f o u r t y - s e v e n

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«Che succede, Hazza?» Mi domandò, cercando con ben poco sforzo di nascondere una risata beffarda.
«Credevo ti tenessi ben lontano dallo step del primo appuntamento ufficiale.»

Scossi il capo, sbuffando una risata innervosita. Era ovvio che prima di poter ricevere aiuto da parte di Zack, mi sarei dovuto mettere completamente a nudo. Era una sorta di piccolo prezzo da pagare.
Allargai quindi le braccia e lo guardai rassegnato.

«Che vuoi che ti dica? Ho trovato un motivo valido per sconfinare dalla mia... comfort zone.» Risposi, sospirando e i suoi occhi si sbarrarono, facendomi pentire veramente di essermi rivolto a lui.
Che poi, al di là di Zack, a chi avrei potuto chiedere? A Eddie, che di tipe se ne c'erano, okay, altrimenti va bene la pizza?
O a Jordan, che era peggio di me in fatto di ragazze? E Stephen, no, era fuori discussione. Avrebbe finito per sciorinarmi discorsoni filosofici sull'amore senza risultarmi d'aiuto in alcun modo.
E io avevo davvero troppo poco tempo per prepararmi.

«Zack...» Aggiunsi, con l'intento di far finire subito quella fase - mettiamo a disagio Harry così, per divertirci. Voleva la verità? E va bene, l'avrebbe avuta. «Helena... mi piace davvero.» Dissi e non fu nemmeno così difficile da dire.
Un po' strano, forse sì. Ma tutt'altro che difficile.
Fu anzi liberatorio, in un certo senso.

Ma Zack non reagì. Si limitò ad annuire. «Era ora che lo ammettessi a te stesso, zuccone.»

«Sì, ma... il punto è che è tutto alla rovescia.» Ribattei, sdraiandomi supino sul suo letto.

«Gli stivali sul letto, no però... Hazza!» Esclamò subito lui, alzandosi per poi risedersi a cavalcioni sulla sedia della scrivania così da stare voltato verso di me.
Appoggiai quindi un piede sul ferro in fondo al letto, facendo leva sul tendine e incrociai l'altra gamba sopra la prima.

«Di solito bisognerebbe cominciare dall'appuntamento, mentre noi praticamente abbiamo già scopato...» Sbuffai, scuotendo il capo. «Cioè, sarà imbarazzante a livelli inimmaginabili... no?» Aggiunsi, alzando il capo per vedere la reazione di Zack.

Lui si strinse nelle spalle, guardandosi attorno con aria pensierosa. «Non penso. E comunque dipende da coppia a coppia.»

«In che modo?» Domandai, issandomi sui gomiti.

«Beh, non siete i primi e nemmeno gli ultimi che cominciano a frequentarsi sul serio dopo essere finiti a letto insieme.» Si spiegò lui, appoggiando il mento alle braccia, incrociate sul legno della sedia.
«Per alcuni magari è motivo di imbarazzo, ma per altri può rivelarsi un punto a favore, magari per sentirsi più in confidenza.»

Serrai le labbra, temendo che il nostro caso fosse più simile al primo. Lei era vergine e la sera della sua prima volta con me, era fuggita in lacrime. Dubito potesse sentirsi in confidenza.
E io come lei, a conti fatti.

Comunque, quello era un punto su cui non si poteva discutere troppo. Avrei visto coi miei occhi che tipo di conseguenza avrebbe avuto il ricordo di quella notte sul nostro primo appuntamento.
Il punto focale era : dove? E come?
Lo guardai di sottecchi, respirando a fondo dal naso e mi tirai su a sedere.
«Tu... dove hai portato Diana la prima volta che siete usciti insieme?»

Lui sorrise lieve e parve pensarci su un istante.
«A mangiare un gelato in città.» Disse e io alzai involontariamente un sopracciglio.
Un gelato. Quanti anni avevano? Quindici?

«Sei serio?» Domandai. «L'hai portata a mangiare il gelato?»

Sbuffò. «Aveva fame. Dove dovevo portarla? A mangiare il kebab alle tre del pomeriggio?»

Risi incredulo. «D'accordo ma... un gelato? Mi prendi per il culo?!»

«Potevo portarla anche al bar del parchetto a mangiare le patatine, cosa sarebbe cambiato?!» Esclamò lui, facendo crollare le braccia dalla sedia.

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