Capitolo trentadue

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ALEX:

L'uomo con la giacca rossa, è seduto al bar, sorseggia una birra media, bagnando i folti baffi che sbucano sulla sua faccia.

Prima mi sarei avvicinata con passo sicuro, messo nelle sue mani la roba e sorriso spavaldamente, magari mi sarei anche fermata a bere qualcosa, fingendo di stare al suo gioco e proprio quando la situazione si surriscaldava, me ne andavo con superiorità, lasciandolo a bocca asciutta... Adesso, non riesco nemmeno a muovermi, sono paralizzata al pavimento, i miei piedi si rifiutano di collaborare.
Non voglio tornare a Lifchfield, quel posto mi ha distrutta, più di quanto abbia fatto io.
Ma l'unica cosa di cui ho veramente paura, è che la cosa si ritorca contro Piper e le ho già portato tanta merda, non le darò altri problemi.

L'uomo si gira verso l'entrata, controllando e catalogando ogni persona che vede.
Non so come faccia, ma quando i suoi occhi si posano su di me, alza la testa e mi fa segno di avvicinarmi.
Deglutisco, la saliva passa per il mio esofago come piombo.
Respiro profondamente, cercando di recuperare la vecchia me, quella coraggiosa e sfrontata, ma non ci riesco.
L'unico motivo che mi smuove è sapere che lo sto facendo per l'incolumità di Piper.

Ad ogni passo che mi avvicina a lui, mi ripeto che lo sto facendo per Pip, per lei e solo per lei. Sono forte, posso farcela... L'ho già fatto.

<Siediti.> Mi indica lo sgabello, tirandolo indietro per me. Sorrido nervosamente, sedendomi e ordinando una birra.

<Ce l'hai?> Biascica, sputando nel piatto vuoto accanto a lui. Annuisco impassibile, non voglio che noti la mia paura, sono brava a nascondere i sentimenti, anche se il mio cuore sta accelerando e le mie gambe tremano.

Gli passo la coca sotto al tavolo, posandola sulle sue gambe. L'uomo abbassa lo sguardo, afferrando rapidamente il pacco e infilandola sotto alla giacca.
Si guarda intorno, assicurandosi che nessuno abbia notato niente.

<È la prima volta?> Chiede sbuffando e sorridendo, facendomi capire che lui è nel giro da parecchio tempo. Conosce ogni mossa, nei minimi dettagli e probabilmente io ho sbagliato qualcosa, perché lui l'ha visto subito.

<Diciamo.. Diciamo di sì.> Un po' lo è. La prima volta che sono insicura, la prima volta che tremo all'idea di essere beccata, mentre prima me la ridevo.

<Sei una bella ragazza, mi sembri anche molto scaltra... Tiratene fuori, prima che sia troppo tardi.> Il suo sguardo è perso dentro alla schiuma della birra, chissà quali ricordi stanno invadendo la sua mente.

Bevo un sorso di birra, asciugandomi le labbra alla manica della maglia.
<Mi sa che è troppo tardi, per tirarsi indietro.> La mia voce si spezza, immaginando cosa succederebbe, se lo facessi.
Potrei scappare, ma Kubra mi troverebbe.
E non cercherebbe solo me... Questa volta non si fermerebbe, non gli basterebbe prendere soltanto la mia vita.

L'uomo mi passa i soldi da sotto il tavolo, gli afferro con la mano tremante e gli infilo al sicuro nella borsetta, chiudendo la cerniera, per non rischiare.

Finisco la birra, non parliamo più, ci limitiamo a sorseggiare la nostra bevuta e rispettare i nostri ruoli. Quando nel bicchiere rimane solo un po' di schiuma, mi alzo dallo sgabello, tirando fuori i soldi per saldare il conto.

<Ferma.> La mano ruvida di Halton, blocca la mia contro il bancone. Respiro più affannosamente, sono impaurita per quello che potrebbe chiedermi adesso.
Lui nota la mia paura, così lascia la mia mano e fissa davanti a se <Pago io.>

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora