A sentire il riassunto sulla mia chiacchierata con Helena, Stephen e Zack si scambiarono un'occhiata complice e sorrisero sghembi, posando poi di nuovo gli occhi su di me.
«Sì.» Mi accigliai io, alzando il capo e sedendomi con la schiena contro la parete alle mie spalle. «Vorrei sorridere anche io come voi.»«Harry è normale che tu sia un po' preso male, ora.» Sorrise Zack, guardandomi di sottecchi. «Le prime litigate fanno questo effetto - »
«Prime litigate?!» Scoppiai a ridere io, sporgendomi sul tavolo coi gomiti. «Ma se in tre mesi non abbiamo mai fatto altro che ammazzarci?!» Aggiunsi, portandomi poi una sigaretta alle labbra. Mi alzai, saettando gli occhi dall'uno all'altro, ma non riuscii a cogliere i loro pensieri, stavolta.
Scossi il capo. «Non funziona.» Sussurrai, maledicendomi subito dopo per il fastidio che provai nel sentire la mia voce pronunciare quelle due parole. Ricaddero entrambe sul mio animo, schiacciandolo e comprimendolo senza pietà.
Pesanti.
Odiose.
«Non ci crede nemmeno lei, figuriamoci io. Mi ha detto quello che pensa e ha fatto bene... se non si fida di me, non posso costringerla a farlo.»Zack scosse il capo. «Va bene, ma non puoi nemmeno pretendere che si scordi quello che hai fatto fino a un mese fa.» Controbatté lui, giocherellando col tappo della mia birra in bottiglia. «Sei tu che dovresti essere paziente e dimostrarle giorno per giorno che può fidarsi di te.»
Lì per lì le trovai assurde quelle parole. Semplicemente assurde.
Così come assurdo era il fatto che stessero dando ragione a lei persino in questa circostanza, quando io non avevo fatto niente e lei si era comunque incazzata con me, rivangando nel passato per tirare fuori di nuovo le volte in cui l'avevo ferita.
Che poi, detto fuori dai denti, cosa cazzo potevano c'entrare col presente i mesi passati, quando all'epoca non ci stavamo nemmeno frequentando seriamente? D'accordo, c'erano stati alcuni baci, qualche notte di fuoco, ma io allora ero comunque liberissimo di fare il testa di cazzo, anche se poi mi ero sempre dispiaciuto di fronte alla consapevolezza di averla ferita.E inoltre le avevo sempre chiesto scusa.
Più volte lo avevo fatto.Quando sarebbe finita la resa dei conti? Le stavo dando ciò che mi aveva chiesto, riservandole l'esclusiva e lasciando perdere qualsiasi altra forma di essere umano di sesso femminile.
Cos'altro dovevo fare perché si rendesse conto che stavo davvero cambiando per lei? Per di più senza chiederle nulla in cambio, ché per quanto lei si volesse già concedere a me, io la stavo rispettando in tutto e per tutto, anche quando lei mi provocava e si inventava la qualunque per farmi cedere.«Quindi che hai intenzione di fare?» Mi domandò Stephen e la sua espressione mi parve vagamente provocatoria e accigliata. «Vuoi già chiudere con lei e tornare sulla piazza?»
Alzai le spalle.
Non gliel'avrei data la soddisfazione.
Indossai semplicemente la faccia più indifferente che mi riuscisse e mi voltai verso l'uscita dal locale, dove mi accesi una sigaretta e fumai a perdita di tempo, osservando una spalatrice passare in mezzo alla carreggiata per liberarla dal ghiaccio e dalla neve, per poi spargervi sopra il sale di modo che, durante le prossime nevicate, i fiocchi non avrebbero attecchito al suolo.«Ciao Harry.» Sussurrò una voce familiare e quando mi voltai, vidi Rayanne ferma in mezzo al marciapiede.
La salutai con un cenno del capo, fumando rapido gli ultimi tiri della sigaretta.
«Non ti agitare, non ho intenzioni malvage.» Sorrise lei, mordendosi le labbra mentre avanzava verso di me di qualche passo. «È solo che... ho sentito di quello che è successo la scorsa settimana e - » Parlò con voce incrinata di una sincera tristezza, tenendo lo sguardo basso e le braccia strette attorno al busto. «Volevo solo accertarmi che stessi bene.»

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Howling's Lake
Romance«Qui non si tratta di aver paura della verità. Credo solamente che certi segreti siano fatti per rimanere tali.» Tutti i diritti sono riservati by ©MirianaTartari I personaggi, per quanto ispirati a persone reali, sono frutto della mia immaginazione...