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Lo vidi buttare fuori dai polmoni un profondo respiro. Poi abbassò gli occhi sulle mie gambe e si passò una mano tra i capelli ricci, scompigliati dal vento.
«Perché sei venuta a Howling's Lake?»

Ed ecco di nuovo le sue domande a bruciapelo.
Buttai fuori l'aria dai polmoni e mi incurvai leggermente in avanti, infilandomi le mani fra le ginocchia.
Non seppi che rispondere.

«Ho letto di sfuggita la prima pagina di quei fogli.» Disse ancora, osservandomi con la coda dell'occhio, forse per cogliere la mia reazione.
Io sospirai, annuendo e mi morsi l'interno del labbro.

«Immaginavo.»

«Erano parole scritte a caratteri troppo grandi, perché non le leggessi.» Si giustificò subito.
E pensare che io invece mi sarei scusata per aver letto anche solo di sfuggita una cosa così privata.
Comunque, non avrebbe avuto senso continuare a tenere tutto per me.
E a conti fatti, mi faceva anche piacere dirlo a lui, per primo.

Presi un profondo respiro e mi lambii le labbra, cercando le parole adatte.

«Sono stata adottata a un mese dalla mia nascita.» Confermai i suoi pensieri e lo vidi osservarmi col volto girato lievemente di profilo.

«Qui a Howling's Lake?»

Scossi il capo. «No. Mia madre ha detto di avermi adottata tramite orfanotrofio. Ma io ero ancora in ospedale, quando sono venuti a prendermi.»

Harry si fece pensieroso.

«Qui non ci sono orfanotrofi.» Diedi ancora voce ai suoi pensieri. «Si è svolto tutto tra l'orfanotrofio e l'ospedale di Lakewood, infatti.» Spiegai.

Harry si voltò di nuovo verso di me, con l'aria di chi vuole fare una domanda ma non è certo che sia una buona idea.

«I tuoi genitori sono di qui?» Domandò infine, grattandosi il palmo della mano sinistra. «Sì, insomma...sei qui per cercare loro?»

Scossi il capo, cacciando giù un groppo fastidioso. «Non erano di qui, o meglio, non credo. Sull'atto di adozione non era riportato granché, oltre ai loro nomi e...al nome del paese in cui sono morti

Sentii Harry trattenere il respiro per qualche secondo e dopo quella breve chiacchierata, piombammo nel silenzio.
Fu interessante notare come la nostra prima conversazione seria, durante la quale non feci alcun tipo di figuraccia, riguardava un argomento così poco felice.

Rimanemmo a guardare il lago ancora per qualche minuto, senza dire alcunché.
Il vento si era alzato, nel frattempo, e ora soffiava da est, increspando le acque del lago in piccole onde spumose.
Mi portai la cerniera fra i denti e Harry scese dal muretto con un balzo, tendendomi poi la mano.

Guardai esitante in basso, mordendomi il labbro. Arrampicarmi era stata una cosa, ma saltare giù sarebbe stata tutta un'altra storia.
Harry, trattenendo una risata, sbuffò e mi si parò davanti, afferrandomi per i fianchi.

«Avanti, ti sto tenendo.»

Mi sporsi quindi in avanti e le sue mani si strinsero ancora di più ai miei fianchi, quando mi lasciai andare nel vuoto con le dita strette alle sue braccia dure.
Sentii il mio corpo scivolare contro il suo e quando mi lasciò andare, dovetti appoggiarmi contro il muretto alle mie spalle per evitare di cadere.
Lui si accigliò e mi osservò dall'alto, mentre io cercavo pateticamente di nascondere il rossore sulle guance.

Mi rialzai e scivolai lentamente con gli occhi su di lui, passando dalle sue mani alla cinta dei pantaloni, su per tutto il busto, fino al collo. Osservai quindi le sue labbra schiudersi e indugiai più del dovuto forse, perché quando arrivai a incrociare il suo sguardo, era alquanto accigliato.

Howling's LakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora