Wow, you look great

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"Eh? cosa? Si forse è meglio che e-esca" balbettai, non abituata a vedere scenari simili.
Lui mi bloccò il polso e mi accarezzò i capelli, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"Cos'hai?" Chiese il ragazzo finendo di mettersi la maglietta e io risposi un po' titubante "c'è un po'di imbarazzo qua, non credi?" Lui scosse la testa "io sono a posto con il mio corpo e tu?" Disse con così tanta convinzione che mi sembrò di essere veramente perfetta.

"Io non ce la farò mai" conclusi, catapultandomi fuori dal camerino.
Shawn comprò quella camicia che gli stava molto bene e mentre uscimmo gli venne in mente un'altra brillante idea "cavolo, ti mancano solo i vestiti" io scossi la testa più volte.
Non voglio provarmi dei vestiti con lui.

Fece come se non ci fossi e mi trascinò all'interno di un negozio. "Ecco, guarda che bello" prese dei vestiti da discoteca fin troppo corti e delle gonne anni 50.
Lo guardai stranita e lui, accorgendosene, precisò con sguardo furbetto "sabato tocca a me decidere cosa fare. Ah, impazzisco per gli anni 50" sgranai gli occhi, curiosa di sapere cosa avesse in serbo per me nel weekend.

Dopo aver preso una borsa di vestiti andammo nei camerini, dove mi rifiutai categoricamente di provare qualsiasi indumento.
"Non li proverò mai" abbozzai, incrociando le braccia e guardando lo specchio "oh, sì che li proverai..." iniziò molto convinto, prima che io lo interrompessi "come fai ad esserne così sicuro?".
Shawn si alzò dallo sgabello sul quale era seduto, appoggiò delicatamente a terra la sua chitarra, si avvicinò a me e tenendo gli occhi sui miei, minacciò lentamente, scandendo parola per parola "se non entri entro 10 secondi, te li metto io. E sai che potrei farlo".

Non servì altra parola per far sì che entrassi con quattro vestiti.
Il primo era formato da due pezzi rossi. Un top striminzito e dei pantaloni larghi. Dovevo ammettere che quel completo era fantastico.
"Wow. S-stai molto... bene" balbettò Shawn, guardandosi un po'in giro.
Il secondo era nero e aderente. Aveva la scollatura a cuore e la parte dietro più lunga.
"Sembri Lady Gaga" rise, attirando l'attenzione di alcune ragazze.
Il terzo era formato da una maglietta a collo alto argento e da una minigonna davvero molto corta.
"Stai bene con tutto. Ma come fai? Non vedo l'ora di vederti con l'ultimo" disse, facendomi arrossire e al contempo pensare alla sua affermazione. Poi capii.
Vidi l'ultimo vestito. Era nero, lungo fino al ginocchio, attillato, ma soprattutto aveva una scollatura che arrivava fino all'ombelico.
"Te lo scordi, io non esco" feci sapere a Shawn dall'interno del camerino, il quale ribattè "non ti preoccupare, entro io".
Lottai per farlo rimanere fuori, ma con scarsi risultati, così mi lanciai in terra.
Il moro mi mise un braccio sotto le gambe e uno dietro la schiena e mi rimise in piedi.
"Questo sì che si chiama vestito" urlò esaltato, senza togliere gli occhi dalla mia scollatura "Se fai questo a me, figurati a Nate" ridacchiò uscendo e lasciandomi senza parole.

Comprai tutti e quattro i vestiti e tornammo a casa carichi di roba.
Il ragazzo di fianco a me iniziò a cantare una canzone.
Immaginavo che l'avesse scritta lui.

"I thought that I've been hurt before
But no one's ever left me quite this sore
Your words cut deeper than a knife
Now I need someone to breathe me back to life

Got a feeling that I'm going under
But I know that I'll make it out alive
If I quit calling you my lover
Move on

You watch me bleed until I can't breathe
I'm shaking falling onto my knees
And now that I'm without your kisses
I'll be needing stitches
I'm tripping over myself
I'm aching begging you to come help
And now that I'm without your kisses
I'll be needing stitches."

"Perché scrivi canzoni depresse?" Chiesi, provocando una risata soffocata da parte di Shawn.
"Non sono depresse. Cioè, sì, ma scrivo solo quello che mi succede. Questa. Questa l'ho scritta per Malody almeno 5 anni fa" disse, guardando il sole tramontare.
"Allora. Che intenzioni hai per sabato?" Domandai, sperando in una sola risposta: stare a casa.
"Discoteca" sussurrò facendomi la faccia da cucciolo "tanto decido io, non ti puoi tirare in dietro" concluse facendo il labbruccio e abbassandosi alla mia altezza.

Quando arrivammo a casa, lui mi salutò ed entrò in casa di sua nonna, mentre io entrai nella mia.
C'era molta pace. Un' insolita pace. Salii le scale lentamente, non vedendo i miei genitori in casa.
Passai davanti al bagno e sentii dei rumori, così andati avanti più cauta.
Quando sorpassai la stanza di mio fratello i rumori si fecero più forti, così appoggiai l'orecchio alla porta.

Quello che sentii mi traumatizzò. Era lì dentro con una ragazza a fare cose sconce.
Corsi in camera e sbattei la porta, così da fargli capire che ero lì.

Questa ti costerà cara, fratellone...

°Sex lessons°Mendes -IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora