t h i r t y - s e v e n

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Le sue labbra.

Non riuscivo a pensare ad altro, mentre le muoveva sulle mie, scivolando con le mani lungo i miei fianchi.

Quanto mi erano mancate.
Quel tocco morbido, quando le premeva sulle mie e poi le rilassava, sfiorandole per morderle subito dopo.

Mi sentii esplodere quando compresse il suo corpo contro il mio, schiacciandomi contro la porta.

Sentii un rumore metallico provenire dalla serratura. Gettai uno sguardo per capire cosa fosse successo e vidi le dita di lui sospese sopra ad un piccolo pomello col quale aveva serrato la porta.

«Tranquilla, fuori c'è la chiave ...» Sorrise. «È per far capire di non entrare.» Continuò ed io annuii.

Mi guardò le labbra e gli occhi, poi di nuovo le labbra e si leccò le sue, avvicinandole ancora alle mie per riprendere il bacio da dove lo aveva interrotto.

Continuai ad assaporare ogni centimetro della sua bocca, tenendo le mani strette dietro alla mia schiena.
Non volevo toccarlo.
Non potevo.
C'era ancora una parte di me che non se la sentiva di perdere il controllo e se mi fossi spinta oltre, riprendere possesso del mio corpo sarebbe stato impossibile.

Improvvisamente alzai il viso al soffitto, ansimando fra le labbra aperte, mentre le sue scivolavano umide e calde sul mio collo.
Sentii le sue dita posarsi sulla pelle nuda del mio petto, all'altezza delle clavicole.

«Harry...» Ansimai, sentendo il cuore scoppiare e il ventre squarciarsi.

«Ti prego...» Lo supplicai in un filo di voce, rialzandogli il viso e lui mi guardò negli occhi, arcuando le sopracciglia come se temesse qualcosa.

Scosse il capo. «Helena, ci sto provando, giuro che ci ho provato...» Ansimò, baciandomi ancora sulle labbra. Le sfiorò e ansimò su esse, lasciandomi sulla lingua il suo sapore, un misto di alcool e di menta. «...ma non ci riesco. Non ce la faccio...»

Le mie dita scivolarono lungo le sue braccia, ma al posto di spingerlo via, lo tirai a me e lui posò la sua fronte alla mia, muovendosi contro di me.

«Io... ti voglio troppo.» Ansimò ancora e io chinai il capo, sentendo crollare tutto. «Potrei impazzire se mi respingi ancora...»

Scossi il capo.
Come potevo respingerlo? Sentivo l'intero corpo attraversato dal fuoco e dalla scossa, ustionato dalla sua vicinanza.

Mi alzò il viso e scivolò con il naso sulla guancia, aprendomi le labbra per cercare la mia lingua con la sua.

L'ultimo brandello di autocontrollo cadde in ginocchio e chinai il capo di lato, accogliendo la sua lingua per intrecciarla alla mia, mentre le mie mani già correvano ad intrecciarsi fra i suoi capelli.

Lui premette le mani ai miei fianchi, per poi scivolare più in basso e serrarsi alle mie cosce.

Mi sollevò e mi spinse contro la porta, portandomi le gambe attorno al suo busto.

Gemetti fra i denti, sentendo quella familiare sensazione di piacere quando si spinse contro le mie gambe aperte e lui serrò le dita alle mie cosce, salendo verso i miei glutei e infine lungo la mia schiena.

Spinse ancora fra le mie gambe e lo vidi serrare gli occhi, interrompendo il bacio per crollare col capo sulla mia spalla.

Il mio corpo improvvisamente era pronto.
Non chiedeva altro.

Ma dentro di me avevo il terrore di legarmi a lui in quel modo così intimo.
Se poi avesse reciso di netto ogni tipo di rapporto con me, ne sarei rimasta distrutta.

Howling's LakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora