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L'ora passa molto velocemente e non appena finisce mi alzo e me ne vado con passo veloce.

Oggi era già cominciata male la giornata, ora ci si è messo pure Alan.
Mi fa così imbestialire. Nei corridoi incontro Ashley:"Che succede?"mi domanda notando la mia faccia.

"Alan."dico soltanto e lei capisce al volo."Cosa ha combinato sta volta?"mi chiede gentilmente.
"È sempre il solito. Parlavo con un mio amico e si è intromesso. Non stiamo neanche insieme! Perché fa così?"domando esasperata alla mia amica .

Lei alza un sopracciglio e mi fa un sorrisetto.
"Per me è geloso!"dice lei.
Scoppio in una risata.
"Lui? Geloso di me?"continuo a ridere.

Lei mi guarda male e poi continua:"Vedo come ti guarda! A quel ragazzo piaci secondo me!"
"Oppure vuole solo conquistarmi per una notte, come tutte le altre ragazze."dico ovvia.

Lui è il solito ragazzo da una notte e basta. Quindi mi starà intorno solo per questo. Ma io ovviamente non mi lascerò persuadere dai suoi occhi e dal suo fisico a cui non posso dire niente di male a riguardo.

Durante la mattinata non lo vedo in giro. Sia per lui che per la mia sanità mentale è meglio così. Non ha il diritto di intromettersi nelle mie conversazioni o dirmi di chi essere amica. Io e lui non stiamo di certo insieme.

Esco dalla scuola e comincio a camminare verso casa, ma qualcosa o meglio qualcuno mi tira per un braccio e mi ferma.
Mi giro subito e vedo lui. Ha il fiatone e sembra che abbia corso.

Cerco di andarmene ma mi blocca nuovamente.
"La vuoi smettere?"grido. Alcuni studenti nei paraggi si girano nella nostra direzione ma non mi importa.
"Possiamo parlare?"mi domanda sbuffando.

Dovrei essere io quella stufa. Mi appoggio al muro di un'abitazione e lui poggia una mano su di esso sopra la mia testa. Voglio proprio sentire cosa ha da dirmi.

"Mi spieghi cosa vuoi ancora?"sbotto di punto in bianco, visto che non si capacita ad aprir bocca.
"Senti, scusa per prima è che quel ragazzo non lo sopporto."non mi guarda negli occhi.

"Come ti ho già detto prima, non mi importa cosa ne pensi tu."continuo io acida, come sempre.
"Perché è sempre così difficile con te?"mi domanda sbuffando nuovamente.

"Sarei io quella difficile? Per favore, non ce la faccio più. Rispondi a questa domanda. Perché non mi lasci in pace e non torturi qualcun'altra?"lo guardo dritta nei suoi occhi azzurri.

All'inizio sembra sconvolto dalla mia domanda però poi comincia ad abbassare lo sguardo e penso stia riflettendo su ciò. Ma quasi subito si ricompone.

Passiamo troppo tempo in silenzio e io non resisto più.
"Basta da adesso in poi non rivolgermi più parola. Mi stai solo facendo perdere tempo. Ci vediamo Alan." Mi giro e provo a riprendere il mio tragitto verso casa ma una frase mi fa fermare nuovamente.

"Lo sai perché? Perché non riesco a starti lontano, Rebecca! Non riesco."dice tutto ad un fiato.

"Non riesci a starmi lontano? Cosa sono una calamità che ti attrae?"provo a sdrammatizzare girandomi. Lui si incupisce e mi dice:"Hai visto? Tu sei diversa."

"Cos'ho di diverso? Ah giusto. Io non ti cado ai piedi come le altre."sbotto acida.

"Ed è questo il punto. Tu non sei come loro, riesci a tenermi testa e a farmela perdere. Con i tuoi commenti sarcastici riesci a sorprendermi. Mi fai ammattire ma il bello è questo. Perché ci riesci solo tu. "mi dice avvicinandosi. 

Sono ancora girata, non ho la forza di guardarlo in faccia. Ha detto delle cose che non mi sarei mai aspettata.

Ma ciò che fa è ancora più sorprendente delle sue parole.
Visto che sono ancora girata mi prende per un polso, mi fa voltare verso di lui e mi abbraccia.

Il suo viso è nell'incavo del mio collo e io sono letteralmente scioccata. Questo ragazzo così stronzo ma talmente folle e strano mi sta confondendo.

Mi sta facendo scoprire sensazioni che neanche sapevo esistessero. Mi abbandono a questo abbraccio stupendo che per me è ormai significativo.

Non so cosa sia il nostro rapporto. Non siamo ne amici ne altro. Non so come definirci. Ma so solo una cosa. Che in questi momenti dove siamo io e lui, siamo soltanto noi.

Non so come descrive quello che in questo momento provo.
Forse sono ancora arrabbiata con lui ma da quando sono stretta in questo abbraccio, provo una sorta di sollievo.

Si scolla dal nostro abbraccio e lo vedo sorridere.
"Vuoi che ti accompagni a casa? Solo se ti va."sembra a disagio ed è strano. Il solito Alan è sempre scorbutico.

"Sì."camminiamo in un silenzio imbarazzante e appena arrivo davanti al mio cancello istintivamente guardo l'ora sul mio orologio.
"Cosa?!Sono già le 16?" Urlo e Alan ride.
Eccolo è ritornato quello di prima.

Mi sembrava un po' troppo dolce per troppo tempo.
"Perché urli in questo modo?"continua a ridere di me.

"Mia madre è in casa e adesso andrà su tutte le furie. Mi farà il terzo grado sul perché ho fatto così tardi."mi metto le mano nei capelli.

"Allora è meglio se entri. Ci vediamo ragazzina."mi fa l'occhiolino.
"Ciao Alan." Lo saluto roteando gli occhi.

Entro in casa e mi preparo alla sfuriata di mia madre.
Appena dentro la trovo sul divano in soggiorno con mia sorella. Spero veramente che non mi veda.

Sto provando a sgattaiolare nella mia stanza facendo più piano possibile ma nonostante ciò mia madre riesce ad incastrarmi. Veramente perfetto.

"Dove sei stata signorina fino a quest'ora ?"mi domanda senza staccare gli occhi dalla sua rivista. Bene. E ora? Non posso di certo dirle che sono stata con Alan fino a adesso, sarebbe troppo imbarazzante.

"Ho avuto un contrattempo e quindi ho fatto un po' tardi."dico semplicemente posando lo zaino per terra.
"Va bene, ma spero che sia stato qualcosa di importante."mi risponde continuando a leggere.

Sì, è stato decisamente importante per me.

-Spazio autrice-
Ecco qui il nuovo capitolo. Che ne pensate? Spero che vi stia piacendo la storia. Cosa ne pensate di questa confessione di Alan? Fatemelo sapere nei commenti❤
Al prossimo capitolo.
Martina❤

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