ALEX:
La testa mi rimbomba, ho un fischio nelle orecchia che mi trapana da parte a parte. Provo a mettermi a sedere sul letto, ma la stanza inizia a girare vorticosamente.
<Cazzo.> Devo aver bevuto davvero troppo... Non riesco a ricordare, cosa sia successo.Il Sole batte sul mio volto, infastidendo la sensibilità della mia vista. Mi giro verso la finestra, per chiudere le tende, quando vedo una ragazza distesa nel letto...
Sobbalzo all'indietro impaurita.
I capelli della ragazza ricadono sul cuscino, coprendo il suo volto, ma sono sicura che non sia Piper, perché non ha il suo profumo, non dorme con la mano sotto al cuscino e non occupa tutto il letto.Mi prendo la testa fra la mani, maledicendomi da sola. Non posso averlo fatto. Non farei mai a Piper, quello che lei ha fatto a me...
Mi muovo lentamente, per non svegliare la sconosciuta e alzo le lenzuola, voglio controllare se è nuda, perché se così fosse... Sarebbe un problema.Scosto il lenzuolo, chiudo gli occhi e prego che non sia nuda.
Apro prima un occhio e poi l'altro, scoprendo che effettivamente è vestita, ha persino le scarpe indosso. È un buon segno.
Non saprò niente di più, finché non interrogherò la sconosciuta.La dondolo lentamente, ma non accenna a svegliarsi, allora metto più forza nel polso e con decisione la sveglio.
<Che c'è?!> Urla nel panico. Le dico di restare calma, che va tutto bene.
<Aah.> Sbadiglia e alza le braccia al cielo <Buongiorno Alex.>
Ah bene, sa il mio nome...
<Si... Buongiorno...> Si alza da letto, muovendosi con destrezza nella stanza.
Raccoglie una felpa da terra e la indossa velocemente. Effettivamente, nonostante il Sole splenda, tira molto vento e fa freddino oggi.Scivolo fuori dal letto. Giro i pollici nervosamente, tenendo lo sguardo basso.
Devo sapere cosa è successo.<Senti...> Com'è che si chiama?
<Marina.> Mi ricorda con un sorriso gentile.
<Si... Marina. Io ieri avevo bevuto troppo... Io e te non è che...> Lascio la frase in sospeso, penso che si capisca cosa intendo.
Marina mi guarda confusa, poi con un sorriso malizioso e lo sguardo perso nel vuoto, mi risponde
<Assolutamente si. Abbiamo fatto scintille.>Sbianco. Letteralmente. Non mi sento più le ginocchia, potrei crollare da un momento all'altro e la mia testa pensa subito a Piper.
<Sto scherzando.> Scoppia in una risata <Io sono etero. E tu non hai fatto altro che parlare della tua ragazza... Con la quale, a proposito, hai litigato di brutto.> Tiro un sospiro di sollievo, ma non mi rilasso a lungo.
Adesso mi ricordo. Ricordo tutto. Cazzo.
Che cosa ho fatto? Non posso perdere Piper. Io la amo, più della mia stessa vita! Non mi interessa il veleno che ci siamo sputate ieri sera, ha detto quelle cose, perché credeva che io l'avessi tradita.
Devo tornare oggi a casa e mettere le cose a posto. Non aspetterò un giorno di più.Chiedo gentilmente a Marina se può aiutarmi a fare le valigie, le dico che non importa ripiegare i vestiti, basta gettarli dentro e fare il prima possibile.
Dopo che abbiamo finito e riusciamo a chiudere anche l'ultima valigia, le dò una mancia, non molto elevata, ma pur sempre una mancia.
Marina mi ringrazia e mi augura buona fortuna con la mia ragazza, mi dice di tornare a salutarla, se mai tornassimo a Cuba, aggiunge che non vede l'ora, di sapere com'è andata a finire fra me e Piper.Sfreccio verso l'aeroporto.
"Avrei fatto meglio a scappare con Stella!" Il grido disperato e arrabbiato di Piper, rimbomba nella mia testa.
