t w e n t y

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«Hai... intenzione di dormire così?» Balbettai, osservandolo mentre cercava di levarsi la camicia.

«Così come?» Ripeté, cercando di sbottonarsi la manica destra, senza ottenere grandi risultati.

«Con solo i jeans...»

Scosse il capo. «Levo anche quelli.» Rispose, arricciando le labbra per lo sforzo che gli causava quel misero bottoncino incastrato.
Sbuffò e mi guardò, aggrottando le sopracciglia.

«Se tu hai intenzione di dormire così, fatti tuoi. Qui dentro si soffoca. Potrei morire nel sonno.»

Mi guardai i leggins scuri e la felpa e scossi il capo. Non avrei dormito di certo in mutande e reggiseno, con lui nel letto.
Specialmente ora che sapevo avrebbe dormito con solo i boxer addosso.

Lo sentii imprecare fra i denti, lottando ancora contro il bottoncino della manica.

«Dà qua, faccio io.» Dissi, avvicinandomi. Lui esitò per un istante, prima di porgermi il braccio destro.
Dopo qualche tentativo riuscii a liberare il bottone dall'asola e Harry si sfilò la manica, rimanendo a torso nudo sul letto.

Era la prima volta che vedevo nitidamente i suoi tatuaggi da vicino.
Indugiai a osservarli per qualche secondo, prima di rendermi conto che li stavo effettivamente fissando.
Allora mi riscossi e camminai spedita all'altro lato del letto.
Mi sdraiai, tenendo sott'occhio Harry e lui andò a spegnere la luce.

Sentii il tessuto dei suoi pantaloni scivolare lungo le gambe e la cintura tintinnare contro il legno della sedia.
Infine il materasso si abbassò sotto il suo peso e il mio respiro si incastrò in gola mentre Harry scivolava sotto le coperte, a pochi centimetri dal mio corpo.

Il suo odore mi riempì subito le narici.
Era incredibilmente dolce e caldo.
Un profumo delicato.
Mi sentivo avvolgere da esso come se mi stesse fisicamente abbracciando e respirando, sentii subito i miei sensi rilassarsi e abbandonarsi in uno stato di quiete intima e profonda.

«Allora, buonanotte...» Dissi, mordendomi il labbro quasi a volerlo staccare.

Lo sentii muoversi sotto le coperte per girarsi sul fianco e in pochi istanti i miei occhi, ora abituati al buio, scorsero i lineamenti del suo viso, illuminati dalla debole luce della luna che proveniva dall'esterno.

Mi stava guardando?

Emisi un debole sospiro fra i denti e mi sistemai il più comodamente possibile in quello spazio angusto, facendo attenzione a non prenderlo dentro con le braccia. Tentativo che si rivelò subito vano quando, piegando il braccio, sfiorai la sua mano, abbandonata sul materasso fra i nostri corpi. Lo ritirai subito e lui emise uno sbuffo simile ad una risata.

Poi il silenzio ci avvolse.

Rimasi ad osservarlo per un tempo che mi parve dilatarsi all'infinito, respirando lenta dal naso.
Provai più volte a chiudere gli occhi, ma la sua presenza a pochi centimetri da me mi agitava e puntualmente riaprivo gli occhi, scrutando il suo viso nella penombra.

Stavo per convincermi che si fosse addormentato, quando improvvisamente la sua mano si alzò dal materasso e si posò delicata sulla mia fronte, facendomi irrigidire.

In un riflesso incondizionato, smisi di respirare e sentii il corpo fremere in piccoli spasmi, mentre le sue dita scivolavano leggere dalla mia fronte agli occhi.

Me li chiuse.

«Smettila di fissarmi.» Disse, mentre aveva ancora la punta delle dita posate sulle mie palpebre.

«Come...chi ti dice che ti stavo guardando?»

«Mi stavi fissando da minuti, Helena.» Rispose lui, con voce divertita e ritirò la mano sotto la coperta, sfiorandomi il braccio. «Lo sento quando chi mi dorme di fianco mi guarda.»

Howling's LakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora