Mi sveglio in un letto comodo, con delle lenzuola morbide, non ruvide come carta a vetro. E soprattutto la mia ragazza, abbracciata a me.
Il suo nasino preme contro la mia spalla, solleticandomi leggermente la pelle.
Non riesco a vederla, ma sorrido al pensiero che lei si sia addormenta così.Scosto a malincuore il suo braccio dal mio ventre e lo copro con il lenzuolo. Scivolo giù dal letto prudentemente, facendo attenzione a non svegliarla.
Voglio prepararle io la colazione: adesso che posso, la voglio sorprendere.Mentre mi avvio verso la cucina, noto una porta socchiusa, dalla quale scorgo una doccia. Una doccia vera.
Apro lentamente la porta, come se fosse l'armadio per entrare a Narnia.Le mattonelle sono pulite, c'è profumo di detersivo. Alex l'ha lavato più volte, deduco. Il lavandino risplende e il gabinetto funziona... Funziona! E c'è la porta in questo bagno.
Sto vivendo un sogno.Mi spoglio velocemente, con il sorriso di una bambina stampato in faccia.
Lancio i vestiti in un angolo ed entro sotto il getto d'acqua.
Decido di farmi una doccia calda, non per riscaldami, fa già abbastanza caldo fuori, ma era da un'eternità che non avevo il privilegio di sentire l'acqua calda scorrere sul mio corpo.Mi lavo con il sapone, l'unico che trovo in doccia. È il preferito di Alex. Muschio e mirtilli. Un incrocio strano, ma Alex lo adora e ho imparato ad adorarlo anch'io, ogni volta che ci lavavamo insieme, usavamo muschio e mirtilli, per questo mi piace.
Mi ricorda il gran bel sesso con Alex.Dopo essermi lavata adeguatamente, indosso l'accappatoio della mia ragazza, ha il suo profumo.
Mi avvio verso la cucina con un sorriso a trentadue denti ed apro il frigo.
Non c'è quasi niente.
Pensavo di prepara una colazione ricca e gustosa, ma credo che Alex dovrà accontentarsi di uova e bacon.Mentre le uova friggono, posiziono due tovagliette rosse con delle stampe di tazzine di caffè sulla parte frontale.
Apro tutti gli armadietti, alla ricerca di piatti, trovandoli nell'ultimo armadietto, sopra al forno.
Riempio i bicchieri con succo d'arancia rossa e quando è tutto pronto, le uova sono pronte.Afferro la padella dal manico e prendo una spatola, per mettere le uova nei piatti.
<Oh mio dio!> Mi prendo uno spavento, quando trovo Alex di fronte a me.
Pensavo che stesse dormendo beata, ma sono contenta che sia qui.
<Hai fatto la colazione?> Chiede tranquillamene, controllando il tavolo ben organizzato.
<Volevo fare qualcosa per... Per te.> Per un secondo mi sento in imbarazzo, come se fossimo alla nostra prima uscita, perché in effetti io ed Alex siamo sempre andate molto di fretta, bruciando le tappe Qualche giorno prima di uscire, abbiamo
deciso di viverci a pieno, che non aveva senso andare a vivere in due case diverse, perché era come se non ci fossimo mai lasciate.
Volevamo iniziare la nostra vita insieme, com'era giusto che fosse.Per questo, quando mi guarda con quel sorrisetto e gli occhi allegri, mi accorgo che stiamo vivendo una vera convivenza: non è segreta, non siamo in prigione e non stiamo commettendo atti illegali.
Siamo due persone normali, innamorate, nella nostra casa, ed io le sto preparando la colazione.<Quello è il mio accappatoio?> Mi indica, con un sorrisetto strano. Ho ancora la padella in mano e le uova si stanno raffreddando, ma a nessuna delle due interessa, stiamo giocando a fare le casalinghe.
<Si scusa. Ho fatto una doccia, una vera doccia! E non potevo rimettere i vestiti sporchi, né entrare in camera, altrimenti ti avrei svegliata e allora...> Mi guardo, muovendo le dita scalze.
<Vieni qua.> Mi fa il segno con il dito, il suo abituale gesto.
La guardo piegando la testa e sorrido, Alex afferra la cintura dell'accappatoio e mi avvicina a lei. Devo stare attenta alla padella, per un pelo non gliela sbatto in testa.
<Attenta.> Rido, mantenendo la padella in alto, mentre lei sposta i miei capelli, lasciando libero il collo e lasciando un bacio dolce e leggero.<Grazie...> Mi dà un bacio gentile sulle labbra <Per...> Un altro, ed io sorrido ogni volta che le sue labbra si attaccano e staccano dalla mia bocca <La...> Le sue mani massaggiano i miei fianchi e le sue labbra premano contro le mie <Colazione.>
Ci sediamo al tavolo ed io metto l'uovo nel suo piatto, poi nel mio e vado a spegnere il bacon, per servirlo.
<Com'è buono? Sono un po' fuori allenamento.> Dico ridendo.
<È buo...> Alex sorride, mentre mastica a fatica il boccone. Tossisce più volte e beve lunghi sorsi di succo.
<No, è così pessimo?> Domando scoraggiata.
<No, no! È buono... È un po' salato, ma buono eh.> So che Alex mi ama e per farmi felice direbbe di tutto, per questo assaggio personalmente le mie uova.Non sono solo salate, sono anche troppo piccanti e il bacon sembra gomma.
Sputo tutto nel piatto e lo copro con un fazzoletto di carta.
<Prenderò delle lezioni di cucina, prometto.> Dico ridendo e anche Alex si mette a ridere, lanciando la testa indietro.
<Pip non c'è bisogno.> Controlla la sua risata e mi afferra la mano <Fai schifo a cucinare, ma non ti amerò meno per questo.>
<Oh confortante, no davvero confortante.> Ridiamo un altro po' della mia colazione, anzi del mio tentativo fallito di colazione e poi Alex si sporge sul tavolo, per darmi un bacio ed io le vado incontro, baciandola ancora e ancora.
E potremo saltare anche la colazione, per tornare a letto, ma suona il telefono...<È il mio!> Dico e corro a prenderlo. Era una vita che non sentivo la suoneria squillare.
Alex mi raggiunge, come una ragazza premurosa e gelosa. Rimane in piedi sulla soglia della porta e si morde il labbro, mentre io prendo il telefono in mano.Quando vedo il nome sullo schermo, apro le braccia a mi distendo sul letto, sbuffando.
<È mia madre.> Dico.
<Oh beh allora, andrò a buttare la colazione nel cestino.> Ammette sorridendo, ed io le lancio un cuscino, ma sbatte contro la porta, perché Alex l'ha già chiusa.<Pronto?> Prendo il coraggio di rispondere e aspetto che mia madre mi faccia la predica, perché non l'ho avvertita di essere uscita.
<Ma ti pare Piper?! Esci di prigione e non avvertimi tua madre?> Già me la immagino. In piedi appoggiata al bancone della cucina, accanto al quadro di Picasso, con la cornetta in mano, mentre mi parla con superiorità, si tocca la collana di perle, ed io sono distesa su un letto che odora ancora di orgasmo e indosso un accappatoio, perché non ho avuto modo di disfare il sacco delle mie cose, essendo uscita di prigione soltanto ieri.
Non siamo per niente uguali.<Mamma non ho avuto tempo... È stata una cosa improvvisa.> Mento. In realtà mi avevano dato un preavviso di una settimana, ma non avevo avvertito mia madre, non volevo tornare a casa, volevo venire da Alex e mia madre non me l'avrebbe permesso.
<Hai dormito in albergo Piper? Vuoi che ti venga a prendere?> Domanda con tono scosciato, anziché affettuoso.
La sua voce mi manda fuori di testa.
Non resisto più.
<No mamma. Non voglio che vieni a prendermi, perché non sono in albergo. Sono a casa mia, con la mia ragazza e vivrò con lei d'ora in poi, alla fine di una strada di periferia, senza tappezzeria moderna, o quadri pregiati e comprerò i miei vestiti ai piccoli negozi, nessun più abito firmato. Vivrò con la mia ragazza la mia vita, perché io la amo. Sì proprio così, amo Alex e non tornerò mai indietro, perché lei c'era per me, nonostante tutto c'è sempre stata e tu ti vergognavi persino di dire alle tue amiche la verità. Perciò mamma, no, non venire a prendermi.> Quando finisco il mio discorso faccio un bel respiro e riprendo fiato. Finalmente mi sono liberata di un peso.
Mi rimetto a sedere sul letto, sentendomi più libera e fiera di me stessa.
Alzando lo sguardo, trovo Alex in piedi davanti alla porta, che mi guarda con un gran sorriso in volto.
Non mi ero resa conto che fosse qui, ma solo la sua presenza, mi ha dato la forza e adesso me ne dà ancora di più.Viene a sedersi accanto a me, con gli occhi lucidi e mi stampa un bacio sulle labbra, stringe la mia mano forte, mentre mia madre inizia il suo discorso dall'altra parte...
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Alex e Piper || #Wattys2016
FanfictionAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...