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Siamo ancora fermi in questa via deserta quando finalmente Alan si decide a scollarsi dal muretto dove era poggiato e a indicarmi la sua vettura.

Si ferma davanti alla sua moto mi sorride e io istintivamente abbasso lo sguardo e arrossisco. Due dita si poggiano sotto il mio mento e mi fanno alzare la testa per incontrare i suoi occhi.

"Andiamo?"mi chiede tranquillamente.
Non riesco a formulare una frase completa quindi mi limito ad annuire.

So che dovrei stare lontano da questo ragazzo, so che lui è un ragazzo che se la spassa con una marea di ragazze ma so anche che io non riesco a stargli lontana.
Sale sulla sua moto e mi dice di fare lo stesso, così salgo leggermente esitante.

"Sai dovresti tenerti, non vorrei che
cadessi. E poi lo sai che mi farebbe anche piacere avere le tue piccole mani su di me."mi fa presente facendomi l'occhiolino.

Alan già iniziamo male. Alla prossima, si becca uno schiaffo in piena faccia.
Alzando gli occhi al cielo, poggio le
mie mani sulle sue spalle. Nel frattempo mi passa un casco che indosso titubante.

"Ma dove stiamo andando?"domando ancora dubbiosa sporgendomi con la testa verso di lui.
"In un posto. Non ti piacciono le sorprese?"si gira verso di me.

"No. Mi fanno solo stare in ansia."sbuffo e mi sistemo bene sul sedile. Guardo la sua schiena contrarsi ad ogni movimento specialmente quando prendiamo una curva.

I miei capelli svolazzano liberi con il vento e non appena aumenta la velocità di colpo, automaticamente mi stringo di più a lui stringendo le mie braccia alla sua schiena.

Sento un ghigno da parte sua e io roteo gli occhi al cielo. Mi avvicino al suo orecchio e urlo:"Lo so che lo fai apposta. Rallenta!"e lo sento ridere.

Invece di ascoltarmi fa il contrario, aumenta sempre di più la velocità e io d'istinto getto un urlo e chiudo gli occhi. Dopo un po' li apro lentamente e guardo quello che mi si presenta intorno.

I palazzi più alti e imponenti di Manhattan comprendono tutta la mia visuale. Sorrido guardandomi attorno e lui si gira verso di me.

Lui si ferma davanti uno dei tanti palazzi e scende dalla moto togliendo il proprio casco.
"Cosa ci facciamo qui?"domando ancora.

"Tu seguimi. Non avrai paura, vero?"mi guarda con uno sguardo divertito. Non rispondo neanche.
Entriamo nel grande palazzo e lui mi fissa per tutto il tempo mentre io mi guardo intorno.

"Che ci facciamo qui?"domando confusa. Mi sembra un condominio pieno d'uffici, cosa dovrei fare io qui?
Sbuffa e poi mi dice:"Vuoi per una volta seguirmi e fidarti?"

Io non rispondo e lo seguo per un lungo corridoio.
"Di qua. Forza, vieni."mi fa cenno di raggiungerlo e noto che davanti a noi si presenta un grande ascensore esterno. Interamente fatto in vetro.

"Tu scherzi..."dico sarcastica. Non vorrà mica farmi salire li sopra?
"Ti spaventi?"mi dice in tono divertito.

"Qui è altissimo, tutto fatto di vetro e dovremmo salire quanti piani?"domando sconvolta.
"Una quarantina.."mi risponde ovvio.
"C-cosa?"balbetto.
"Hai paura dell'altezza?"mi chiede per una volta serio.

Io abbasso lo sguardo e annuisco. Lui mi si avvicina prende nuovamente il mio mento e mi fa alzare gli occhi verso di lui. "Ci sono...io con te."mi sussurra. Ci sono io con te.

Questa frase mi rimane in testa e sento qualcosa dentro lo stomaco. Rebecca, riprenditi.

Va verso l'ascensore e porge una mano verso di me. Io esito un po' ma getto un sospiro, prendo la sua mano ed entro nell'ascensore.

Just us TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora