Raggiungemmo Diana e Josie nel casolare, dove Jonathan stava preparando del tè caldo e ci unimmo a loro per fare merenda.
Harry si chiuse nel suo solito silenzio, ingurgitando biscotti e bevendo il suo tè senza dire una parola.
A riempire il silenzio ci pensò comunque Diana, che non la finiva un secondo di parlare con Jonathan.
Sospirai, lasciandomi andare sulla sedia e osservai in silenzio Harry, piegato sul suo tè. Si teneva la testa con una mano, intrecciando le lunghe dita nei capelli.
Ogni tanto guardava verso Jonathan e poi dirigeva i suoi occhi a me, ma non appena i suoi occhi verdi si incrociavano nei miei, volgeva altrove lo sguardo.Improvvisamente si levò dalla tasca il cellulare e lo guardò accigliato, lasciandolo vibrare sul tavolo.
«Non rispondi?» Gli domandai, osservando il display illuminato.
Non ottenni alcun tipo di risposta e il cellulare continuò a vibrare per qualche secondo, prima di segnalare la chiamata senza risposta.Vibrò altre due volte, durante le quali Harry continuò incurante a bere il suo tè caldo.
Infine si alzò e portò la sua tazza in cucina.Fu allora che la porta del casolare si aprì e da essa entrarono quattro ragazzi che subito riconobbi essere gli amici di Harry.
Lui rimase sulla porta della cucina per qualche secondo, con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo risentito probabilmente per via di quella visita.«Ciao ragazzi!» Li salutò Jonathan, osservandoli sorridente dal tavolo.
Premetti le labbra in un sorriso quando vidi Diana diventare paonazza alla vista di Zack.Ci salutarono tutti, sorridendo affannati e infreddoliti probabilmente per la corsa sotto la pioggia.
«Sedetevi pure, sedetevi! C'è spazio a sufficienza per tutti. Volete una tazza di tè caldo?» Disse Jonathan, mentre i ragazzi prendevano posto sulle sedie vuote.
«Grazie, Jonathan, davvero...» Disse il ragazzo che aveva riaccompagnato Josie a casa, sorridendo e passandosi la mano fra i capelli corti, per asciugarli dalla pioggia. «Eravamo passati per vedere se Harry era qui. Prima o poi imparerà a rispondere al telefono...»
Harry, col suo imperturbabile cipiglio in volto, si avvicinò di qualche passo e si appoggiò al bancone alle nostre spalle, guardando verso il lato opposto dell'enorme salone.
Era tornato il solito ragazzo accigliato e tenebroso.«Come va il livido?» Domandò Zack, osservandolo in viso.
Harry si voltò verso di lui e, lanciatami un'occhiata furtiva, alzò le spalle.
«Una meraviglia.» Rispose, sorridendo beffardo e mi guardò di nuovo.
Zack scosse il capo e rise leggero, ringraziando Jonathan quando gli posò davanti la sua tazza di tè.
«Non ci siamo presentati, l'altra sera.» Disse improvvisamente il ragazzo biondo, alzandosi per porgermi la mano.
«Io sono Eddie.»«Helena.» Risposi sorridendo e gli strinsi la mano.
«Stephen, piacere.» Disse il ragazzo dai capelli corti, porgendomi la sua.
«Jordan.» Disse il terzo ragazzo, sorridendomi mentre prendeva la tazza di tè dalle mani di Jonathan per poi ringraziarlo con un sorriso cordiale.
Aveva due bellissimi occhi azzurri e le labbra sottili.
Il suo sguardo era dolce, a differenza di quello di Harry, che ti fissava attraverso quegli enormi occhi verdi sovrastati da due sopracciglia perennemente aggrottate.Jordan e gli altri tre ragazzi sembravano anche molto più allegri e solari, a differenza del loro amico costantemente accigliato.
Sì, a conti fatti Harry era una nota stonata, col suo volto sempre perennemente imbronciato, rispetto ai suoi amici.

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Howling's Lake
Romance«Qui non si tratta di aver paura della verità. Credo solamente che certi segreti siano fatti per rimanere tali.» Tutti i diritti sono riservati by ©MirianaTartari I personaggi, per quanto ispirati a persone reali, sono frutto della mia immaginazione...