando un bacio delicato sulle mie labbra.
Mio padre si volta di scatto, pretendendo di non aver visto quella scena.Lascio la mano di Alex e subito mi sento debole e persa.
Puoi farcela Piper! Hai superato l'incubo della prigione, puoi farcela.
Il mio subconscio, mi sprona ad essere forte, ad entrare in quella stanza e salutare mia mamma, lasciando i rancori fuori dalla porta.Entro con cautela, girando lentamente la maniglia. È distesa su un letto bianco, il suo corpo quasi cadaverico, è attaccato alle flebo. I capelli bianchi, scivolano sul cuscino, confondendosi con esso. La bocca secca, mezza aperta, lascia intravedere quel ghigno, che ha sempre avuto.
<Mamma...> Mormoro, spezzando il silenzio, ma solo per qualche istante.
Si gira a fatica, riconoscendomi, mi fa segno di avvicinarmi e sedermi sulla sedia, accanto al suo letto. Obbedisco.
<Ho sete.> Parla con un filo di voce, riesco a malapena a capirla.
Prendo il bicchiere sul comodino e glielo passo, portandolo alle sue labbra e aiutandola a bere.<C'è Alex?> La sua domanda mi spiazza. Tutto avrei pensato, ma non che si interessasse della presenza della mia ragazza.
Annuisco, fisso le sue mani scheletriche, per non guardarla negli occhi.
<Sono contenta che sia venuta. Sembra una brava ragazza.>
<Lo è.> Rispondo annuendo convinta.
<Ti rende felice?> Era così difficile, porsi prima queste domande? Parlare normalmente, senza urlare, o minacciarsi? Avremmo potuto farlo, e invece lei ha preferito barricarmi la strada, impedendomi di restarle accanto.<Si mamma, tanto. Mi dà la forza per andare avanti, un motivo per svegliarmi la mattina, la sua risata mi rallegra. Noi ci sposiamo.> Dico tutto d'un fiato, attendendo una risposta.
Mia madre annuisce, unendo quelle dita bianche e ossute, sul suo petto.<Mi sarebbe piaciuto esserci...>
<Ci sarai.> È la prima volta che ammette di essere felice per noi, cazzo non può andarsene, non adesso.
<Piper sii realista. Morirò in breve tempo, ed io l'accetto... Devi farlo anche tu.> Non vuole essere compatita, o perdonata. Si afferma ancora una volta, la donna che conosco.<Alex ti ama. E tu ami lei. L'ho visto da come vi guardate, ed ho capito che era quella giusta per te, quando hai saputo tenermi testa, mettendo in discussione la tua famiglia, per lei.> Respira affannosamente. Le dico che può rallentare, parlare più piano, ma lei è testarda e non mi farà certo ascolto adesso <Ti dò la mia benedizione. E un giorno, anche tuo padre lo farà. Sii felice Piper, è tutto quello che io non sono mai stata.>
Si addormenta, affaticata. Non avrei mai pensato che potesse ammetterlo, ma come dicevo, la morte ti guarda dritto negli occhi, scoprendo veramente chi sei.
Resto ancora qualche minuto in camera, stringendo la sua piccola mano, nella mia.
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Alex e Piper || #Wattys2016
Fiksi PenggemarAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...