t w e n t y - t w o

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«Ragazze, davvero non credo sia una buona idea...»

Josie mi fulminò subito con lo sguardo. «Scusa puoi ripetermi quanti giorni sono passati da quella notte?» Disse poi, guardando distrattamente il cellulare. «Hai presente di che notte parlo, vero? Tu, Harry, il letto, i baci, il petting estremo...»

«Ho presente.» La bloccai subito, sospirando. Mi guardai in giro, sentendo già l'agitazione crescere alla sola idea di rivederlo.
Era passata quasi una settimana da quella notte e io ancora non riuscivo a dormire senza immaginare anche solo per poco quello che io e Harry avevamo condiviso nel mio letto.

Il cellulare di Josie suonò e lei si allontanò di qualche passo per rispondere.
A giudicare da come si guardava in giro, doveva essere Stephen. Il ché significava che sarebbe passato a breve.

Presi un profondo respiro e guardai Diana, sorridendo delle nostre condizioni disastrose.

«Ne usciremo vive. Vero?» Disse lei, stringendosi nelle spalle.

«Ne usciremo vive.» Annuii, guardando verso Josie che ci stava facendo segno di raggiungerla.

Salimmo sulla macchina di Stephen dopo aver raggiunto il parcheggio di quella che scoprii essere la scuola del paese.

Sorrisi, osservando l'enorme edificio circondato da alberi e, guardando l'ampio cancellone d'entrata, non potei evitare di immaginare un piccolo bambino dagli enormi occhi verdi e i capelli ricci lasciare la mano della maestra per correre incontro alla madre.

...sei una perfetta candidata per riempire la sua solitudine.

Le parole di Jonathan risuonarono improvvisamente nelle mie orecchie e il mio sguardo si perse per un attimo.

Che significato avevano quelle parole?

«Helena! Dai, muoviti!» Esclamò Josie, osservandomi impaziente da dietro la portiera aperta della macchina di Stephen.

Mi riscossi e li raggiunsi, salendo sui sedili posteriori, di fianco a Diana, stranamente silenziosa.

Salutai Stephen e lui mise in moto, sorridendomi dallo specchietto retrovisore.

Prima di dirigersi all'uscita del parcheggio, lo vidi sporgersi verso Josie e lei, esitando un primo momento, sorrise lasciandosi poi posare un lieve bacio sulle labbra.
Guardai Stephen e il modo in cui i suoi occhi osservavano Josie.
Sembravano venerarla.

Sospirai, volgendo lo sguardo verso il finestrino e un pensiero cupo mi adombrò per una frazione di secondo. Subito scossi il capo.

Niente pensieri tristi, per quella giornata.
Non volevo sembrare una ragazza musona.

«Sono già tutti lì?» chiese improvvisamente Josie, osservandosi allo specchietto.

Stephen svoltò in una stradina piena di buche e la macchina cominciò a traballare.

«Sì, scusatemi. Le sospensioni sono quelle che sono...» Sorrise, vedendo Diana lanciarmi uno sguardo divertito. «Comunque...» Disse, prendendo il cellulare appoggiato in un piccolo scompartimento davanti al cambio. Lo vidi scuotere il capo, leggendo di sfuggita un messaggio. «...Eddie e Zack stanno già facendo riscaldamento.»

«Riscaldamento?!» Rise Josie e anche Stephen sembrò sorridere divertito. «Chi era?» Chiese poi, indicando il cellulare con un cenno del capo.

Lo vidi lanciarle uno sguardo ammiccante e subito dopo le strizzò l'occhio. «Il mio capo... pardon, la mia capa.»

Mi fece sorridere vederli scherzare così apertamente.
Josie gli tirò un buffetto sulla gamba in risposta alla sua provocazione e lui rise divertito, prendendole la mano.

Howling's LakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora