<Sono qui Alex! Non mi lasciare, non mi lasciare!> Ci sono così tante persone ammassate in questo corridoio troppo bianco, so che sto urlando, ma la mia voce sembra così lontana. I rumori attorno a me sono caotici e disperati, richieste d'aiuto che solo Dio può ascoltare.
<Non mi lasciare, Alex!> Grido con tutta la voce che ho, quando una mano sconosciuta, divide le nostre dita intrecciate, allontanandola da me.
<Non mi lasciare...> Sussurro al vento, sperando che Dio mi ascolti.
Nove ora prima:
<Mi sei mancata.> Accarezzo il suo collo con il mio naso, tenendola stretta a me. È come svegliarsi dopo un lungo inverno freddo e scoprire che fuori c'è sempre stata la primavera.
<Anche tu mi sei mancata idiota.> Ride di buon gusto, con la mano afferra il mio mento, girandomi verso di lei, ed unendo le nostre labbra in un bacio che sa di lei, ma allo stesso tempo di libertà e vita.
Il telefono squilla, interrompendo la quiete del mattino. Alex sbuffa seccata, dandomi le spalle e afferrando il suo iPhone nero, per rispondere alla chiamata.
<Si... Pronto?> Si stropiccia gli occhi, ascoltando il misterioso interlocutore.
Dopo qualche secondo di silenzio, si volta verso di me, mimando la parola "Litchfield." Capisco che dev'essere una detenuta, che sta cercando di contattarla.
Preme il numero uno, accettando la chiamata.
Mi alzo sui gomiti, avvicinandomi a lei e accarezzandole i capelli neri, fino a scoprire completamente il suo volto, così da poter vedere i suoi zigomi scolpiti, ed i suoi occhi di ghiaccio, ma allo stesso tempo focosi.<Nicky?! Ok calmati... Che cosa? Non capisco... Per favore prendi un bel respiro!> Alex fa un gesto con la mano, come se Nicky potesse vederla e imitarla <Davvero? Porca troia certo. Ci saremo di sicuro! Cazzo Nicky, sono troppo contenta! Ok ciao.> Attacca, voltandosi verso di me con una faccia sconvolta.
Le chiedo più volte cosa stia succedendo, ma lei non dice niente, restando a bocca aperta, per poi esplodere in un magnifico sorriso.<Suppongo che siamo felici... Perciò...> Sorrido anch'io, baciandole le labbra, o almeno tentando, dato che non accenna a chiudere la bocca.
<Ok, quando ti sei ripresa ne parliamo.> Scivolo fuori dal letto, recupero il reggipetto e lo indosso. Faccio fatica a chiudere la zip dietro la schiena, quando finalmente ci riesco, sento il tocco di Alex accarezzare dolcemente la mia schiena, mi volto verso di lei, ammirando il suo sorriso a trentadue denti, la punta appuntita del suo naso, sfiora la mia, mentre le sue mani accarezzano i lobi dei miei orecchi.<Nicky sta per uscire, ha chiesto se possiamo passare a prenderla, perché onestamente non ha nessun'altro di cui potersi fidare. I suoi amici sono dei drogati, o sono morti per overdose, o sono in carcere per spaccio... Insomma. Dobbiamo preparaci, perché sinceramente non vedo l'ora di avere un'amica fuori di prigione, con la quale posso parlare ogni volta che mi fai impazzire.> Confessa baciandomi castamente, per poi correre in bagno a fare una doccia, ordinandomi di vestirmi.
Sono contenta che Nicky stia uscendo da Litchfield, ma non so perché la cosa mi preoccupa... Forse perché una volta Alex e Nicky sono state molto intime, troppo intime, ma voglio che anche Alex abbia qualcuno su potersi appoggiare, quando le cose si fanno difficili. Perché l'idea di saperla da sola, mi terrorizza.
...
Entriamo in auto, vestite come quando sono uscita io di prigione, solo che io indosso jeans diversi.
Alex si mette alla guida, non ha smesso di sorridere per tutto il tempo. Abbiamo acceso la radio, cantato e ballato, scatenandoci come non facevamo da tempo.<Ti amo.> Dice improvvisamente Alex, poggiando la mano sulla mia coscia e muovendola su e giù dolcemente.
<Io ti stra amo.> Le bacio velocemente una guancia, chiudendo gli occhi, quando le mie labbra sfiorano la sua pelle chiara, ed il suo profumo risveglia i miei sensi.
Stringo la sua mano, sopra al cambio manuale, intrecciando le dita.Quando torno al mio posto, vedo due luci grandi venire verso di noi, abbagliare il parabrezza, fino ad illuminare ogni angolo buio. Stringo più forte la mano di Alex.
Una gran botta, un millesimo di secondo, che può annullare la vita di entrambe, per sempre.
Luce, poi buio... Una faccia offuscata muove la mano davanti ai miei occhi, di nuovo buio.
Alex... Alex.
Provo a parlare, ma escono solo dei rantoli dalla mia bocca. Quello che dovrebbe essere un paramedico, mi fa segno di non provare a parlare... Dice altro, ma non capisco, non sento, le voci sono troppo lontane, smorzate.<A...Alex..> Pronuncio il suo nome con tutta la forza che ho in corpo. Un brivido percorre la mia spina dorsale, metto a fuoco la persona davanti a me, un uomo sulla quarantina, capelli castani e occhi a mandorla.
Tento di alzarmi, avvertendo un dolore al fianco. L'uomo mi riappoggia per terra, pregandomi di non muovermi.<Devo trovare la mia ragazza.> Gli spiego, il dolore si fa sempre più acuto.
<Non deve muoversi. Come si chiama signorina?> Non rispondo subito alla sua domanda, guardandomi attorno, nell'intento di trovarla, ma non la vedo da nessuna parte.
<Piper.> Dico dopo che me l'ha chiesto la terza volta.<Ok Piper, dobbiamo fare i controlli.. Resta a terra.> Scandisce ogni parola, afferra il mio mento voltandomi verso sinistra... E la vedo distesa a terra, la sua chioma nera è inzuppata in una pozza di sangue rossa.
Perdo il controllo, alzandomi contro la volontà del paramedico e camminando a stento verso di lei.
Anche se è a pochi metri da me, rischio di perdere l'equilibrio più di una volta e poi, arrivo da Alex, mi inginocchio accanto a lei. Le bacio la fronte, e stringo la sua mano fredda fra le mie tremanti.<Svegliati Alex, svegliati, svegliati.> La supplico piangendo. Le lacrime scorrono lungo il mio volto, solcando dei graffi sulle mie guance.
Un paramedico la distende sopra una barella, ordinando ad altri specialisti di caricarla in ambulanza.
Mi siedo al suo fianco, senza lasciare nemmeno per un secondo la sua mano.
È così fredda, che fa paura, per riscaldarla le bacio il dorso, poi stringo il suo palmo contro il mio, ripetendole di svegliarsi....
Arrivate in ospedale, il mio terrore di perderla si fa sempre più forte, insopportabile.
<Sono qui Alex! Non mi lasciare, non mi lasciare!> Ci sono così tante persone ammassate in questo corridoio troppo bianco, so che sto urlando, ma la mia voce sembra così lontana. I rumori attorno a me sono caotici e disperati, richieste d'aiuto che solo Dio può ascoltare.
<Non mi lasciare, Alex!> Grido con tutta la voce che ho, quando una mano sconosciuta, divide le nostre dita intrecciate, allontanandola da me.
<Non mi lasciare...> Sussurro nell'aria, sperando che qualcuno lassù mi ascolti.
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Alex e Piper || #Wattys2016
FanfictionAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...