Le sue parole mi hanno ferito, moltissimo, ma non posso dargli peso proprio adesso.
Lo so che non lo pensava, lo so... Vero? Certo che non lo pensava, adesso devo correre a casa e rimediare.
"Con Stella!" Basta, basta, basta! Non devo ascoltarla, non devo.La fila per prendere il biglietto è lunghissima.
<Merda.> Non posso aspettare. Spintono le persone, scusandomi ed usando sempre la stessa scusa
<Perdonatemi devo andare al funerale di mia madre.> Beh, non posso ferire nessuno, perché mia mamma è già morta da tempo ormai. Ed io ho bisogno di arrivare a casa, il prima possibile.Dopo aver preso il biglietto di ritorno, corro verso l'imbarco e in meno di dieci minuti, sono già sul volo...
Sto arrivando Pipes.PIPER:
La casa è un disastro. Dopo aver chiuso la chiamata con Alex, mi sono sfogata tirando due pugni al muro. È uscito sangue dalle nocche, che ha macchiato il muro. Ho provato a toglierlo, grattandolo via con una spugna bagnata, ma ormai si è seccato, ed è rimasto l'alone. In più, non l'ho lavato via tutto, perché mi ricordava della litigata di ieri e non riuscivo a smettere di piangere, ogni volta che vedevo quella striscia rossa.
I pezzi di vetro sono ancora sparsi per il salotto, mi sono tolta quei piccoli pezzettini dalle gambe, lasciandoli nel corridoio.
Ci sono dei piccoli tagli sulla mia pelle, non ho neanche la forza di disinfettarli.La gamba del tavolino sì è rotta, adesso quel vecchio pezzo di legno, pende da una parte e, le riviste, le piantine e il centrino che vi erano appoggiati sopra, sono caduti per terra.
Vorrei correre lontano, senza voltarmi. Scappare da questo maledetto posto, che non fa altro che portarmi via le persone che amo. Ma non ho l'energia. La mia testa pesa sulle spalle, ma ho la mente incredibilmente vuota.
Perché è esattamente così che mi sento. Vuota e sporca.Non ho dormito. Sono rimasta nel letto a girarmi e rigirarmi, pensando ad Alex, mentre scopava quella barista. Come ha potuto buttare via tutto, in pochi secondi?
È così che lei si è sentita, quando io l'ho tradita? Sono una persona orribile, adesso mi sento anche peggio di prima.Sprofondo sul divano e mi raggomitolo su me stessa, portando le gambe al petto.
Chiudo gli occhi, nella speranza di addormentarmi, quando la porta si apre.ALEX:
Apro la porta di casa, che non assomiglia per niente ad un ambiente tranquillo e sereno, anzi... È una casa degli orrori!
Ci sono vetri sanguinanti dappertutto. Aloni rossi sulle pareti, lavati via malamente.<Piper!> La chiamo a gran voce. Il cuore esplode dentro al petto. Ti prego fa che stia bene! Le lacrime rigano il mio volto, tremo dalla paura. Sono sconvolta, allibita.
<Piper!> Continuo ad urlare, camminando velocemente, quando la vedo.È distesa sul divano, ha gli occhi socchiusi e la sua voce si sente a malapena. Le sue gambe sono graffiate e sanguinano. Le sue nocche sono riempite di croste marroni.
Rimango immobile sulla porta, non riesco a respirare, quando la vedo in quello stato. Ed è colpa mia. È colpa mia.
Lascio cadere le valigie e mi lascio trasportare dall'istinto, accorrendo in suo soccorso.
Mi siedo accanto a lei, prendendola fra le mie braccia. La cullo come una bambina appena nata, le accarezzo i capelli e glieli bacio, inalando il suo profumo.
Tutta la mia vita, è rannicchiata nelle mie braccia, stanca e sanguinante.
E non posso fare a meno di pensare che è colpa mia.
È colpa mia.
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Alex e Piper || #Wattys2016
أدب الهواةAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...