58

8.6K 253 9
                                    

Sento qualcosa suonare ma non voglio nemmeno farci caso, sono in vacanza. La canzoncina continua a ripetersi altre due volte, dopo solo un tonfo."Cosa è successo?"mi alzo a sedere di scatto mettendo una mano al petto con gli occhi sbarrati.

"Ti giuro non l'ho fatto apposta"dice la voce profonda e che riconoscerei ovunque. Mi giro di scatto verso di lui e lo fulmino con lo sguardo. Non voglio nemmeno sapere cosa ha combinato.

Lo guardo un'ultima volta, con le mani in segno di resa e lo sguardo colpevole. Mi giro verso il comodino adiacente al letto e cerco il mio cellulare. Sbarro gli occhi non trovandolo al suo posto e controllo anche nei cassetti, ma niente il mio telefono sembra scomparso.

Una lampadina si accende nella mia testa e io sempre con gli occhi sbarrati mi giro molto lentamente verso il mio ragazzo che mi ha guardata tutto il tempo. La canzoncina, il tonfo, le scuse...Il cellulare!

"Alan...dimmi solo che non è quello che penso."dico con tono minaccioso facendolo indietreggiare al bordo del letto. "Dico solo che mi dispiace e mia discolpa non sapevo che fosse il tuo e poi dava fastidio anche a te."dice tutto ad un fiato e io getto un urlo.

"Alan!"grido di nuovo gettandomi su di lui con le mani strette a pugni. Lui mi blocca per i fianchi con sguardo sconvolto. "Come hai potuto?!"urlo con gli occhi stretti in due fessure.

"Non sapevo fosse il tuo telefono"dice e io lo colpisco sul braccio. "Non voglio nemmeno guardarlo."mi sporgo dal letto e vedo il mio cellulare schiacciato contro il pavimento con lo schermo rivolto a terra, ovviamente.

"Non ci voglio credere."dico ancora e metto la mano davanti agli occhi. "Se vuoi lo prendo io."prova a dire ma io lo fulmino di nuovo con lo sguardo. "Non toccare più il mio telefono."lo indico con il dito e lui fa un cenno di 'si' con la testa.

Con molta cautela sporgo la mano verso il telefono e non appena è tra le mie mani, esse iniziano a sudare freddo. "Alan te lo dico se si è rotto lo schermo..."non finisco la frase che metto la mano libera nuovamente davanti gli occhi.

"Fa vedere"mi dice ma io faccio segno di 'no' con la testa. "Come vuoi."sento dire ma io sono troppo concentrata sul telefono. "Lo giro."dico e poi tolgo la mano da davanti gli occhi.

"Oh menomale. Anche se si è un po' graffiato"dico sospirando e lui mi guarda con un sopracciglio alzato. "Lo avevo preso per spegnere solo quel frastuono continuo che tu chiami sveglia"dice lui. "Smettila stupido. Per poco nom mi veniva un colpo."e lo spingo per una spalla.

Controllo l'ora sul cellulare finalmente salvo e noto che sono già le dieci e mezza di mattina e noi siamo ancora in camera. "Muoviamoci è tardi."dico mentre provo ad alzarmi ma due braccia mi circondano i fianchi e mi fanno di nuovo sedere sul letto.

"No, non voglio andare. Conosco già la città"dice mentre mi lascia dei baci sul collo da dietro. Sospiro e mi concentro su un punto indefinito davanti a me visto che se voglio uscire da questo appartamento non mi devo fare distrarre dall'essere tanto persuasivo.

"Tu la conosci, io no. Dobbiamo andare."dico seria e lui si stacca con una faccia sconsolata. "E va bene. Andiamo signorina Martinez."dice mentre si alza dal letto senza maglia come suo solito.

Ci prepariamo e ci sistemiamo, mentre decidiamo di pranzare fuori e quindi di non ritornare a casa per mangiare. Scendiamo e cominciamo a camminare e a percorrere le lunghe e affollate strade di Londra.

Dopo più di due ore di camminata riusciamo a raggiungere il fiume Tamigi. Ci fermiamo ad osservare bene tutto il paesaggio mentre Alan mo racconta aneddoti sulla sua vita londinese.

Mi dice che fino all'anno scorso percorreva queste strade e spesso andava al London Eye, dove siamo passati prima. Mi spiega ogni monumento e mi indica i ristoranti e i bar dove ama mangiare e dove lui stava interi pomeriggi insieme a un suo compagno di classe di anni fa.

Just us TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora