C'era una distesa di nuvole rosa quando mi ha baciata.
Quando le sue labbra si sono posate sulle mie e l'hanno fatto per davvero, senza pretese o secondi fini, le nuvole erano fatte di petali di rosa e lavanda.«Allora, Helena.» Sospirò, sfilando le mani dalle tasche dei jeans scuri e aderenti e i suoi enormi occhi verdi si alzarono sul mio viso.
«Sicura che non vuoi sederti da qualche parte? Non sei stanca?»«Mmm n-no, perché?» Risposi, osservandolo di sottecchi.
Le chiacchiere avevano reso la camminata tutt'altro che stancante perciò mi domandai da cosa fosse scaturita tutta quella apprensione.
Forse avevo le occhiaie? Non mi ero potuta guardare che di sfuggita allo specchio, prima di seguirlo fuori dall'alloggio.Mi aveva anche lanciato un'occhiata strana quando gli avevo chiesto di poterci fermare al chiosco del parco per prendere qualcosa con cui fare merenda e alla fine, ridacchiando sommessamente, mi aveva addirittura voluto offrire lui il gelato.
E io tutt'ora non saprei dire cosa ci fosse di così strano nel mio cornetto al pistacchio e cioccolato, visto che per tutto il tempo non aveva fatto altro che osservarlo con un sorrisetto strano sulle labbra.«Un gelato. Siamo praticamente a dicembre e lei si prende il gelato.» Scosse il capo, accendendosi una sigaretta.
«Sicuramente mi farà meno male di quella.»
Alla fine decidemmo di andare a sederci su una panchina in fondo al parco, lui con la sua sigaretta e io col mio cornetto.
«Almeno è buono?» Mi domandò, lasciandosi andare in un profondo respiro, mentre si appoggiava con la schiena al legno della panchina.
Annuii. «Vuoi...?» Sorrisi, allungando il gelato verso di lui.
Una scintilla maliziosa si accese sul suo viso e si sporse per mordere una bella porzione di gelato al pistacchio. E io improvvisamente desiderai di diventare quella piccola goccia di gelato che si stava leccando via dal labbro superiore passandovi sopra quello inferiore.
Quindi si accigliò e chinò lo sguardo, posando la mano sulla mia, stretta al cono. Con un gesto lento fece ruotare il gelato, così da esporgli la parte al cioccolato e vi affondò i denti.Infine si ritirò, laccandosi le labbra. «Cioccolato. Tutta la vita.»
«Che goloso.» Fatemi diventare del gelato al cioccolato sulla sua lingua, per amor di dio, pensavo intanto, rabbrividendo dal piacere.
«Ti finirà tutto dritto dritto nei fianchi, lo sai?» Ribatté, sorridendo apertamente e prese un altro tiro dalla sua sigaretta.
«Dici?» Mi accigliai, storcendo le labbra.
«Resterai bella comunque.»
Non saprei dire se si fosse reso conto del senso delle sue parole, nell'esatto istante in cui queste presero forma sulle sue labbra.
Di sicuro bastarono per farci piombare in un silenzio in cui, dei due, quella più imbarazzata ero sicuramente io, visto che lui continuò a fumare tranquillo.Avevamo quasi fatto l'amore - o sesso, come diceva sempre lui - eppure ora era bastato un suo complimento innocente per farmi avvampare in viso.
Lo guardai di sottecchi, desiderando ardentemente di poter nascondere il mio imbarazzo, leggibile chiaramente sul mio stesso viso, dietro a quel cono morsicchiato.«Che c'è? Nessuno ti ha mai detto che sei bella, Helena?» Continuò lui, facendomi arrossire ancora di più.
Scossi il capo. «Non... non credo... io...»
«Scherzi?!» Sbarrò gli occhi, ridendo. «Che razza di coglioni hai incontrato finora?»
Mi venne spontaneo squadrarlo, dopo quella sua domanda, ché per quanto mi stessi trovando bene con lui, quel pomeriggio, non è che pure lui nei due mesi e mezzo passati mi avesse propriamente riempita di complimenti e parole dolci, a differenza di tutti gli altri coglioni che avevo incontrato fino ad allora.

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Howling's Lake
Romance«Qui non si tratta di aver paura della verità. Credo solamente che certi segreti siano fatti per rimanere tali.» Tutti i diritti sono riservati by ©MirianaTartari I personaggi, per quanto ispirati a persone reali, sono frutto della mia immaginazione...