9

17.4K 439 27
                                    

Questi occhi azzurri, così profondi che nascondono qualcosa, mi hanno incantata e non riesco a smettere di fissarli. Lui mi guarda con un sorrisetto ancora disteso su di me.

"La ragazzina perché mi fa così ammattire?"mi chiede dopo un po' con un accenno di divertimento nella voce.

"Non è colpa mia."rispondo subito senza ragionarci troppo.
"Sei così testarda e così maledettamente intrigante. Perché?"mi domanda ancora.

Perché queste domande? Io, intrigante? Ma se sono una semplicissima ragazza che ama leggere e disegnare. Non credo di essere così tanto interessante come dice lui.

Sinceramente non mi ha mai parlato in questo modo, ma continua a guardami e io sto iniziando a sentire caldo.

"Non lo so... non penso di essere così tanto 'intrigante' quanto pensi, tu."rispondo sincera e nel frattempo mi cade una ciocca di capelli sugli occhi, ma non ho il tempo di spostarli che lui mi precede e me li sistema dietro un orecchio.

Mi ritorna in mente la scorsa sera, quando ci stavamo quasi per baciare. Mi guardava sorridente e io avevo capito fin troppo bene le sue intenzioni così sono corsa via.

Perché adesso mi sembra diverso? Non c'è il suo solito sorriso malizioso sul suo viso roseo.
Adesso siamo solo io e lui, insieme.

Si sta avvicinando al mio viso e io non so perché non riesco a reagire. I nostri visi sono così vicini che lo spazio che ci separa è solo di qualche millimetro.

I nostri respiri si incontrano e il battito cardiaco è aumentato, forse un po' troppo. Sento il suo respiro sul viso e penso che per lui sia lo stesso.

Le nostre labbra si stanno per sfiorare ma...ovviamente qualcuno deve sempre interrompere questi momenti.

Sento i miei genitori sbattere la porta del soggiorno e gridare:"Tesoro siamo a casa." Così mi alzo di scatto e Alan rotea gli occhi.

"Devi uscire subito di qui. Se i miei genitori ti vedessero, non so cosa penserebbero. Non voglio che si mettano in testa strane idee..." Dico più a me stessa che a lui.

"E quindi?" Mi fa l'occhiolino appoggiandosi allo stipide della stanza. Ecco ritornato il solito Alan.

"Come sei entrato ora esci. Vai! Dalla finestra." E nel frattempo chiudo la porta a chiave.
"Cosa? No. Mi stavo rompendo una gamba per salire e ora dovrei pure scendere?" Mi risponde lui.

"Tu sei voluto salire dalla finestra? Adesso scendi. Muoviti prima che vengano qui e abbattono la porta." Lo spingo con scarsi risultati.
"E va bene." Risponde sconfitto e così va via dalla finestra. Sento un botto e mi affaccio.

"Non è successo niente, ci vediamo, ragazzina." Lo vedo andare via e sento una voce.
"Rebecca perché ti sei chiusa a chiave?" È mio padre e sta provando ad aprire la porta, così corro e prendo un pigiama e lo indosso in fretta.

Apro la porta,"Mi stavo solo cambiando."Sorrido a mio padre e lui scende di nuovo in salotto.

Per questa volta è andata. Ma solo ora penso a ciò che stava nuovamente per succedere.

Se non fosse stato per i miei...ci saremmo baciati? Divento rossa solo al pensiero. Ho avuto solo un ragazzo come ho già detto e la relazione non è andata molto bene.

Lea era così eccitata dall'idea che io potessi pensare ad un ragazzo. Lei è stata fidanzata già due volte, anche se entrambe non sono andate per niente bene. Sono durate massimo 3 mesi.

Mi butto distrutta sul letto e mi addormento dopo poco. La domenica passa velocemente tra compere nei vari negozi della grande città.                                               ~~~

Il lunedì mattina è così traumatico e la mia sveglia non smette nemmeno un attimo di suonare, così la spengo di botto e cerco di riaddormentarmi.

Non ho proprio voglia di alzarmi. Ma alla fine sono costretta, perché mia madre mi ha già chiamata almeno tre volte in circa dieci minuti.

Arrivata in bagno mi guardo allo specchio e noto le mie enormi occhiaie che devo coprire immediatamente con il correttore.

Mi vesto in modo semplice, una felpa grigia, un paio di jeans scuri e le mie Vans nere. I capelli li spazzolo e li lascio liberi sulle spalle e per il trucco uso soltanto mascara e correttore.

Mi avvio verso scuola e non ci metto molto ad arrivare. Nell'atrio trovo Ashley e Michelle che appena mi vedono mi vengono incontro.

"Rebecca" Mi salutano entrambe e io mi limito ad un semplice 'ciao ragazze'.
Questa mattina non sono per niente di buon umore, se non si era capito.

Sento una presenza dietro di me e quando un braccio muscoloso mi avvolge le spalle comprendo chi sia l'essere.

"Buongiorno ragazze" Lo sento dire. A differenza mia, sembra di buon umore. "Alan togli questo braccio dalle mie spalle." Borbotto acida.
"Sempre la solita?" Mi sorride e io non posso fare a meno di roteare gli occhi.

"Ragazze io vado dentro devo sistemare delle cose nell'armadietto." Avverto le ragazze e ignoro totalmente Alan. Mentre avanzo verso l'armadietto, lui mi segue.

"Rebecca" Mi giro non appena sento il mio nome.
"Erick." Sorrido al ragazzo davanti a me. "Studi qui?"domando.

Nel frattempo, Alan è sempre qui vicino e lo sento irrigidirsi di colpo. Solo ora Erick nota il ragazzo affianco a me e la sua espressione cambia. Però poi torna a guardare me e sorride "Sì frequento il quinto anno."

"Ah. Io sono al quarto." Rispondo accennando un piccolo sorriso.
"Rebecca a prima ora abbiamo Matematica, andiamo?"Alan mi ricorda.

"Non penso che il professore sia già in classe, Anderson" Non sono stata io a parlare ma Erick.
"Non credo che siano affari tuoi,  Mitchell."risponde bruscamente il ragazzo al mio fianco.

"Erick ora è meglio se vada in classe, se vuoi parliamo dopo, va bene?"chiedo sorridendo leggermente.
"Certo. A dopo bellissima." E se ne va.

"Ti sembra il modo? Devi sempre intrometterti nei miei discorsi."Mi giro verso di lui.
"Cosa? Adesso cosa avrei fatto? Ho solo detto a quello lì che dobbiamo andare in classe." Dice mentre ci dirigiamo verso l'aula di Matematica.

"Quello lì ha un nome, e comunque è molto gentile e carino, a differenza tua che sei uno stupido antipatico."rispondo acidamente.

"Io sarei quello antipatico? Lo vedo come ti guarda e si vede come ci prova spudoratamente con te."dice lui alzando le spalle.
"Ma scherzi? È solo gentile. Non ci sta provando con me." Mi siedo e lui fa lo stesso.                   

"Contenta tu. A me sta sulle palle."Dice girandosi.
"Saranno affari tuoi. Per me Erick è un amico. Ora scusami ma devo ripassare."così chiudiamo la nostra conversazione. Antipatico.

-Spazio autrice-
Ecco qui il capitolo. Spero che vi piaccia e fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate a riguardo❤
Grazie mille per le visualizzazioni e per i voti. Allora al prossimo capitolo!
Martina❤

Just us TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora