Alex è rimasta con me tutta la notte, mi ha abbracciato, consolato, fatto scorta di fazzoletti profumati e stamani, mi ha servito la colazione. Mi sento terribilmente in colpa.
Quando è morta sua madre, io non c'ero per lei, ed anche se le situazioni sono molto diverse e le cose sono decisamente migliorate adesso, non posso evitare di respingere i sensi di colpa.Larry ha saputo tutto, gli ho raccontato cosa è successo solo poche ore fa, quando ha chiesto, come mai avessimo fatto tanto baccano, durante la notte.
<Andrai al funerale?> Domanda Larry. Sta mangiando una ciotola di cereali, con il latte. Alex mi stringe la mano, accarezzando leggermente il dorso con il pollice.
<No, mia mamma non voleva un funerale. Ha sempre destato l'idea di essere ricordata, solo perché morta.> Mantengo lo sguardo sul tavolo, concentrandomi su ogni crepa, contandone una ad una, solo per tenere la testa occupata.<Però mio fratello mi ha mandato un messaggio, informandomi che mio padre darà una cena stasera, a casa loro, in suo onore. Solo parenti stretti.> Preciso. Passo l'unghia dell'indice in mezzo alle crepe davanti a me, seguendo la loro andatura, fin alla fine e passando alla successiva.
<Tecnicamente... Quella è casa tua adesso.> Mi ricorda Larry. Alex non dice niente, lo sa come ci si sente, quando si perde una persona cara, quando la si perde per sempre.
E sono grata del suo silenzio, è esattamente ciò di cui ho bisogno, ma Larry non può capire e continua a farmi domande su domande, alle quali, per non essere scortese, rispondo.<Lo so, ma non posso cacciare mio padre, dalla casa in cui ha vissuto per tutta la sua vita, insieme a mia madre. Me la crederà, quando si sentirà pronto.> Non muovo un muscolo, mentre parlo. Sento lo sguardo della mia ragazza, su di me, che mi dà la forza, per rispondere, ma i miei occhi sono focalizzati sul tavolo, la mano penzolante nel vuoto e l'altra, in quella di Alex.
<Sei troppo buona con lui, insomma tuo padre...>
<Basta.> Lo interrompe Alex, in modo scorbutico <Adesso basta Larry. Lasciamola riposare, ne riparleremo.> Anche se il nostro ospite, è già pronto a replicare, Alex non glielo permette.
Si alza di scatto, guardandolo di traverso e con aria minacciosa, viene dietro di me e mi aiuta ad alzarmi, dicendomi che è meglio se dormo qualche ora, prima di andare alla cena.Mi accompagna in camera, distendendomi con cautela suo letto. Come se fossi un vaso di cristallo, pronto a rompersi, da un momento all'altro.
Mi copre il busto con il lenzuolo, spegne la luce e si alza dal letto, incamminandosi verso l'uscita.
<Alex.> Le afferro la mano, lei si volta di scatto, cercando il mio sguardo, nel buio. <Stasera... Vorresti venire con me?> Chiedo imbarazzata. Ancora non riesco a dimenticare, ciò che io le ho fatto, quando sua madre è morta.
Lei stava provando questo dolore ed io, l'ho lasciata da sola. Non posso perdonarmelo.
<Non c'era nemmeno bisogno di chiederlo, amore mio.>
Le sue labbra si posano sulle mie, decentrate, essendo al buio della stanza. L'afferro per le guance, spostando la sua testa verso destra, di modo che le sue labbra, combacino perfettamente con le mia....
<Piper, Alex!> Siamo arrivate in anticipo, a casa di mia madre, o meglio... Casa mia. Ero molto preoccupata, che mio padre potesse farne una questione di stato, se solo avessimo ritardato di qualche minuto. Così, ho istigato Alex, ad arrivare una mezz'ora prima.
Mio fratello è già qui, insieme a sua moglie e suo figlio.
Il piccolo Buck, corre verso di me, con un giocattolo in mano, a forma di camion rosso e tende le braccia verso il mio collo.
Mi abbasso leggermente, accogliendolo in un abbraccio.
I bambini sono sempre in grado di farti cambiare umore. Sono sempre felici e ciò che accade intorno a loro, non gli turba minimamente.
Quando quel batuffolo, si ritrova fra le mie braccia, un sorriso sincero si fa spazio sul mio volto.<È cresciuto il piccoletto.> Faccio giocare Buck con il camion, metto a disposizione il mio braccio, per fornirgli da un'autostrada.
<È un vero campione.> Dice orgoglioso mio fratello, prendendo Buck fra le sue braccia e spostandosi in sala da pranzo, assieme agli altri.
Io ed Alex, restiamo per qualche secondo in salotto. Le faccio vedere i quadri appesi in bella vista, sopra al divano.
Ci sono io con il culetto di fuori, che gattono sul letto di mia madre madre, rivolgendole un gran sorriso spensierato.
In un'altra foto, io e mio fratello stiamo scartando i regali di Natale e lui sta piangendo, per non aver ricevuto il gioco della play che desiderava tanto, mentre io ho l'ennesimo libro in mano. Un regalo non richiesto.
Nell'ultima foto, siamo tutti insieme.
Mio padre in alto a destra, stringe me in braccio, con il suo solito ghigno sulla faccia. Mia mamma ha il braccio sulle spalle di mio fratello, lui si aggrappa ai pantaloni di lei.
Nessuno, a parte mio fratello, ha un sorriso felice in quella foto.<Eri una bellissima bambina Piper Chapman.> Commenta Alex. Le sue mani scivolano sulle mie spalle, inclina la testa e mi sorride, come solo lei sa fare. Si avvicina a me, senza baciarmi, ma abbracciandomi forte. <E adesso sei una meravigliosa donna.> Mormora al mio orecchio.
La stringo più forte a me, baciandole la guancia e poi la guardo negli occhi.
Quello sguardo profondo e brillante, è il più bello che abbia mai visto.<È grazie a te, se sono diventata quello che sono. Hai letteralmente cambiato la mia vita, in meglio. > Con l'indice e il medio, accarezzo la sua guancia sorridente.
<Beh tu mi hai salvato la vita.> Mi bacia delicatamente, poi preme con più forza le sue labbra. Ha sempre un buon sapore, ma dopo questa sua confessione, è anche più buono del solito.
Mentre ci stiamo baciando, arriva mio padre nella stanza, sbucando alle nostre spalle. Ci guarda disgustato, arrabbiato e deluso.
Sposta lo sguardo da me a lei, da lei a me. Non sa che cosa dire, poi esplode in una rabbiosa collera.<Fuori da casa mia!! Non voglio una figlia come te! Stupida, incompetente, criminale e pure lesbica! Mi fai schifo Piper, non sei degna di portare il mio cognome! Adesso basta, ho sopportato fin troppo. Uscite subito!!> La sua voce roca, trafigge il mio corpo, come un coltello diritto al cuore.
Intanto, tutti i parenti di sono radunati nella stanza, assistendo allo spettacolo.Io e mio padre ci guardiamo, entrambi con aria di sfida. Si aspetta una risposta, ma non l'avrà.
Afferro la mano di Alex e la trascino via, lontano da tutto quelle persone, che ormai non reputo più la mia famiglia.
Alex è la mia famiglia, lei e solo lei.Chiudo la porta rossa alle nostre spalle. Non sono triste, o delusa, perché conosco mio padre e non è affatto un uomo buono, ma sono arrabbiata, per ciò che ha detto di me, di Alex.
Tornerò presto, a pareggiare i conti.
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Ciao a tutti!
Scusate se ho aggiornato poco negli ultimi giorni, ma sono in vacanza e me la sto godendo ahahah.
Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Il prossimo uscirà domani, da giovedì, ricomincerò a pubblicare 2 capitoli al giorno.Grazie a tutti per i commenti carini, per lasciare mi piace e per dedicare tempo alla lettura della mia storia.
Grazie grazie grazie. Ciao :)
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Alex e Piper || #Wattys2016
FanfictionAlex Vause e Piper Chapman. La loro storia inizia in un semplice bar, ma le loro strade continuano ad incontrarsi... Commettono atti illegali, uno per i quali, finiscono dentro. La loro storia è tormenta, ma non possono fare a meno di stare l'una...