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La serata di ieri è andata benissimo. Alla fine Alan mi ha accompagnata a casa e io gli ho stampato un bacio su una guancia.

La domenica mattina passa tranquillamente e così anche il pomeriggio. Adesso sono quasi le otto di sera e sono sdraiata sul letto con il libro di Matematica davanti.

Sto cercando di risolvere qualche espressione ma come al solito mi è difficile. Sento un rumore provenire dalla finestra, così mi giro di colpo. Dall'ultima volta con l'entrata di Alan, controllo sempre che la finestra sia chiusa.

Mi giro nuovamente verso il libro ma sento di nuovo il rumore così vado verso la grande vetrata e la apro.

Guardo in basso e ovviamente, chi poteva essere? Lui. Ha due piccole pietre in mano e mi guarda con il suo solito sorriso perverso.
"Alan! Potevi rompermi la finestra"urlo così che mi senta.

Lui rotea gli occhi e poi mi urla:
"Scendi tu o salgo io? Preferirei che scendessi tu perché ci tengo alla mia gamba."Ho paura che la vecchietta che sta qui di fronte esca e ci faccia una bella ramanzina.

"Perché sei venuto?"rispondo con un'altra domanda.
"Secondo te perché sono qui? Per il cane?"mi prende in giro lui, sarcastico.
"Divertente. Comunque non ho un cane."gli rivolgo un occhiolino.

"Quindi scendi?"dice sbuffando.
"Scendo, aspettami li. Fermo."gli raccomando. Ci manca che mia madre o mio padre lo vedano.

"E dove dovrei andare?"mi urla, ma io sono già sulle scale e ridacchio.
Arrivata fuori, mi maledico mentalmente perché non ho portato un giacchino. Possibile che io mi scorda di indossare o portare con me sempre, la giacca?

Sono sempre in canotta e in leggins, perché non me la sono ricordata?
C'è un po' di vento, infatti i miei capelli, sistemati in una coda alta, ondeggiano di qua e di là. Arrivo sotto la mia finestra dove lui mi aspetta, appoggiato al muro.

"Allora quindi che ci fai qua?"chiedo ancora.
"Ciao, tutto bene. Sono felice di
vederti anch'io."mi prende in giro, lui.

"Non hai risposto alla mia domanda."metto le braccia conserte.
"Tu fai troppe domande."mi sorride.
"Può darsi. Ma ancora non mi hai risposto."gli ricordo alzando un sopracciglio.

"Comunque...volevo vederti e poi non avevo nulla da fare."alza le spalle. Era partito così bene ad inizio frase. Sospiro, questo ragazzo mi fa ammattire.

"Capisco. Bene ora mi hai visto. Posso andare?"azzardo sorridendo compiaciuta. Provo a girarmi ma lui mi tira per un braccio e mi fa atterrare sul suo petto.

"Sta volta non mi scappi. Sai sabato non credo sia stato molto divertente quello che hai fatto."mi ricorda facendomi indietreggiare verso il muro.
"Io penso proprio di sì."dico convinta.
"Non si lascia a metà qualcosa."mi rammenta.

"Ti ricordo nuovamente: mi devo poter fidare di te."gli ricordo.
"Tu hai bisogno di poterti fidare di me ma io in questo momento ho bisogno di qualcos'altro."sorride malizioso e io non posso fare a meno di fissare quel sorriso meraviglioso.
"Pervertito."sbuffo io.

"Ma io non intendevo quello, ma un tuo bacio. Però se sei disposta...."non finisce la frase che io con una mano tappo la sua dannata bocca.

"Zitto."lo fulmino con lo sguardo e tolgo la mano.
"Allora che dici posso averlo questo bacio?"mi chiede nuovamente.

"Sai credo che sia megl-"non finisco la frase che le sue morbide labbra sono sulle mie. E ogni volta è sempre la stessa cosa, il fuoco dentro di me si accende e gli elefanti nel mio stomaco iniziano a farsi sentire.

Il mio cuore batte ad una velocità altissima, la sua lingua chiede accesso alla mia bocca e io senza pensarci due volte lo concedo. Sento le guance andare a fuoco e lui poggia le sue mani sui miei fianchi.

Just us TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora