I want to be in London!

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Era vero, in fondo.
"Brooklin, quanto posso amarti?" Chiesi guardandola con sguardo amorevole e il sorriso appena accennato.

Ci cambiammo velocemente e scendemmo a far colazione "signorina. Sei stata in camera per due giorni! Sei impazzita?!" La sgridò sua madre facendole abbassare la testa "Signora Roush, è tutta colpa mia..." iniziai a dire ma Brooklin scosse la testa "no, non è vero Shawn. La colpa è mia, ero arrabbiata per i fatti miei e poi mi faceva male la pancia" mentì portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Già, ti succede sempre ti arriva il ciclo, ora siediti e prendi un the" le impose la donna facendola arrossire "mamma..." sussurrò indignata.

Ci sedemmo vicini e le presi la mano sotto il tavolo "non ti sta venendo seriamente il ciclo, vero?" Chiesi avvicinandomi al suo orecchio.
Quasi si strozzò con il thè e tossì due volte "ne riparliamo dopo" mi sussurrò guardando le nostre mani intrecciate.
Suo fratello ci guardava cercando di trannenere le risate.

"Comunque ci piace molto qui. Credo che ci trasferiremo" intervenne suo padre.
Brooklin sgranò gli occhi con il labbro tremante e quando li sbattè una lacrima le rigò il viso. Feci un sospiro per dire qualcosa quando l'uomo continuò "Brooklin, non fare una scenata. Ti farei amici qua. Shawn ti verrà a trovare a natale".
La ragazza con l'espressione più arrabbiata che avessi mai visto cercò di trattenere le lacrime per poi spostare violentemente la sedia e correre fuori dalla stanza.

Mi alzai attraversando la stanza per seguirla.
"Hey, piccola mia. Tranquilla" la rassicurai abbracciandola una volta che la trovai.
Si mise le mani sul viso e si schiantò sul mio petto, la strinsi "Io voglio tornare a Londra con te" piagnucolò bagnandomi la maglietta di lacrime "non puoi andartene Shawn, non lasciarmi qui. Portami con te" mi supplicò.

Non potevo. I suoi genitori avevano deciso così. "Hey" sussurrai abbassandomi alla sua altezza e prendendole il viso tra le mani "Non me ne andrò mai. Giuro su me stesso che rimarrò sempre con te" la informai e lei mi baciò la guancia.

Brooklin's point of view

Ai miei genitori non interessava niente se avevo trovato l'uomo della mia vita. Prendevano sempre decisioni per me. Ero così arrabbiata per il fatto che reputassero Shawn niente.

"Vieni con me" mi sussurrò il moro prendendomi per la mano e riportandomi nella sala.
Quando vidi gli occhi di mio padre, mi nascosi leggermente dietro il ragazzo "signor Roush, capisco che per lei possa essere conveniente trasferirsi qui, ma anche la decisione di sua figlia conta. È grande e la sua timidezza non l'aiuterebbe a far amicizia. La prego, io amo tantissimo sua figlia, non me la porti via" Shawn spiegò a mio padre "Se fosse così timida non starebbe con te. Oppure è una bugia quella che stare insieme?" Chiese mio padre facendomi scoppiare a piangere.

"Signor Roush, io mi sono avvicinato a sua figlia, non lei a me. Lei arrossiva ogni volta che le facevo un complimento, si zittiva quando le chiedevo qualcosa e si scostava sempre quando le sfioravo il braccio. Non so come farle capire che il mio cuore appartiene a sua figlia. Potrebbe pensarci finché non ce ne andremo?" Domandò gentilmente il ragazzo mettendo il braccio intorno alla mia vita.
L'uomo annuì e se ne uscì.

"Cazzo Brooklin, cosa facciamo? Io non me ne voglio andare da Londra" imprecò mio fratello guardando fuori dalla finestra e sbuffando "dai, però non piangere, una soluzione la troviamo" concluse strattonandomi un po'la guancia e andandosene.
"Sorridi" disse Shawn con una faccia buffa facendomi ridere e posandomi velocemente tanti baci sulle labbra.
Ci girammo per uscire ma ci bloccando non appena vedemmo i miei genitori fissarci.
Sgranai gli occhi e riiniziai a respirare quando continuarono per la loro come se nulla fosse successo.

°Sex lessons°Mendes -IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora