2 Parte

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L 'orologio segna le 22:00 e la mia famiglia non da segno di lasciarmi andare, e con tutta onestà sono stanca morta.
<Hey, piccola Sindy che fai ti metti in disparte?> udì alle mie spalle.

<Oh no, fratellone sono solo un po' stanca, sai il viaggio e stato lungo> gli dico.

<Si, immagino> concordò lui, guardando avanti a se.
Stavamo nel vialetto, e mi trovai a pensare a tutte le cose che sono cambiate in sei anni. Guardai con più attenzione quello che c'era in torno a me. Alcune palazzine nuove ma ancora disabitate, altre con le mura tremolanti e decadenti, qualcun'altra completamente rasa al suolo per dar spazio a piccoli parchetti sparsi.
Guardai la casa dei miei genitori, questa bellissima e sontuosa casa e ricordai la piccola baracca dove abitavamo, sei bambini e due adulti, io e i miei fratelli che ci rincorrevamo con mamma che ci urlava di fare i bravi.
Questo dolce e tenero pensiero mi fa sorridere, e voltandomi appena noto il mio caro fratellone guardarmi.
<Daniel, c'è qualcosa che non va? Ti vedo strano> il suo sguardo mi preoccupava.

<Sindy, ehm...bhe...> Lo guardo come per invitarlo a completare la frase, ma all'improvviso delle urla attirarono la nostra attenzione.
Io e Daniel senza esitare incominciamo a correre nella direzione delle urla, appena svoltiamo l'angolo una scena abbastanza raccapricciante si svolgeva davanti a noi.
Un uomo con un passamontagna e una pistola, davanti a lui una donna in lacrime.             <Daniel, chiama la polizia> dico a mio fratello a denti stretti, per non farmi sentire.

Il rapinatore alternava il suo sguardo da me e all'altra donna.
Appena i suoi occhi rimasero posati su di me, un brivido di paura mi percorse tutta la spina dorsale. I suoi occhi erano ben visibili, ma il colore non molto decifrabile per via della poca illuminazione, faccio una veloce guardata al suo corpo noto un tatuaggio e un anello sulla mano destra, poi ritorno a fissarlo negli occhi. Buoi e cattiveria sprigionava il suo sguardo, quasi come se mi odiasse, come se mi conoscesse.
Ma con mio grande sollievo, prima che il rapinatore portasse anche la pistola nella mia traiettoria, le sirene della polizia lo spaventarono e scappò.

La polizia fece le domande di routine alla ragazza, a me e a mio fratello essendo stati spettatori. Informai gli agenti del tatuaggio e dell'anello, per aiutare nelle ricerche. Per ovvi motivi non dissi ciò che percepii dal suo sguardo. Rientrando in casa mia madre viene ad abbracciarmi, noto che la maggior parte dei parenti aveva deciso di andarsene chiudendo cosi la serata.

<Sindy, il piccolo si è addormentato perché non vai a dormire anche tu.
Abbiamo una stanza degli ospiti.> Propone mia madre.

<No, grazie mamma vado a casa mia, devo ancora sistemare le mie cose, non ti preoccupare ci vediamo domani mattina>  risposi dandole un bacio sulla guancia.
Salutai anche mio padre e le mie sorelle, uscì di casa, essendo a piedi ho chiesto a mio padre di prestarmi la sua macchina non avevo la forza ne la voglia di camminare.
Entro in essa, metto in moto e mi avvio verso la mia nuova casa, che prima di tutto non sapevo come era fatta, e poi era lontana da casa dei miei.
Ma io dico, ma chi cazzo me lo ha fatto fare a me dì ritornare qua.
Per fortuna dopo 20 minuti sono davanti alla porta della mia casa ma essendo molto stanca non la guardo nemmeno, entro trovo il divano in un ampio soggiorno e senza pensarci due volte mi ci fiondo sopra, e non so come ne quando mi addormentai.

#E anche il secondo capitolo e fatto, vi aspetto in tanti.
Scusatemi per gli errori ma a volte il mio telefono scrive da se.
Un baciooo❤❤😍

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