s e v e n

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Quanto grave poteva essere l'aver tirato uno schiaffo ad un ragazzo, dopo essere stata baciata?

Non ne avevo idea, vista la mia scarsa esperienza sulla questione. Di ragazzi cui ero stata interessata e qualche volta ricambiata, ne potevo contare qualcuno. Niente di serio, purtroppo per me, ma uno schiaffo dopo un bacio? Come lo si affrontava?
Scossi per l'ennesima volta il capo, che prima o poi me lo sarei slogata quel collo, visto che non facevo altro che scuotere la testa dall'incredulità, e riabbassai la foto e i documenti di fianco a me, sul letto. Mi passai una mano fra le ciocche di capelli rimasti fuori dalla treccia e affondai i denti nel labbro, osservando distrattamente l'armadio alla mia destra.
Sbuffai e mi portai le mani sul viso, lasciandomi andare sul letto.
Avrei voluto prendere a schiaffi me stessa, ora.

No!
Un attimo.
Io avevo avuto le mie ragioni. Non si salta addosso ad una ragazza che conosci da meno di una settimana, per di più mentre sta parlando e tu sei chiaramente alticcio per via delle due birre bevute al bar.
Non poteva biasimarmi se...oh, ma chi volevo prendere in giro?
Avrei potuto semplicemente scostarmi o spingerlo indietro, al posto di colpirlo in quel modo.

I miei pensieri ingarbugliati furono per un attimo interrotti da un rumore alla porta.
Qualcuno stava bussando.

«Helena, siamo noi!»

Riconobbi la voce di Diana e subito andai ad aprire.
Vederle così euforiche e su di giri mi fece sentire ancora più depressa di quanto già non fossi.

«Allora?» Domandò Josie, sorridendo affabile. «Aspettavamo la tua chiamata, ieri sera.» Si sedette a cavalcioni sulla sedia e si appoggiò allo schienale coi gomiti, fissandomi con impazienza.
Diana invece si sedette in fondo al letto e prese a mordicchiarsi le labbra serrate in un sorriso malizioso. Le brillavano gli occhi.

Io, in tutta risposta, presi un profondo sospiro e sperai giungessero da sole alla conclusione che no, non era andata affatto bene.
Del resto, sarebbe bastato guardarmi in faccia per capirlo.

«È possibile entrare nella casa sul lago?» Domandai, nascondendo la foto tra i documenti e infilando poi tutto nello zaino.

«Non cambiare discorso, Helena! Vogliamo sapere tutti i dettagli, anche quelli più piccanti!» Esclamò Diana.

«Soprattutto quelli piccanti.» Precisò Josie, ridendo.

Mi rialzai lentamente, dopo essermi sporta fuori dal letto per sistemare la borsa di fianco al comodino in legno e mi sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio, tenendo lo sguardo fisso sulla coperta.

Come potevo dire loro la verità? Ragazze, Harry mi ha baciata e io gli ho tirato un manrovescio? Non era proprio il modo migliore per far colpo su due nuove amiche.
Mi avrebbero creduto pazza.

«Harry è...m-molto...particolare.» Balbettai, cercando di non scendere nei dettagli.

«Ah-a. E?»

«E...cosa volete sapere?»

«Vi siete baciati?» Diana arrivò al punto.

«N-no! No, assolutamente! Come ti viene in mente?!» Soffocai, presa in contropiede. Non ero solita ricevere certe domande così schiette. A casa e con le mie poche amiche del liceo avevo sempre cercato di mantenere un rapporto aperto, ma su certi argomenti avevo sempre avuto problemi a parlare. Non che avessi granché da dire, visto la mia vergognosa ed esigua esperienza al riguardo.

«Ora devo andare, Jonathan mi aspetta, devo aiutarlo a sellare i cavalli per le lezioni di oggi.» Dissi infine, alzandomi dal letto e infilandomi le scarpe.

Sapevo di averle deluse, ma quanto meno ottenni che il discorso "Harry" si trasformasse in un tabù da archiviare e, il prima possibile, da dimenticare.
Ne andava della mia salute psichica.

Howling's LakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora