Lo guardai sbattendo le palpebre e riappoggiai la sua felpa ai piedi del letto.
Harry si portò un braccio dietro al capo e mi guardò con un'espressione indecifrabile in viso.
Non lo conoscevo affatto, ma mi erano bastate una sola notte e quei pochi minuti che avevo passato in sua compagnia, per rendermi conto che era un ragazzo poco prevedibile.«Volevo ringraziarti quella mattina...per...per la felpa. Ma sei andato via prima che...»
«Non l'avrei mai detto.» Rispose lui, coprendosi il viso nell'incavo dell'avambraccio e reprimendo una risata.
«Scusa, cosa c'è di divertente?» Sorrisi, sedendomi sulla sedia.
Harry mi guardò da sotto il braccio e si sistemò sul letto, appoggiandosi con la schiena alla testata. Allargò quindi le gambe e unì le mani sul ventre.
Lo vidi mordicchiarsi un labbro, forse in cerca di una risposta alla mia domanda, ma considerando la quantità di mie domande cui aveva risposto con un silenzio, ritenni più probabile che non volesse rispondere, molto più semplicemente.«Perché hai mentito a Jonathan, prima?»
Scrollò le spalle. «Non ho mentito affatto.»
Lo fissai ancora più allibita di quanto già non fossi e lui alzò le sopracciglia.
«Fino a prova contraria tu non sapevi nemmeno come mi chiamassi, fino a che non l'ha detto lui. Quindi per me non ci eravamo ancora conosciuti.»I miei occhi si alzarono istintivamente al soffitto, vedendolo sorridere divertito da quel gioco.
«D'accordo. Ora posso sapere cosa ti diverte tanto?» Insistetti, perdendo le staffe.
In tutta risposta Harry scivolò giù dal letto e, senza smettere di fissarmi, cosa che mi mise ancora di più a disagio, si risedette alla fine del materasso, facendolo abbassare sotto al suo peso.
Si lambì quindi le labbra e mi osservò attentamente, non saprei dire per quanto, perché nella mia mente quel momento imbarazzante durò decisamente troppo.«Sei tu che mi diverti.» Ammise infine, sbattendo le palpebre con fare perfettamente composto.
«I-io?» Deglutii, schiacciata dalla vicinanza dei nostri visi.
Lui trattenne un sorriso, premendo le labbra e annuì, alzando le sopracciglia.
«In che modo?» Domandai ancora, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Harry sorrise ancora e sbuffò. «Cristo, basta guardarti.» Rispose poi. «Questo continuo ringraziare per ogni cosa, le mille domande che fai al secondo.»
«Ti fa ridere.»
«No, quello mi manda il sangue al cervello, a dire la verità.» Precisò.
Sentii le molle del letto scricchiolare nuovamente quando Harry si alzò e prese la felpa, dirigendosi alla porta.
«Tu... boh, sei strana.» Affermò, voltandosi verso di me, con la mano sulla maniglia. Dalle sue labbra scivolò uno sbuffo che alle mie orecchie giunse come una risata smorzata.
Poi aprì la porta.Non un saluto.
Uscì e se ne andò.Rimasi seduta sulla sedia per qualche istante, cercando di capire cosa fosse appena successo, poi raggiunsi la porta e sbirciai fuori.
Quando lo vidi entrare nel casolare, sparendo alla mia vista, uscii completamente all'esterno, stringendomi nelle braccia.E quindi ai suoi occhi ero...strana.
Istintivamente sospirai per l'amarezza e voltai il viso verso i recinti, dove trovai due ragazze intente a guardarmi di rimando.
Una delle due volse poi lo sguardo al casolare e rise per qualcosa che aveva probabilmente detto l'amica.
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Howling's Lake
Romansa«Qui non si tratta di aver paura della verità. Credo solamente che certi segreti siano fatti per rimanere tali.» Tutti i diritti sono riservati by ©MirianaTartari I personaggi, per quanto ispirati a persone reali, sono frutto della mia immaginazione...