Harry's pov.
Cosa cazzo mi aspettavo? Che mi avrebbe congedato con tanto di spilletta all'onore per la quantità di pugni sulle gengive e di calci che mi ero preso in quei mesi?
No che non mi aspettavo tutto ciò, ma ora che Terence mi stava aiutando a uscire da quel buco di fogna in cui Shaw aveva deciso di incontrarmi quella notte, l'unico pensiero che mi martellava nel cervello era lei.
Helena.
Come glielo avrei spiegato tutto quel sangue? Come avrei giustificato i tagli, i lividi, l'occhio viola e le labbra spaccate? Fu anche peggio della prima volta in cui mi avevano massacrato la faccia. E tutto perché Terence aveva provato a prendere le mie difese, dicendo a Shaw che avevo imparato la lezione e che d'ora in poi ci avrei pensato qualche secondo in più, prima di decidere di spaccare il naso a uno dei ragazzi del suo giro.
Tutto inutile.«Dio, Haz... devo portarti in ospedale...» Commentò, lasciandomi alla sua moto. Scossi il capo. «Ti giuro che non pensavo... io...»
«Lo so...» Sussurrai a denti stretti e alzai lo sguardo su di lui, girando lievemente il viso per poterlo guardare in faccia. Non riuscivo a vedere un cazzo dall'occhio destro.
«Senti. L'hai sentito, no? Non andrà avanti per sempre.»
«E quanto?! Quanto devo andare avanti così?!» Sbottai, cercando di montare in sella dietro di lui. Sentivo ogni osso spezzarsi, quel figlio di troia non mi aveva risparmiato nessuna parte del corpo.
Aveva fatto uscire Terence ed era tornato da me.
Sapeva che non avrei reagito. Non potevo. Non con i quattro diavoli che si portava sempre appresso, in piedi ai quattro angoli della stanza buia e sudicia.
Che avrei potuto fare?
Potevo solo sperare che facesse in fretta.
Ma quando mi stritolò la gamba sotto al suo piede, mentre strisciavo per terra, lì credetti di morire.
Pensai che non solo non mi avrebbe permesso di uscire dal suo giro, ma che non sarei uscito nemmeno da quella stanza.Poi, dopo una serie infinita di calci al viso, in pancia e alla schiena, decise che ero abbastanza malridotto da poter essere lasciato andare.
Continua a fare il tuo lavoro, Key-Chester - aveva detto. - Non sei così indispensabile. Mi stancherò presto di te.Zack h. 1:14
Siete ancora al Rock?Nessuna risposta.
Provai a chiamarlo, ma il telefono era staccato.
Dovevo tornare al bar per prendere la moto, ma se mi avesse detto che erano ancora lì, avrei trovato una scusa con Helena per evitarle che mi vedesse conciato così e mi sarei fatto accompagnare direttamente a casa.Helena, h. 1:20
Io sto andando a casa... che fai? :)«Okay, Ter. Lasciami pure al Rock.»
Mancavano due o tre minuti di strada, quanto bastava per evitare di incrociarla.Ma quella sera tutto il mondo aveva deciso di remarmi contro e non appena raggiunsi la mia moto, zoppicando sulla gamba sana, la sua voce alle spalle mi paralizzò, inchiodando i miei piedi sull'asfalto.
«Harry? Eccoti!» Disse, con la voce ancora incrinata da una risata.
Risata che sapevo benissimo si sarebbe spenta non appena avesse dato un'occhiata alla mia faccia.Alzai il viso, chiudendo gli occhi.
Non avevo vie di fuga, stavolta.«Ehi, Haz! Ti abbiamo aspettato, ma...» Zack.
«Ti ho scritto, ma non hai visto il messaggio...» Disse ancora Helena e la sua voce giunse alle mie orecchie pericolosamente vicina.
Troppo vicina.«Ehi...» Aggiunse con fare esitante, posando la mano sul mio braccio quando mi affiancò alla moto.
Voltai istintivamente il viso, così che non mi vedesse, e sospirai, ma con la coda dell'occhio vidi il volto di Zack sbiancare di terrore.

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Howling's Lake
Romance«Qui non si tratta di aver paura della verità. Credo solamente che certi segreti siano fatti per rimanere tali.» Tutti i diritti sono riservati by ©MirianaTartari I personaggi, per quanto ispirati a persone reali, sono frutto della mia immaginazione...