La risposta di Alex, prima di partire, è stata la carica giusta. L'adrenalina scorre freneticamente in tutto il mio corpo.
Non abbiamo avuto tempo di dire altro, ci siamo date un bacio e sono corsa via.
Adesso è ufficiale. Ci sposiamo.
Dobbiamo ancora preparare e decidere tutto, ma lo faremo. Lo faremo davvero. E non in prigione.Mi addormento sull'aereo, dopo tre bicchieri di champagne, che ho bevuto alla nostra salute.
Vengo svegliata di soprassalto dalla voce del pilota, che ci informa di essere arrivati, il viaggio è andato bene e non ci sono stati problemi.
Meglio così, perché di problemi ce ne saranno tanti fra poco!Scendiamo ordinatamente in fila. Mi dispiace aver lasciato Alex a Cuba, una parte di me vorrebbe essere con lei, ma sono contenta di essere tornata a casa.
Devo passare da casa, a lasciare le valigie... Poi andrò al bar e... In tutta questa confusione, non ho pensato a come rispondere a Stella. Il post-it diceva "ti aspetto al bar all'angolo." Perciò si riferiva a quel locale vicino casa dei miei, dato che ha lasciato lì il biglietto, ma non ha precisato il giorno, o l'ora, non ha nemmeno lasciato un numero di telefono... Non importa. Mi inventerò qualcosa.
Un passo alla volta.Mi fermo a casa, poso le valigie per terra, senza preoccuparmi di rimettere a posto i vestiti. Voglio togliermi il dente, prima lo faccio, meno ci penso.
Tolgo i vestiti che avevo indosso, prendo una t-shirt bianca dalla valigia e un paio di pantaloni neri, a vita alta. Dopodiché torno fuori, dove ho chiesto al tassista, se gentilmente potesse aspettarmi e lui, mi ha urlato che il tassametro continuava ad andare.Gli dò le indicazioni e ripartiamo in fretta.
Chissà che cosa starà facendo Alex... Starà bene, o forse no? Si starà divertendo, o sarà sul letto a girarsi i pollici e chiedersi se sia stata la giusta decisione?
Prendo il telefono dalla borsa, inviandole un messaggio*Tutto bene. Ho posato le valigie a casa nostra. Sto andando al bar. Ti amo.*
Semplice, conciso e diretto.
Fisso lo schermo aspettando una risposta, che non arriva in tempo. Siamo già arrivati e l'uomo con il capello di paglia, mi chiede la sua tariffa... Eccessiva, direi.Casa mia è proprio dietro l'angolo. È strano essere qui, a due passi dalla mia famiglia, ma non poter suonare al campanello e dire "Ciao mamma, ciao papà! Sono tornata prima, Alex sarà di ritorno a breve. Ceniamo insieme?".
È straziante, ma se la sono cercata loro.
Ho fatto la cosa giusta.Entro nel bar, guardandomi intorno nervosamente, credendo di trovare Stella seduta ad un tavolo, o su uno sgabello a bere birra. Non la vedo da nessuna parte. Non c'è.
Sospiro agitata.
Ho fatto tutta questa strada di ritorno, per... Per niente.<La piccola Chapman...?> Joe, il barista, mi chiama a bocca aperta. Sta pulendo un bicchiere, cercando di togliere gli aloni dal vetro, con un vecchio straccio sporco.
Mi siedo sullo sgabello di fronte lui, appoggio le braccia sul bancone di legno, intrecciandole.
<Ciao Joe.> Lo saluto sorridente.
<Porca miseria...> Appoggia il gomito sul bancone, continuando a pulire il bicchiere <Non sei cambiata per niente. Hai sempre quegli occhietti furbi e il sorriso smagliante di una volta. La piccola Chapman... Ma guarda un po'.> Sorride sconcertato.Al contrario di me, lui è cambiato molto. Ha la pancia gonfia, la barba folta e nera, gli occhi marroni impegnati nel fare il proprio lavoro.
Joe è sempre stato un amico. Dal primo giorno che sono entrata nel bar.
Qualcuno con cui confidarsi, senza aver paura che parli. Ne sente talmente tante qua dentro, che probabilmente la sera già non se le ricorda più.<Joe... È passata una ragazza con strani tatuaggi, capelli corti e...> Non so che altro aggiungere. Non ho altri aggettivi con cui descriverla, non la conosco così bene, da poter fornire una descrizione dettagliata.
<Ah...> Ci pensa su, lanciando lo sguardo al soffitto e torna a guardarmi, puntando il dito verso di me <Si. Si, è passata due giorni di fila... Oggi non l'ho vista.> Scrolla le spalle. Poggia il bicchiere pulito sulla sua destra e ne prende un altro sporco, per pulirlo.<Ha lasciato detto qualcosa?> Chiedo.
<No... no. Non mi sembra.> Risponde, un po' perplesso.
Ordino una birra, Joe mi dice che la offre la casa.Controllo il telefono. C'è un nuovo messaggio di Alex.
*Ok... Ti chiamo stasera. Ti amo.*
È stato inviato un'ora fa. Sono già le sette del pomeriggio, ma Stella non arriva. Forse è il momento di andare...
Mi volto per lasciare il locale, quando vedo i tatuaggi colorati e stravaganti di Stella. I suoi capelli corti, svolazzare sui suoi occhi.
Si guarda intorno, ha lo sguardo arreso, come se già sapesse che non mi troverà li... E invece, quando mi trova seduta sullo sgabello, sorride compiaciuta e viene verso di me, a grandi passi.Nel momento in cui lei si trova davanti a me, non provo niente. Le sono completamente indifferente.
<Chapman...> Alza la mano, per accarezzarmi i capelli, ma prima che riesca a toccarmi, la sposto e le faccio segno di sedersi.
Indossa una camicia di jeans, abbottonata, ma non troppo. Diverse collane, con ciondoli diversi e un paio di pantaloni neri, moderni.
Non l'avevo mai vista vestita in altre maniere, se non con l'uniforme del carcere.<Sei venuta.> Dice sorridendo, mentre ordina due birre.
<Io ed Alex ne abbiamo discusso, decidendo che era meglio venire.> La guardo con distacco, forse anche con superiorità. Non mi pento di quello che ho fatto. Sono convinta che un soggiorno nel carcere di massima sicurezza, sia stata la punizione giusta.
<Alex...> Gira e rigira il bicchiere tra le mani, ha un sorrisetto furbo, che chiaramente nasconde qualcosa<Stai ancora con lei? Sono colpita.> Finge di essere contenta per noi. Non sa mentire per niente.
<Non solo stiamo insieme. Presto ci sposeremo.> Ammetto sorridendo, pensando alla mia bellissima ragazza, che attualmente è dall'altra parte del Mondo, ma a breve camminerà verso un altare, con indosso un vestito bianco e il bouquet di rose. Le sue preferite.<Wow... Allora credo che non ci sia nient'altro da dire.> Fa per alzarsi e lasciare di nuovo la porta mezza aperta. La fermo, chiedendole di restare e finire la conversazione.
<Perché mi hai fatto venire qui?> Le chiedo direttamente, senza peli sulla lingua.
Fa un sospiro di auto incoraggiamento e per prendere ulteriore coraggio, ordina una birra.<Sto per partire. Io ed i miei amici andiamo in Europa. Volevo chiederti di venire con me, ma sei già impegnata...> Mi guarda con la convinzione di poter cambiare le cose. Illusa.
<Ti avrei comunque detto di no, anche se non ci fosse stata Alex. Perché tu mi hai fottuto Stella.>
<Anche tu mi hai fottuto.> Ribatte velocemente, ma senza togliersi quel ghigno dalla faccia.
<A maggior ragione, non potremo mai stare insieme. Ci siamo fottute a vicenda. Non può esistere un rapporto stabile, fra di noi.>
<Ah certo... Perché tu ed Alex non vi siete fottute a vicenda?> Più che una domanda, è un'affermazione.
Alzo il dito, pronta a ribattere, ma lo faccio scendere lentamente, fermandomi a pensare. Non posso smentirla, perché ha ragione. E la detesto per questo.<È una cosa diversa.> Tipica frase detta da chi vuole difendersi ad ogni costo, ma non ha niente in contrario da dire.
<In realtà, no. Ma non importa, hai scelto lei, dunque?> Chiede un'ultima volta, per avere la conferma.Abbasso lo sguardo sul pavimento, penso a quello che ha detto e... Sorrido.
È vero, io ed Alex ci siamo fottute a vicenda e ci amiamo più di prima, mentre io e Stella, ci siamo pugnalate le spalle, ma ci destiamo, beh perlomeno io si.
Ed è questo che contraddistingue la mia ragazza, da Stella: posso amare solo Alex, così incondizionatamente.<Puoi giurarci.> Concludo sorridendo.
STAI LEGGENDO
Alex e Piper || #Wattys2016
FanfictionAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...