<Un'altra volta Alex?> Mi stropiccio gli occhi, guardo l'orologio appeso al muro del bagno. La tonalità giallastra, si confonde con il bianco delle mattonelle. Sono le tre e mezzo. Ed è la seconda volta che Alex si sveglia, urlando e strepitando nel letto, le mani tremano come quando hai un attacco di panico, gli occhi spalancati, colmi di paura e il sudore che le scende lungo la fronte.
<Sto bene. Torna a letto Piper.> Ha le braccia in tensione, poggiando le mani sul lavandino e puntando le unghie contro la ceramica, come se fosse gomma. Fissa il dentro del lavandino, il suo respiro è affannato.
<Lascia che ti asciughi...> Faccio un passo avanti, toccando il pavimento freddo con il piede.
Alex alza la mano, il suo tremore è evidente sotto la luce fioca.
<Ho detto... Va a letto.> Scandisce meglio le parole, credendo che non abbia afferrato il concetto.
È sempre così. Mi tiene a distanza, non permettendomi di aiutarla.
Ha messo una barriera fra me e lei, un muro invalicabile.<Lascia almeno che ti porti un bicchier d'acqua.> Incrocio le braccia al petto, aspettando una reazione, che non tarda ad arrivare.
Si volta verso di me di scatto, tenta di mantenere il controllo, ma la sua faccia è rossa come il fuoco, non per la rabbia, ma per qualsiasi cosa la svegli durante la notte.
Un ciuffo nero le è caduto davanti al volto, coprendo la parte destra della sua faccia.<Cazzo Piper, torna nel tuo fottuto letto!> Stringe i denti, imprecando contro di me. Se potesse griderebbe, ma i suoi nervi sono a fior di pelle, i muscoli sono tesi; riesco a vederli anche da sopra la sua pelle d'oca. Perciò le è impossibile urlare.
Vorrei poterla abbracciare, poterla aiutare, ma se è ciò di cui ha bisogno è che io resti nel mio, allora così farò.
Indietreggio, pensando a qualsiasi cosa che potrei dire, pur di calmarla, ma Alex mi sbatte la porta in faccia e sento che gira la chiave due volte, serrandosi dentro.In questo momento mi sento così inutile, impotente, di fronte a qualcosa che accade dentro di lei, una cosa che non posso definire, o afferrare, impercettibile e incontrollabile.
E credo che Alex mi allontani, proprio perché anche lei si sente come me, ed è terrorizzata.Rimango in piedi al centro della stanza, spostando il peso dalla punta dei piedi, sul tallone e viceversa, mi mordo il labbro così forte da farlo sanguinare. Ascolto ogni minimo rumore proveniente dall'interno del bagno, per capire se la situazione si sta evolvendo in meglio, o peggio.
Per lunghi istanti c'è un silenzio, interrotto da un singhiozzo agonizzante. Me la immagino li, a piangere seduta sulla tavoletta del water, premendo le mani contro la bocca, per non farsi sentire, per dimostrare a me, ma soprattutto a se stessa, che può farcela, perché è forte.
Vorrei correre da lei e afferrarle il volto, baciarle quelle labbra rosse e assicurarle che va bene crollare ogni tanto, che la debolezza non è una vergogna, ma il punto di forza.
Ed invece la porta resta chiusa....
Mi spinge via violentemente, guardandomi furiosa, ma poco credibile, perché ha l'aria distrutta.
La porta resta chiusa fra di noi. Poggio il palmo della mano contro il legno, sussurrando il suo nome.
<Alex non ce la faccio a restare fuori da tutto questo. Io lo so che sei forte, ma insieme possiamo esserlo il doppio. Non sfogare su di me la rabbia che ti porti dentro, accoglimi Alex. Accettami ti prego. Oddio ti prego Alex.> Scivolo contro la porta, porto le gambe contro il mio petto e scoppio a piangere.
Lo so che mi ha sentito, perché ha pronunciato il mio nome, ma dopo più niente.
Il silenzio è piombato tra di noi.Improvvisamente sento dei rumori provenire dal bagno, spazzole che cadono, vetri che si spezzano e armadietti che sbattano con violenza.
Quale orribile mostro sta abitando la sua anima?...
Un respiro profondo, un urlo straziante. Mi sveglio di soprassalto, girandomi verso Alex, che è già pronta a correre in bagno.
Le metto una mano sulla spalla, accarezzandola dolcemente, dicendole che va tutto bene.<Va tutto bene Alex. Ci sono io.> Continuo a ripetere. In un primo momento si calma, respirando profondamente, quando un lampo illumina di nuovo i suoi occhi, scuotendola di nuovo.
Si libera dalla mia presa e si alza dal letto, avviandosi velocemente verso il bagno.
<Aspetta ti prendo un...> La seguo, fin quando la porta si chiude di nuovo.È la situazione più brutta di tutta la mia vita. Quando ci siamo lasciate era orribile sapere che fosse lontana, ma essere lontane anche quando potremmo essere vicine, è un dolore lacerante.
Busso alla porta del bagno, chiedendole di aprire e ricevo sempre la stessa risposta: silenzio.
<Alex dimmi... Dimmi cosa devo fare, perché io davvero non lo so. Non lo so Alex.> I miei si chiudono da soli, sono così stanca.
Non dormiamo mai una nottata intera, lei mi caccia via ed io torno a letto, faccio finta di dormire, ma in realtà aspetto che lei si sdrai accanto a me e di solito passa un'ora, forse due, prima che esca dal bagno e poi si addormenta, dandomi le spalle.<Vattene! Torna nel cazzo di letto! Ora!> Urla con la voce rotta dal pianto, scossa da qualsiasi cosa che la sta afferrando da dentro.
Mi sdraio nel letto, tengo gli occhi aperti a forza, concentrandomi su un riflesso nell'angolo della stanza.
Aspetto un'ora circa, poi la serratura scatta e la luce del bagno illumina la stanza buia.
I passi di Alex sono così tranquilli e piatti, eppure rimbombano dentro la mia testa.Sento il materasso abbassarsi, quando si distende accanto a me.
Adesso che sta bene, tiro un sospiro di sollievo. Credo che Alex mi volti le spalle, ed invece sento la sua mano portare una ciocca di capelli dietro il mio orecchio e in seguito accarezzarli, con i polpastrelli.
Chiudo gli occhi, pretendendo di dormire. È inebriante sentire il suo tocco su di me.
Non una spinta o un urlo, un momento di tranquillità e amore, che mi godo fino in fondo.<Mi dispiace.> Sussurra nel buio <Perdonami Piper. Non posso portarti all'inferno con me.> Dice silenziosamente, lascia un bacio sulla mia guancia e si volta dall'altra parte.
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Alex e Piper || #Wattys2016
FanfictionAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...