Sembra una barzelletta.
Due belle ragazze vestite di lusso, al comando di un suv vecchio e scassinato.
Mi vien da ridere, ma in senso buono.<Questo è il ristorante.> Alex gira le chiavi, spegnendo il motore del suv. Con l'indice mi indica l'edificio davanti a noi.
Mi abbasso per vedere meglio.
Un edifico grande, con una facciata dipinta di rosso e qualche graffito fatto da dei teppisti.
Ha l'aria di essere uno di quei ristoranti poco gettonati, dove si conoscono tutti.<Non ti piace?> Domanda rattristita Alex. Con il dito gratta via nervosamente la pellicola dal volante.
<Certo che mi piace.> Le prendo la mano, lasciando un bacetto delicato sul dorso. Alex si rianima subito e scende dal suv in men che non si dica.Camminiamo mano nella mano, davanti a tutti, sembriamo una coppia normale e forse lo siamo veramente, lasciando perdere il passato... Potremo vivere una vira normale, tranquilla.
Entriamo nel locale, Alex dà il suo cognome al ragazzo davanti ad un libro, con su scritto tutte le prenotazioni.
Il cameriere controlla scrupolosamente e ci accompagna ad un tavolo.
L'atmosfera è rilassante, candele accese su tutti i tavoli, i fiori che abbelliscono l'intero ristorante e una leggera musica di sottofondo.<Vi porto il menù.> Dopo che ci siamo sedute, il cameriere scompare, lasciandoci da sole.
Alex si appresta a prendermi la mano, avvicino la mia alla sua. Il suo indica sfiora dolcemente il mio, il suo sorriso tocca il mio cuore, facendomi rabbrividire di felicità.<Qualche mese fa non avresti pensato a noi, così. Non è vero?> Chiedo, mentre nella mia mente ripercorro tutti gli sbagli e gli accartoccio, come se fossero un brutto tema, da buttare via e ricominciare da capo.
<Non avrei pensato a noi così, ma magari avremo fatto una cenetta nella lavanderia di Litchfiled, o avremo nascosto un cadavere nell'orto botanico. Sarebbe stato romantico.> Ridiamo come se non ci fosse un domani.
Non ridevo così tanto, da quando...
Da quando? Da troppo evidentemente.Il cameriere ci serve del vino rosso, che Alec si prende la responsabilità di assaggiare.
Sembra una specialista, con il calice in mano, mentre annusa il vino, forse nemmeno ci capisce niente, ma l'ammiro e ne rimango ammaliata.Prenotiamo due bistecche e delle patatine, nel frattempo beviamo due bicchieri di vino.
<Lo sai a che cosa ho pensato, quando sono uscita?> Mi domanda Alex, il suo pollice accarezza dolcemente la mia pelle.
<A che cosa?> Chiedo incuriosita, con Alex è sempre una sorpresa.
<Che le nostre vite sono sempre state frenetiche. Io lavoravo per un cartello della droga, tu hai lavorato con me, poi siamo andate in carcere...> Scuote la testa leggermente, poi fa un bel sospiro <E se tutto questo non ci bastasse Pip? Si voglio dire, se fra qualche anno ci annoiassimo ed ognuna decidesse di andare per la propria strada... Sarebbe insopportabile.> Le freme il labbro inferiore, tiene lo sguardo fisso sul cestino del pane.
<Alex, mi... Mi stai lasciando?> Chiedo con tremula, sfilando lentamente la mia mano dalla sua. Alex si affretta a riprenderla, per portarla di nuovo tra la sua.<Piper ma che sei pazza!? No, non ti sto lasciando. Dico solo, che dovremo trovare qualcosa da fare, tipo un... Hobby?> Domanda con voce fievole, sentendosi ridicola. Era una brava spacciatrice e il pericolo era pane quotidiano per lei, adesso parla di hobby...
<Hobby? Beh se non è niente che riguarda traffico di droga, o vendere mutandine puzzolenti... Ci sto!> Ci mettiamo a ridere. Il cameriere si sente a disagio ad irrompere nella nostra bolla di sapone, ma si scusa cortesemente e ci serve i nostri piatti, per poi camminare via impettito.Tagliamo insieme il primo boccone e lo assaggiamo lentamente, gustando il sapore.
La bistecca è buonissima.<Deliziosa.> Affermo sorridendo, senza alzare lo sguardo dal piatto, essendo troppo impegnata a tagliare la bistecca, ma Alex non risponde. Non dice niente.
Punto gli occhi su di lei.
È impassibile. Fissa un punto a bocca aperta, con gli occhi spalancati e le mani che tremano.<Alex... Alex tutto bene?> Le scuoto il braccio ripetutamente, prima di ottenere la su attenzione.
<Piper dobbiamo andarcene.> Abbassa la testa, credo che si stia nascondendo.
<Perché che... Che succede?> Mi guardo intorno, nel tentativo di trovare qualcosa o qualcuno di sospetto, ma niente. Allora le rifaccio la domanda.<L'uomo pelato, con il tatuaggio di un drago in testa. Lavora per Kubra.> Al pronunciar di quel nome, lascio cadere la forchetta e il coltello nel piatto allarmata <Lui pensa che io sia morta e adesso immagina la sua sorpresa, nello scoprire che sono viva e vegeta e sto mangiando in un ristorante nella sua zona.> Alex è chiaramente scossa e non posso biasimarla, ma dannazione perché siamo venute a mangiare nella sua zona?
<Come nella sua zona?> Domando un po' su di giri. Forse per la rabbia, forse per la paura.
<Non sapevo che era territorio di Kubra, ma quell'uomo non è qui per mangiare, sta riscuotendo la paga. Lo so perché, anch'io facevo così. Ti prego Piper andiamocene, prima che la situazione si complichi...>Alzo il braccio per chiamare il cameriere e gli dico di portarci immediatamente il conto.
Stringo la mano di Alex, rassicurandola che andrà tutto bene, che finché io sarò qui, Kubra non le farà del male, tantomeno uno scagnozzo del cazzo.
Finalmente arriva il conto e ce ne andiamo senza dare nell'occhio, ma appena mettiamo piede fuori, iniziamo a correre.<Cazzo, cazzo, cazzo.> Continua a ripetere Alex, appena entriamo a casa. <Merda, merda.> Queste sono le uniche due parole che sa dire in questo momento.
Si toglie le scarpe, lanciandole contro il muro. È tornata Alex paranoica. E questa volta io sono qui, per starle accanto.<Ok tesoro.> Le prendo la faccia fra le mie mani. I suoi occhi sono tutti rossi e lucidi, è una fontana che sta per esplodere.
Si tira indietro i capelli nervosamente e respira a fatica.
<Alex fai un bel respiro. Non è successo niente, va tutto bene. Stiamo bene.> Scandisco ogni parola, per farle arrivare chiaro il messaggio.<Non stiamo bene Piper!! Kubra lo sa, sa che sono viva e mi sta cercando per tutta la città, forse per l'intero Stato. Dannazione, sono morta.> Una lacrima nera scende lungo il suo bellissimo viso, il mascara inizia a colare irrimediabilmente.
<Alex guardami.> I suoi occhioni verdi corrono su di me impauriti, le bacio le palpebre e le dico di restare calma e di ascoltare.<Perché Kubra dovrebbe sprecare il suo tempo a cercarti, per tutto lo Stato, quando potrebbe fare migliaia di soldi spacciando? Alex va tutto bene. Lui pensa che sei stata fatta a pezzi e messa in un giardino botanico.> Riprende lentamente a respirare. <Va tutto bene. Tutto bene vedi?> L'abbraccio forte, baciandole il collo e accarezzandole i capelli.
Le sue mani stringono con forza le mie spalle, come se fossi uno scoglio a cui aggrapparsi, durante una brutta tempesta.<Mi dispiace Piper, non volevo rovinare tutto io...> Sta ancora piangendo, la sua voce esce a singhiozzi, il mio cuore si stringe.
<Alex è tutto ok. Non ti devi dispiacere, possiamo andare a letto prima e coccolarci.> Mentre parlo la riempio di baci, su tutto il volto.
Bacio le sue guance arrossate, la sua fronte aggrottata, il suo naso arricciato e le sue labbra morbide.Le tolgo gli occhiali e l'aiuto a levarsi il vestito, dopodiché mi spoglio anche io, ed entriamo sotto le coperte.
Stanotte sono io ad abbracciarla.
L'attiro vicino a me, il più possibile e aggomitolo le mie braccia attorno a lei, per darle senso di protezione.
Alex stringe forte la mia maglietta, forse ancora per paura ed appoggia la sua testa contro il mio petto.
Le asciugo le ultime lacrime, poi si addormenta dolcemente ed io la seguo nel sonno.
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Alex e Piper || #Wattys2016
FanfictionAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...