》1: Who is that boy?《

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Ed eccoci qua.
Un'altra giornata sta trascorrendo lentamente all'interno di queste quattro mura che molti osano chiamare 'scuola'.

Ragazze poco caste che vagabondano per i corridoi durante le lezioni, giovincelli dai capelli rovinati dalle tinte e che utilizzano le loro tecniche di abbordaggio e insegnanti più svogliati dei loro stessi alunni, sono all'ordine del giorno.

Tutto questo può essere definito in una parola molto semplice: scuola.

Frequento questo luogo da ben due anni.
Due anni che ogni giorno cerco invano di attirare l'attenzione di Nate Byron in qualunque modo.

All'intervallo posso ammirarlo come si deve.
La prima caratteristica che osservo è il suo sorriso.
I suoi occhi si assottigliano, compaiono delle rughette vicine ad essi, il naso si arriccia all'insù e i denti adamantini vengono messi in mostra.

Ricorda tanto la felicità.

La seconda è la mascella.
Quando lo gira, il collo sembra assottigliarsi e allungarsi, l'osso mascellare sembra muoversi sotto la sua pelle pallida.

I suoi occhi marroni sono enormi, sembrano possedere una vita proprio quando seguono assidui il volto di qualche ragazza e al contempo, fatti di pasta vitrea immobile durante le lezioni.

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《Brook! O mio dio! Guarda chi c'è vicino al cancello d'ingresso!》la bionda strillò entusiasta, rivolgendomi uno sguardo sognante.

Quelle parole mi entrarono nella testa e non uscirono più di lì per un lungo periodo di tempo, furono come un richiamo per me.

Iniziai ad aumentare il passo sempre di più, fin quando arrivai a correre senza accorgermene.
Spintonai ogni studente che mi trovai davanti, mi infilai in ogni più piccola fessura creata dalle persone per acquistare terreno.

Avevo quasi raggiunto il mio obiettivo, quando sentii la scarpa allargarsi e il piede muoversi al suo interno, ma non feci in tempo ad accorgermene che la mia corsa fu frenata da un ostacolo che mi fece cadere addosso a lui.

Spostai velocemente le braccia dalla schiena di Nate e apoggiai i gomiti a terra.

《Ragazzina! Guarda dove vai, perlomeno. Anche io voglio arrivare a casa velocemente, ma non mi metto a spintonare e a cadere sulla gente.
Ringrazia il cielo che ti mostri sottoforma di femmina o a quest'ora saresti blu》il ragazzo sbraitò così forte che mi spaventai quando si alzò e mi guardò minaccioso.

Quando se ne andò, le mie guance iniziarono a bruciare e a tingersi di rosso, ma l'effetto aumentò nello stesso momento in cui una mano si posò sulla mia testa.

《Devi scusarlo, lui è fatto così: toccalo e diventa una iena. Ma tranquilla, domani sarà già passato tutto》Si intromise il ragazzo che aveva appena staccato il palmo dal mio capo.

"Speriamo" replicai con un filo di voce, arrossendo.

Lui sorrise e si inginocchiò ad allacciacciarmi le stringhe delle scarpe.

Prima l'una poi l'altra.

Dopo di che se ne andò facendo un 'ciao' con un cenno di capo, lasciandomi lì in terra perplessa.

"BROOKLIN! CHI ERA QUELLO? MADONNA, CHE FIGO È?" Sclerò Any.

Esatto, lei urla sempre.

Andai a casa e continuai a ripensare a Nate.

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"Brook, sono arrivati gli ospiti, mettiti qualcosa di carino e scendi" Mia madre mi risvegliò dai miei pensieri.

Ospiti?

Che ospiti?

"Chi sono?" Chiesi scocciata dalla situazione che si venne a creare.

"Il collega di tuo padre e la sua famiglia" disse sorridente la donna.

"Mendes." Affermai e lei uscì dalla stanza, chiudendo la porta.

Conosco il signor Mendes da una vita ma non ho mai conosciuto la sua famiglia.

Mi piace avere ospiti a casa, posso passare per la timidina, la buona e tutti si complimentano con i miei genitori di quello che non sono.

Mi misi una camicetta a scacchi rossi e neri e dei jeans neri e scesi.

In salotto trovai mio papà e il signor Mendes.

"Brooklin! Diventi sempre più grande! È da un po'che non ci vediamo noi eh? Caspita, sei la copia di tuo padre" mi salutò l'uomo sulla cinquantina.

In effetti è vero, sono identica al mio genitore: capelli scuri, occhi verdi/azzurri, guance paffute che mi fan sembrare bambina e fossette poco marcate.

Strinsi la mano a sua moglie e alla bambina bionda di otto anni.

Sentii dei passi provenire dalle scale, mi girai e quando lo vidi, sgranai gli occhi.

°Sex lessons°Mendes -IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora