I love her more than I love myself.

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"Buonasera Signor Roush" salutò cortesemente Shawn entrando dalla porta e togliendosi il cappotto "ciao Shawn" rispose mio padre sorridendo al ragazzo.
"Prego, siediti vicino a Book" disse mio padre sedendosi di fronte a me, mentre mia madre portava il cibo in tavola.

"Tu sei nato a Toronto, vero?" Chiese mio padre, facendomi andare di traverso l'acqua "Tutto a posto? Oh, sì, ho vissuto a Toronto per quattro anni." Il moro informò mio padre lasciandomi perplessa "e da quanto state insieme?" Domandò il mio genitore "vede, signor Roush. Noi stiamo insieme solo da qualche giorno, ma le posso assicurare che io amo sua figlia più della mia stessa vita. È difficile da comprendere come sua figlia mi abbia cambiato l'esistenza" spiegò Shawn con così tanta convinzione che se non fossi stata a conoscenza di tutto ci avrei creduto pure io.

"Beh, durante le vacanze natalizie vorremmo andare a Toronto per visitarla. Ci farebbe piacere se venissi anche tu con noi" propose mio padre facendomi guardare Shawn e sorridere "Mi farebbe molto, molto piacere trascorrere del tempo con la sua famiglia" concluse il moro avvicinandosi a me con la sedia.

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"Shawn, sei stato fantastico!" Mi complimentai con lui abbracciandolo "beh, lo so, lo so" rispose mostrandomi un sorriso spettacolare "non vedo l'ora di partire" lo informai saltando per tutta la stanza.

"Dopodomani è il tuo compleanno. Cosa facciamo? È il tuo sabato" chiesi sdraiandomi a terra vicino a lui "andiamo in discoteca, ovvio." Disse accarezzandomi i capelli "va bene" sghignazzai appoggiando la testa sul petto del mio vicino di casa.

"Shawn? Cosa pensi che succederà domani con Nate?" Domandai, continuando a guardare il soffitto.

Shawn's pov

Era possibile che tutto girasse intorno a Nate?

Era così. Per lei esisteva solo lui. Solo quello stupido ragazzo.
Pensare a lui mi faceva venire il voltastomaco. Mi faceva stare male.

Perché io lo sapevo che se lei fosse stata mia, ora sarebbe la persona più felice del mondo.

Purtroppo non potevo e non volevo influenzare la gente, soprattutto Brooklin Roush.
Lei era troppo innocente. Era un angelo.

Io non volevo mentirle. Mentirle mi faceva male, soprattutto quando la guardavo e nei suoi occhi ci trovavo sempre e solo Nate.

Ogni volta volevo fermala e volevo dirgli quello che provavo, volevo dirgli che io senza di lei ero solo una scatola vuota.

Nate era troppo per lei. Non se la meritava. Il solo pensiero che lui avesse potuto toccarla con quelle mani che prima si erano avventate su altre centinaia di ragazze, mi faceva perdere la ragione.

La decisione aspettava a lei. Si doveva rendere conto da sola che si meritava di più.

Perché io sarei stato innamorato di lei per tutta la vita. Avrei voluto essere accanto a lei quando si sarebbe svegliata. Avrei voluto vedere il suo dolce viso angelico e i suoi occhi nei miei.

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"Non prenderla male, ma secondo me lui è troppo... non ti merita, insomma." Dissi titubante per la sua reazione "lo pensi davvero?" Chiese, con gli occhi dello stesso colore dell'oceano diventare tristi "Sì, ma io non ti voglio influenzare, tu devi fare tutto quello che vuoi nella tua vita. Io la penso così" ribadii guardandola "Allora chi mi merita?" Domandò Brook mettendosi a sedere e fissandomi negli occhi, a pochi centimetri dalla mia faccia.

I suoi occhi mi penetravano nel cuore. Prima espressivi e poi impassibili. Si muovevano curiosi e scrutavano i miei più piccoli movimenti.
I suoi occhi erano la fine del mondo. Avevano una vita propria ed era la cosa più bella che io potessi mai vedere, mi squarciavano la carne fino ad insinuarsi nel cuore, facendogli perdere un battito.

Sorrisi per i miei ragionamenti contorti che solo io potevo formulare.

"Shawn. Chi mi merita?" Richiese avvicinandosi ancora di più.

Il panico più totale alloggiava nel mio petto. Il cuore non si trovava più al suo posto e le parole non uscivano più dalla mia bocca.
I polmoni incredibilmente bruciavano e le mie mani tremavano.

"Shawn Peter Raul Mendes dimmelo" la sua voce era ferma e lenta. Non sorrideva. Non era triste. Nei suoi occhi non vedevo nient'altro che la sua anima.
Ero attratto come un magnete dai suoi occhi. Stavo resistendo contro la voglia di baciare le sue dolci labbra rosse.
'Shawn, rinsavisci' mi continuavo a ripetere cercando di lottare contro la figura della ragazza che continuava ad avvicinarsi.

'Tu sei forte' mi ripetei. 'Allontanati da quest'opera d'arte. Sei solo un bambino innamorato. Innamorato di un quadro'.

"Dimmelo" continuava la mora, non cedendo.
La sentivo e la capivo ma ero in un altro mondo. Non ero più chi cercavo di fare credere. Ero tornato me stesso. Ero tornato uno stupido canadese innamorato della sua vicina di casa.

"Te lo chiedo un ultima volta. Se non mi rispondi ti bacio" minacciò la ragazza, quasi sembrando un robot.
Non vedevo le sue emozioni. Lei è sempre stata indifesa, le guardavi gli occhi e le vedevi il cuore, ma non questa volta. Questa volta ero io l'indifeso.

Mi faceva terribilmente male.

Brooklin Roush mi aveva messo alle strette. Brooklin Roush è diventata piu forte di me.



AIUTO AIUTO.
Raga, siete tutte voi che mi ispirate :')

°Sex lessons°Mendes -IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora