Sono passate due settimane da quello che accaduto in quella via isolata. In questi giorni sono stata sempre abbastanza in compagnia. Non voglio stare sola. Ho paura. Ho paura di quello che potrebbe succedermi se rimanessi sola.
Alan è stato con me, sempre. Se dovevo andare in qualche posto lui era pronto ad accompagnarmi. Ho provato a dirgli di non preoccuparsi, anche se con gli occhi lo pregavo di non andarsene. Sembra un controsenso però é così.
Non volevo rimanere sola però non volevo neanche che Alan lasciasse gli allenamenti, gli amici e tutto per me. Sono complicata. Qualche volta mi sono ritrovata sola in camera a pensare a cosa sarebbe successo quel giorno se non fosse arrivato Alan.
Mi domando il perché lui abbia scelto me. Mi domando il perché ancora non si sia stufato di me. Mi domando il perché continuo a fare incubi su quel giorno. Mi domando il perché quel ragazzo, Marcus, sia tornato. Mi domando troppe cose. E penso troppo.
Dopo tutte queste domande, pensieri, paura della solitudine e confusioni varie, dopo giorni tra scuola, casa, amici e parenti, mi ritrovo stesa sul mio letto con il cellulare ad un orecchio con un espressione sconvolta in viso.
"Stai scherzando?!"urlo al telefono.
"No. Domani pomeriggio sarò lì."mi urla per la settimana volta la mia migliore amica in chiamata.Già, Lea domani finalmente, dopo quasi cinque mesi senza vedermi arriverà qui a New York, precisamente qui da me a Manhattan e io sto urlando da più di venti minuti.
Ho paura che i miei vicini possano sentirmi e quindi prendermi una bella sgridata. Lea con la sua simpatia e allegria mi ha anche anticipato che forse quest'estate potrebbe passarla quasi interamente con noi e io non sto più nella pelle.
Sarebbe tutto perfetto: le mie amiche tutte qui con me, degli amici fantastici, la mia famiglia, Alan, mia sorella e il suo ragazzo...Si avete capito bene, mia sorella ha il ragazzo.
Mi ha comunicato che dopo la loro incomprensione di quel giorno lui ha fatto di tutto per farle capire quanto lui ci tenesse.
Così dopo qualche settimana lui le ha chiesto di essere la sua ragazza e mia sorella ovviamente ha accettato. Infatti in questo momento, mentre io sono sul letto della mia stanza, mia sorella è con Robert a fare una passeggiata.
"Quindi tutto confermato? Volo? I tuoi genitori sono d'accordo? Sicura? Valigia? Borsone? Vesti..."le comincio a fare diverse domande ma lei mi ferma. "Sì Rebecca si!"ride e io sospiro. "Potevi avvisare prima."le ricordo.
"I tuoi genitori e i miei già ne erano al corrente era una sorpresa."mi comunica e io rimango sbalordita. "Lea Clare Wilson, per quanto mi hai nascosto questo viaggio?"le chiedo sottolineando il suo nome completo. Odia quando lo faccio.
"Non mi chiamare per nome intero, Rebecca Leyla Martinez."e anche lei sottolinea il mio nome. Nemmeno io sopporto che qualcuno mi chiami con il mio nome completo, eccetto Alan.
"Ritornando a noi, quindi da quanto tempo sono all'oscuro di tutto?"le domando divertita. "Da circa due settimane."confessa e io ritorno seria. "Lea!"la rimprovero ma lei ridacchia.
"Era una sorpresa!"prova a giustificarsi. "Quanti giorni rimani?"le domando. "Una settimana. Non posso mancare tanto, ho scuola anche io. Siamo solo a febbraio però ti prometto che dopo questa visita verrò presto."mi promette e io sorrido.
Le ho già raccontato tutto quello che successo due settimane fa. Forse anche per questo viene. Ha paura anche lei. Per me. Il campanello suona e io dopo aver salutato la mia migliore amica, chiudo la chiamata e scendo di sotto diretta verso la porta.
"Ehi."dico non appena apro e un sorriso spunta sulle mie labbra. "Ehi."sussurra Alan prima di avvicinarsi e lasciarmi un leggero bacio sulle labbra. Io lo guardo confuso e lui ricambia lo sguardo.
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Just us Together
RomanceDue ragazzi, Rebecca e Alan, entrambi cambiano città, scuola, hanno intenzione di ricominciare tutto da zero. Si trasferiscono a Manhattan per esigenze familiari, ma lui, il solito cattivo ragazzo, adorato dalle ragazze di tutta la scuola e giocator...