Scosse lievemente il capo, senza dar cenno di voler mollare la presa sul mio sguardo: si aspettava una risposta.
Ma quando gli fu chiaro che non sarebbe arrivata, richiuse le labbra e liberò un profondo e nervoso respiro dal naso.
Alle sue spalle, l'ampia finestra che si affacciava al balcone lasciava già penetrare i raggi azzurrognoli del primo mattino. La sua intera figura ne beneficiava ai miei occhi, stagliandosi contro quella luce fredda e radiosa quasi fosse un'apparizione ultraterrena.
Immobile.
Scolpito nella freddezza come una di quelle statue degli imperi ormai tramontati.Passarono altri interminabili secondi prima che le sue linee si ammorbidissero sotto un altro profondo sospiro e le sue braccia si piegassero, rompendo l'aria ormai fatta di minuscoli cristalli.
Si portò le mani ai fianchi e si morse lieve un labbro, l'aria pensierosa e improvvisamente assorta.
«Non lo so, Helena» si rassegnò infine, voltandosi di profilo e con un lieve movimento del capo rivolse il viso al soffitto. «Secondo me è l'unica soluzione, se vuoi metterti il cuore in pace.»
Trasalii. «Tu vuoi?» gli chiesi e lui fece spallucce, allargando le labbra in un sorriso vago.
«Sai già cosa penso al riguardo.»Mentiva: non lo sapevo affatto.
E ciò che maggiormente mi confondeva, ora, era la sua rinnovata compostezza e serenità d'animo, come se il solo rischiararsi del cielo potesse veramente cancellare la notte che era appena trascorsa.
Tornò in soggiorno dopo una manciata di minuti, il tempo di recuperare i suoi averi e prepararsi nuovamente alla partenza. Rispose a qualche messaggio e si infilò il telefono nella tasca dei pantaloni, rialzando poi lo sguardo su di me.
«Tu sei pronta?»
L'albergo ci aveva chiesto di lasciare la nostra camera alle undici, mancavano ancora due ore intere all'orario stabilito, ma tanto valeva: cosa potevo dirgli? Lui non mi sembrava avesse piacere a trattenersi un minuto di più a Fort Collins.
E quella volta, ad alzare le spalle in risposta fu la sottoscritta.Viaggiammo per due ore filate, scambiandoci di tanto in tanto qualche occhiata e un numero abbastanza contenuto di parole.
Frasi prive di una qualsiasi sostanza, comunque, rivolte al solo scopo di capire se l'altro avesse fame, se avesse bisogno di fare una sosta o di andare a fare pipì.
Mi sembrava abbastanza evidente che Harry avrebbe fatto volentieri a meno di fermarsi, perciò lasciai che il viaggio si concludesse senza soste.
Anche se là dentro l'aria che si respirava era stranamente pesante, quasi claustrofobica. E lui non la alleggerì di certo con quella decina di sigarette.
Scossi il capo all'ennesima che si accese fra le labbra e le parole di Anthony mi tornarono alla mente, riaffiorando da un passato non troppo remoto.Harry non mi sembra particolarmente felice che tu sia qui con me...
Sta facendo più tiri di quelli che i suoi polmoni potrebbero veramente desiderare.Chinai il capo, schiacciata dal ricordo di quel pomeriggio e di tutti gli avvenimenti che erano seguiti ad esso.
Forse era un passato già ben più lontano di quanto volessi ammettere a me stessa.Harry's pov.
Lasciai Helena e il furgone di Anthony al casolare, dopodiché balzai in sella alla mia moto.
«Allora a stasera!»
La sua voce mi giunse alle spalle, ma non mi voltai. Sollevai un braccio e la salutai poco prima di sgommare via sulla stradina polverosa che correva lateralmente al ranch.
Non potevo sapere con certezza quali fossero i suoi pensieri, ma avevo avuto mezza giornata per dare ordine ai miei.
Perciò, quando una decina di minuti dopo riabbassai il cavalletto della moto in quella strada della periferia di Lakewood, non ebbi più alcun dubbio sul da farsi.
Presi un profondo respiro e deglutii, sforzandomi di scacciare il senso di nausea: non era passato neanche un mese dall'ultima volta che avevo percorso quella scalinata.
E francamente avrei preferito prendermi a stilettate l'uccello piuttosto che entrare di nuovo là dentro.
Ma andava fatto, giusto? Uno dei due doveva trovare il coraggio anche per l'altro e sforzarsi di vederci più chiaramente.
Con un impeto di angoscia mi alzai dalla moto e gettai a terra il mozzicone di sigaretta ormai consumato fino al filtro. Aspettai che passassero le ultime macchine e attraversai finalmente la strada, dirigendo i miei passi su per quella scalinata, verso la centrale di polizia di Lakewood.

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Howling's Lake
Roman d'amour«Qui non si tratta di aver paura della verità. Credo solamente che certi segreti siano fatti per rimanere tali.» Tutti i diritti sono riservati by ©MirianaTartari I personaggi, per quanto ispirati a persone reali, sono frutto della mia immaginazione...