Shower

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Brooklin's point of view

Nella mia vita ebbi sempre paura di avere una persona accanto che col tempo finisse per darmi per scontata.
Avevo paura che con il tempo io stessa reputassi la compagnia di qualcuno come dovuta e ovvia.
Non mi ero mai innamorata. Ormai credevo che l'amore fosse una cosa che io stessa non potevo provare.
Credevo di non avere un cuore dato che non avevo un persona che consideravo la mia ragione di vita ma allo stesso tempo credevo di averne uno immenso dato che facevo riflessioni così profonde e perdonavo tutto il male del mondo .

Non sapevo come definirmi. Buona? Timida? Introversa? Apatica? Superficiale? Non so.
Quando vidi Shawn per la prima volta, mi soffermai sui suoi occhi. Mi scrutavano rapidi e svegli, mettendomi quasi in soggezione.
Mi sembrava addirittura che dietro quel loro comportamento selvaggio e sicuro si nascondesse la paura. Mi sbagliavo.
Non sapevo descrivere Shawn in una parola. Sapevo solo che vederlo mi metteva il sorriso. Per me era fonte di ispirazione e saggezza.

Mi piaceva sentire il calore del suo corpo accanto al mio, il suo braccio che sfiorava il mio tornando a casa da scuola e che nei primi giorni ritirava dietro la schiena con gli occhi leggermente aperti e assenti e vedere il suo viso sempre sorridente.
A me piaceva osservare le persone nei loro comportamenti incoscienti.
Quando non parlava, guardavo Shawn.
Guardavo come girava il viso per osservare qualcosa e come la linea della mascella bendefinita si faceva largo sotto la pelle contornandogli il viso.
Guardavo i due buchi sotto gli zigomi riempirsi quando stringeva i denti, le labbra rosacee lasciate riposare morbide mentre era concentrato, il naso di profilo diritto che si arricciava ogni volta che ridacchiava, l'incavo sul mento che visto da una particolare angolazione al tramonto veniva riempito d'ombra, i capelli che ricadevano davanti alla fronte ogni volta che chinava la testa per suonare la chitarra, le vene che nascevano sul suo braccio per poi scomparire di nuovo in esso, il modo in cui le sue mani leggere mi cingevano il polso per farsi seguire.
Semplicemente Shawn.

L'amore non l'avrei mai capito.
Quando arrivava non ti accorgevi.
Ti si aggrapava alla pelle e ogni giorno scavava sempre più in profondità, fino ad arrivare al cuore.

Ero fortunata. Senza di lui non sarei stata niente, o meglio, non sarei stata la persona in cui mi trasformava ogni volta che era vicino a me.
La verità è che lui non mi toccava solo con le mani. Mi toccava con le parole, il cuore e il calore.
Se non si è innamorati, queste cose risultano puerili, quasi stupide. Ti domandi se c'è ancora gente che descrive l'amore così perché tu non ci credi.
Credevi all'amore dei libri, dei film. Quell'amore non arrivava e hai preferito fare a meno di un'emozione. L'emozione più importante.

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Shawn dormiva ancora.
Aveva la testa poggiata sul cuscino, la mano sulla mia guancia, la gota deformata e schiacciata contro le coperte e le labbra socchiuse.
Lo guardai e gli accarezzai i capelli.
Se lo guardavo addormentato, non mi sembrava più un uomo ma un ragazzo ancora fragile della quale dovevo prendermi cura.
Quando era sveglio, era un uomo.

Ogni volta che lo osservavo pensavo 'quello è il mio uomo'.
La parola 'uomo' mi fremeva. Era un punto di riferimento, sembrava sempre sapere la cosa giusta, aveva sempre la situazione sotto controllo.
Lo osservavo stare in piedi nella stanza. Era la cosa più bella che avessi mai visto.
Lo osservavo allacciarmi la stringa del costume per accontentarmi. Era così impegnato che il suo volto assunse un espressione così dolce.
Lo osservavo togliermi i vestiti e stringermi al suo corpo bollente. Era la sensazione più profonda che avessi provato. Mi sentivo al sicuro.
Lo osservavo mentre mi guardava. I suoi occhi mi comunicavano tutto.
Osservavo le sue braccia muscolose e ne ricavavo i più piccoli utilizzi.

°Sex lessons°Mendes -IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora