Capitolo quarantacinque

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Le sue labbra premano contro le mie, con forza. Le sue mani afferrano il bordo della mia maglietta, cercando di toglierla violentemente.

<Woo.. Alex. No, non così.> Abbasso la maglietta, coprendo la pancia ormai scoperta.
<Non so dove sei stata, cosa hai fatto... sei tornata improvvisamente, dovremo parlarne.> Incrocio le braccia al petto, Alex lancia la testa all'indietro seccata, poi posa il suo sguardo su di me, è così focoso, che posso sentire la pelle bruciare.

<Non ho voglia di parlare.> Fa un passo avanti, baciandomi con più passione, le sue mani scorrano sulla mia schiena, posso sentire le sue unghie attraverso il tessuto della maglietta.
Per la seconda volta, indietreggio guardandola male.

<E io non voglio fare sesso.> Mento. Certo che lo voglio. Alex è l'unica persona che desiderio, in ogni momento, ma ho paura che la sua sia una reazione istintiva e che domani mattina, quando mi sveglierò, lei non sarà più accanto a me.
<Invece si, lo vuoi.> Scandisce parola per parola, sussurrando ad un palmo della mia faccia.
<Io...io...> Balbetto, incantata dal tremore delle sue labbra umide e rosse.
Alex accenna un sorriso, premendo nuovamente le sue labbra contro le mie. Mentre la sua lingua si fa spazio nella mia bocca, mi distacco per un secondo dal bacio, la guardo negli occhi, pregandola

<Domani mattina voglio svegliarmi accanto a te.> Le dico, facendole capire che sono disposta a darle ciò di cui ha bisogno, ma che dovrà farlo anche lei.
Alex esita, prima di annuire. Si lecca le labbra desiderosa, questa volta sono io ad avventarmi su di lei.

Le sfilo la maglietta, sentire la sua pelle contro la mia, è una sensazione magnifica. Il suo profumo invade le mie narici, eccitandomi ancora di più.
Alex mette la mano dentro ai miei pantaloni, sganciando prontamente il bottone.

L'afferro per la nuca, spingendola contro il mio petto, contro il mio cuore. Alex bacia la mia pelle, mentre con un dito entra dentro di me.
Alza la testa solo per spingermi contro il muro e poi riprende a baciarmi, intorno al collo, sul petto, sui seni.

Prima di venire, le tolgo la mano, poggio le mani sulle sue spalle, senza perdere il contatto visivo e la sbatto contro il muro, inginocchiandomi davanti a lei.
Vista dal basso, sembra ancora più bella.

Tiro il filo dei suoi pantaloni, calandoli fino alle caviglie. Le bacio l'interno coscia, Alex appoggia la testa contro il muro, gemendo.
Le sfilo le mutandine, le lascio un bacio delicato sul bacino, prima di immergere la lingua sul suo punto debole.
Alex afferra i miei capelli, stringendoli con forza e ansimante mi prega di non smettere.

Mi aggrappo ai suoi fianchi, attirandola più vicina a me e muovendo più velocemente la lingua, quando lei urla il mio nome e la sua voce piena di piacere, riecheggia in tutta la casa, insinuandosi sotto le pareti, fra i colori dei quadri, nelle vecchie stanze, alzando la polvere che si è depositata sui mobili, ormai abbandonati.

Mi rialzo, lasciando dei baci caldi lungo tutto il suo corpo.
I nostri occhi si scontrano, animati da una passione irrefrenabile, ma soprattuto da un amore indimenticabile.

Intreccio le due dita alla mia, accompagnandola nella mia camera da letto.
Ci distendiamo l'una accanto all'altra, mantengo la presa salda alla sua mano, ho paura che possa svanire da un momento all'altro e lasciare nella mia mano, solo polvere.

Porto il suo braccio attorno alla mia vita e saltello all'indietro, unendo i nostri corpi.

<Non mi lasciare.> La imploro nel buio della stanza, con la voce rotta, perché sento la necessità di piangere... Piangere per i giorni in cui lei non è stata qui, o per quelli che forse non trascorrerà con me.
<A questo punto, direi che è impossibile.> Mormora baciando il lobo del mio orecchio... Rassicurata dalla sua affermazione, mi addormento beatamente.

...

Un raggio di sole si posa sulla mia faccia, riscaldandola. Mi sveglio lentamente, sbatto più volte le palpebre, perché il Sole batte preciso sul mio volto.
Mi volto verso Alex, sorridendo pacificamente, ma il letto è vuoto.
Le lenzuola sono disfatte, ma lei non c'è.
Scendo velocemente dal letto. Il sangue ribolle nelle mie vene, me l'ha promesso, deve essere qui.

Scende due scalini per volta, urlando il suo nome in tutta la casa, controllo in salotto, in bagno e poi la vedo. È seduta al tavolo di cucina, con un caffè fra le mani.

<Ah buongiorno.> Mi dice appena mi vede, continuando a sorseggiare il caffè.
<Buongiorno...> Rimango in piedi, spostando il peso del mio corpo da un piede all'altro, senza avvicinarmi di un centimetro.

Mi guarda confusamente, mi fa segno di sedermi ed io annuisco, prendendo posto davanti a lei.

<Dove sei stata?> Domando direttamente. Non posso girare intorno all'argomento, entrambe sapevamo che avremmo dovuto affrontarlo, una volta che il Sole sarebbe sorto, se è rimasta qui, vuole dire che è pronta a farlo.
<In Texas.> Beve un altro sorso di caffè.
In Texas? È stata in Texas... Okay, va bene.

<Che cosa hai fatto?> Mi mordo il labbro inferiore, non oso immaginare come abbia soggiogato il dolore.
<Vuoi la verità?> Chiede, ed io rispondo di sì. Alex posa la tazzina di fronte a se, unisce le mani sul legno e si schiarisce la voce... Quando fa così, non porta mai buone notizie.

<Mi sono ubriacata come non mai, ho vomitato così tanto che credo di non avere più parte dello stomaco. E poi, sono andata ad un bordello.> Mi guarda diritta negli occhi, senza negare ciò che ha fatto, o omettere particolari. Non si vergogna di ciò che è successo, perché il dolore può farti impazzire... Andare ad un bordello, non è fra le cose peggiori, ma non posso dire che mi faccia piacere.

<Ad un bordello... Bene...> Deglutisco. Vorrei chiederle quante volte, con chi, ma ci pensa lei a rispondere alle domande, che mi sono posta solo nella mia testa.

<Ci sono stata cinque volte, con la stessa ragazza, ma non ho mai concluso niente, perché io pensavo a te, solo a te.> Ammette. Un sorriso spontaneo nasce sulle mie labbra. Sapere che è il suo cuore è sempre rimasto vicino al mio, anche quando era con un'altra persona, mi fa sentire bene.
Quando io ho detto ad Alex che sono sua e lei ha ricambiato, non era una semplice frase, per addolcire il momento. Era la verità.
Questo ne è una chiara evidenza.

<Senti Piper. Non mi importa se ci sposiamo, o no, voglio solo avere la certezza che non te ne andrai, che sono la persona che tu ami e che non lascerai per niente al Mondo, perché io non posso vivere così... Qualche mese di amore folle, seguito da giorni pieni di dolore. Non posso.> Allunga la mano sul tavolo, in attesa di una mia risposta.
Afferro la sua mano, con entrambe le mie, stringendola forte, poi la porto alle labbra, baciandola più volte.

<Mi dispiace amore. Ti prometto che non succederà mai più. Certo che voglio stare con te, non posso neanche immaginare come sarebbe passare la mia vita con qualcun'altro, ma continuando ad amare te e soltanto te.>

Alex si sporge sul tavolo, lasciando un bacio caldo sulle mie labbra.

Avremo finalmente un po' di pace?

Alex e Piper || #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora