f i f t e e n

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Venerdì arrivò e con esso arrivarono ad intensificarsi anche tutte le ansie che il pensiero di quella festa mi stava procurando.

Nonostante la delusione, Diana aveva deciso di venire alla villa.
Le si leggeva in faccia che stava soffrendo per Zack.
Seduta sul mio letto e già pronta per la serata, notai più di una volta il suo sguardo perdersi nel vuoto.

«Diana, sei sicura che sia una buona idea?» Le chiesi, infilandomi i jeans e prendendo poi la mia nuova camicetta bianca dalla sedia.

Lei annuì. «Non posso perdermi una festa del genere. Quando potrebbe ricapitare un'occasione migliore di questa per incontrare l'uomo della mia vita?»

Sorrisi di fronte al suo incrollabile ottimismo e mi sedetti di fianco a lei. «Sai che ci sarà anche lui. E potrebbe esserci anche...lei.» Continuai, cercando di prepararla all'inevitabile.
Se avevo visto giusto, lo sguardo infastidito di Zack poteva essere ricollegabile al fatto che la nostra presenza avrebbe potuto creargli problemi con la sua ragazza.
Diana doveva essere pronta all'idea di vederli insieme, quella sera.

La vidi fremere leggermente, poi sospirò.
«Cercherò di stare il più possibile lontano da loro due, in quel caso.» Disse e dandosi una pacca sulla gamba si alzò. «Avanti, Stephen sarà già fuori ad aspettarci.»

«Okey.» Sussurrai, invidiando la sua forza d'animo.
In quel momento io mi sentivo un fascio di nervi, pronta a crollare da un momento all'altro.

Per tutto il tragitto in macchina, cercai di controllare il respiro e i tremiti convulsi dai quali era attraversato tutto il mio corpo.

Stephen parcheggiò sul retro della villa e quando scendemmo dalla macchina, sentii subito la musica raggiungerci dal primo piano, insieme a urla, schiamazzi e risate confuse.

Chiusi gli occhi e presi un profondo respiro, incamminandomi al fianco di Diana verso la facciata laterale della villa.
Ad attenderci poco prima della scalinata, riconobbi Jordan e Eddie. Subito ci salutarono e ci vennero incontro.

Mi guardai in giro, chiedendomi dove fosse Harry, quando riconobbi la sua moto da cross nera, appoggiata al muro esterno del giardino.
Un brivido mi trapassò il ventre e le mani si fecero subito gelide e sudate.

Harry era lì. Da qualche parte.

«Entriamo?» Domandò Eddie, precedendoci sulle scale.

Annuii, gettando un'occhiata a Diana.
Anche lei sembrava provare le stesse emozioni che stavo provando io.
Perciò le presi la mano e la strinsi nella mia, sperando bastasse a infondere coraggio ad entrambe.

Non appena varcammo l'ingresso della villa, fui colpita da un odore nauseante di alcool e di fumo.
La stanza sembrava più piccola rispetto al giorno in cui la vidi per la prima volta. Ora, così piena di ragazzi e ragazze, sembrava di essere in altro posto.
Il divano era occupato da molte più persone di quelle che poteva contenere e l'intera atmosfera era illuminata da luci di una tonalità azzurrognola, tendente al viola.

Mi guardai in giro, lasciando andare la mano di Diana e mi accorsi che stavo trattenendo il respiro.

«Se volete bere, entrate lì!» Esclamò Stephen a me e Diana. «Mentre per il bagno, seguite le scale e aprite la prima porta che vi trovate davanti una volta in corridoio.»

Nonostante già lo sapessi, annuii e gli sorrisi.
Non vedevo Harry.
E c'erano davvero troppe ragazze. Troppe.

Decidemmo di lasciare Josie con Stephen e ci dirigemmo in cucina con Jordan e Eddie.

Lì la musica sembrava attutita e si riusciva a parlare senza urlarsi nell'orecchio.

«Cosa bevete?» Ci chiese un ragazzo, avvicinandosi a me e Diana.

Howling's LakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora