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Eccoci a domenica. Oggi c'è la 'famosa' partita. Alan è già in ansia da qualche giorno e io non faccio altro che cercare di calmarlo. Dice che è la partita più importante.

Da quel giorno, quando lui si è totalmente aperto con me il nostro rapporto credo che sia più forte di prima.

Credo di amarlo ancora di più. Anche se ho paura. Ho paura che io possa di nuovo provare quel dolore atroce nel petto se accadesse qualcosa. Ma questa paura scompare non appena lui mi guarda, mi sorride o mi prende la mia mano.

Perché con lui posso superare tutto, siamo riusciti a superare anche uno dei più difficili ostacoli, il suo passato. Mi hai salvato. Questa frase mi è rimasta in testa da quel pomeriggio. L'ho salvato? Con il mio amore riesco a salvarlo?

Adesso mancano solo due ore all'inizio della partita e mi trovo a casa del mio ragazzo. "Alan, per favore, vuoi stare fermo?"gli chiedo seduta sul suo letto mentre lui cammina avanti indietro per la stanza.

"Come posso stare fermo?"mi domanda alzando il tono con voce piena di ansia. "Alan."lo chiamo ma lui continua a frugare nel suo borsone. "Dov'è?"chiede. "Alan."lo richiamo un'altra volta.

"Dove diavolo l'ho messa?"continua a urlare mettendo sottosopra il suo borsone. "Alan."lo richiamo alzando la voce. Lui si gira verso di me e mi guarda con sguardo preoccupato.

"Tieni."gli dico passandogli la sua maglia della squadra di football."Eccola, finalmente. Perché non me l'hai detto prima che l'avevi tu?"mi domanda indossandola. Io alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Come fa ad essere così scemo?

《Ti ricordo che sei innamorata di questo scemo.》Lo so coscienza, lo so.
Però amo anche questo di lui. 《Sei persa di lui.》mi ricorda la mia cara vocina e io annuisco mentalmente.

"Perché mi guardi così?"mi domanda osservandomi. "Stavo esaminando quanto scemo tu sia."dico mettendo un dito sotto il mento con fare pensieroso.

"Ma tu mi ami lo stesso."mi dice sorridendomi. Prende il borsone e comincia a ricontrollare se all'interno c'è tutto. Guarda il suo orologio appeso al muro e frustrato si tira i capelli.

"Ehi, ehi, guardami."gli prendo il viso tra le mani e i nostri occhi si scontrano. "Andrà tutto bene, ripeti."gli sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra.

"Andrà tutto bene."sussurra con poca convinzione. "Alan, non sto scherzando. La squadra si è allenata per giorni interi, ti sei allenato tantissimo, andrà tutto bene. Ricordatelo, io sarò lì. Per te."lo conforto.

"Tu sarai lì, per me."ripete e io gli scocco un bacio sulle labbra e poi sorrido. "Andiamo."gli dico prendendolo per mano. "Aspetta l'ultima controllata..."ma lo tiro per un braccio.

"Andiamo hai tutto."gli ripeto e lui sconfitto prende il borsone, lo mette in spalla e mi raggiunge di sotto.
"Fratellone!"urla una voce adorabile.
Jake salta in braccio ad Alan e lui lo prende. "Peste!"gli risponde il mio ragazzo scompigliandogli i capelli biondi.

"Non vedo l'ora di vederti giocare!"gli dice e lo abbraccia. "Tesoro voi andate, vi raggiungeremo la tra un po'."la madre di Alan sbuca dalla cucina. "Certo. Andiamo, amore."mi dice Alan e sua mamma ci guarda sorridente.

Noi usciamo da casa Anderson e ci dirigiamo alla macchina. "Come ti senti?"domando guardando Alan.
"Non lo so...sono teso."mi sussurra e io annusico. "Lo capisco. I ragazzi sono già là?"provo a cambiare argomento e lui annuisce.

"Queste giorni sono stati così intensi per noi, dobbiamo vincere."confessa guardando la strada. "Sarete fantastici"gli dico e lui mi sorride. Arriviamo davanti lo stadio dove si terrà la partita e lui si gira verso di me.

Just us TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora