Un Nuovo Inizio (Completa)

57 Parte

Sindy's Pov

L'allegria che padroneggiava in me questa mattina appena sveglia, si è sfumata lentamente fino a scomparire. Ci siamo tutti riuniti di nuovo a casa mia per il pranzo di Natale, tutti tranne una persona.
Tutti sprizzano gioia da tutte le parti. I bambini aspettano con ansia il momento di scartare i regali e i grandi non vedono l'ora di fare un'altra partita a carte. E io, nel giorno che amo di più in tutto l'anno, sono spenta. Mi limito a qualche sorriso e alle risate forzate, per non dare preoccupazioni inutili. Ma non riesco ad evitare di guardare queste persone che amo e sentirmi fuori posto. Sembra che Dio mi odi a tal punto da farmi sembrare una deficente in mezzo a loro, deficente e sola. Tra le coppiette formate da poco e gli amori vecchi da anni. Italia seduta sulle gambe di David, Adelaide che da continue carezze a Gigi, Crystal e Michele che si sorridono continuamente cercando di non dare nell'occhio. I miei fratelli e sorelle con i rispettivi partner che si scambiano ogni tanto gesti pieni d'amore, e si anche mio fratello Nicola oggi è venuto con sua moglie Anna,  a quanto pare hanno fatto pace. Vedo queste scene e un dolore al petto mi lascia senza fiato. Mi guardo in torno e mi sento a disagio in casa mia, senza nemmeno sapere il perché oppure lo so ma non voglio ammetterlo.

Da quando ho visto Crystal farsi spazio tra i miei parenti da sola, ho capito che non sarebbe venuto. Ma nonostante la piccola mi abbia detto che suo fratello aveva deciso di non venire, io continuavo a sperare che da un momento all'altro entrasse da quella porta. Ci ho sperato finché il pranzo non fu terminato. So che la colpa è mia e del mio carattere del cazzo, ma di certo non volevo spingerlo a festeggiare il Natale da solo. E la consapevolezza di esserne la colpa fa male, tanto male. Io non volevo essere cattiva, non era mia intenzione offendere e tanto meno fargli credere che fosse una persona di basso livello. Ma in quel momento, il pensiero di lui nelle braccia di un'altra aveva fatto scattare qualcosa. Una sensazione che non è paragonabile alla gelosia o forse era proprio essa ma mischiata alla rabbia. Era troppo forte quello che stavo provando, e incapace di fermare questa cosa nuova non ero riuscita a chiudermi il becco, peggiorando le cose.

Dopo aver tolto le due tavole dove abbiamo pranzato e risistemando il soggiorno, grazie all'aiuto dei miei cugini, ci accomodiamo chi sul divano, chi sulle due poltroncine oppure a terra. Il momento di aprire i regali è arrivato ad anche noi grandi ci siamo uniti alle urla dei bambini. Lasciamo prima i più piccolo aprire ciò che gli è stato regalato.

《Si si si!!》urla mio figlio. Mi avvicino per vedere cosa gli abbia causato questa reazione. Clark e in lacrime e io mi abbasso per accarezzargli una guancia.

《Amore?》capisce la mia domanda sottointesa e mi porta uno scatolone forse un po grande. Ci guardiamo negli occhi e inizio ad aprire, così riuscendo a capire il perché delle lacrime di gioia di mio figlio. Uno skateboard nero con sopra raffigurate delle fiamme, il casco lo stesso solo che al centro c'era scritto "Campione". Clark mi fa segno di girare lo skate, e lo faccio spalancando gli occhi per le parole scritte su un foglietto attaccato su di esso.

"Tra tutte le cadute prese e quelle che prenderai ricordati sempre che sei un campione. Il mio campione. E non ci sarà giorno che io non crederò in te, e se tu vorrai sarò il papà che non hai mai avuto.

Ti voglio bene marmocchio."

《Sindy...》mia madre mi scuote dai miei pensieri. Punto i miei occhi in quelli del mio bambino, e l'unica cosa che riesco a leggerci dentro e la gioia di quello che gli è stato donato, e non intendo lo skateboard. Mi alzo cercando di non far uscire nessuna lacrima, sorridendo a mia madre che sembra preoccupata. Non sono triste, anzi, e solo che fa un po male pensare a quante cose il mio bambino ha dovuto rinunciare. Ma fortunatamente Dio sta avendo un occhio di riguardo almeno per lui.