46 Parte

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Angelo's Pov

E dopo il fine settimana a casa, e obbligatorio ritornare a lavoro. La febbre era scomparsa del tutto e con lei anche Sindy. Non la vedo da quel pomeriggio a casa dei suoi genitori, dove mi aveva diciamo accudito. Mi sono sentito un grandissimo coglione, e quella situazione aumentava il mio disagio. Non era facile vedere la mia vicina di casa in abiti dolci e premurosi, ed essendo abituato a vederla sempre in attacco in quella situazione non sapevo come comportarmi. Ma nonostante la piccola tregua avvenuta grazie solamente alla mia febbre, come al solito lei scappa. Non è stata a casa sua ma da sua madre, e io non ho potuto vedere nemmeno il piccolo Clark. Crystal e scappata da Italia rimanendo anche a dormire a casa sua, lasciandomi solo. Gigi invece è uscito con Adelaide, e tra cene e scopate non ha avuto tempo per me.

Entro in macchina e accendo la radio, metto un po dì musica leggera per potermi rilassare metto in moto e parto verso la mia destinazione.
Sono il proprietario della azienda immobiliare di mio padre, non ho mai amato questo lavoro ma mi sono sentito in dovere di continuare quello che mio padre aveva iniziato. L'inizio e stato molto difficile per me non sapendo come gestire una cosa così ma dopo un po ci ho preso la mano, e ora fortunatamente tutto va a gonfie vele. Non è così difficile come pensavo, in questo mestiere bisogna possedere l'abilità di saper parlare, conoscere quello che alla gente piace e giocare la carta del denaro.
Parcheggio l'auto nel garage dell'azienda, e prima di scendere prendo un bel respiro. E una routing che faccio ormai ogni giorno, e questa mattina mi sento un brutto presentimento.
《Buon giorno Barbara》saluto la signora che si trova dietro al bancone della segreteria.

《Buon giorno signor Bianchi.》saluta cordialmente. Barbara e una signora sulla cinquantina, con i capelli ramati e un paio di occhi marroni. Sta in questa azienda da quando mio padre ha iniziato questo percorso, ed è sempre stata rispettosa, leale e brava in quello che fa.

《Barbara quante volte devo dirti di darmi del tu? Comunque cosa abbiamo oggi?》le domando. Mi sorride gentilmente per poi rispondermi.

《Angelo sai bene che sul posto di lavoro sono molto formale. Allora tra dieci minuti hai una riunione molto importante con dei coreani, ma ce un problema...》
Chiudo gli occhi maledicendo la mia intuizione, pregando che non sia nulla di grave. Le faccio segno di proseguire《I coreani vogliono degli immobili con fantasie della loro patria. Ma purtroppo la nostra desainer non è capace di apportarli su i mobili da loro scelti.》 Scuoto la testa, possibile che una persona che dovrebbe saper disegnare qualsiasi cosa non sappia fare delle stupide figure?
Solo io ho la ciorta di avere una desainer cosi.

《Vado a capire meglio la situazione, e poi provvederò al problema》saluto Barbara, dirigendomi verso la sala riunioni. A traverso la porta di vetro vedo i coreani parlare tra loro, sono molto seri e questo non mi rilassa. 《Buon giorno signori. Io sono Angelo Bianchi, il direttore dell'azienda.》 Porgo la mano ai cinque clienti, sedendomi al mio posto. Li guardo e cerco di sembrare tranquillo, e credetemi non lo sono per niente. 《Allora signori, ditemi cosa desiderate.》

《Signor Bianchi noi su gli immobili che vogliamo comprare da lei desideriamo questi motivi, ma la vostra desainer ci ha informati che non è capace.》 Mi porge alcuni disegni, ad occhio e croce devo dire che sono molto complessi ma anche decisamente belli.

《Capisco》rifletto su cosa potrei fare per non perdere questo affare. Chi può aiutarmi?
Non conosco nessuno bravo nel disegnare, e non credo ci sia qualcuno capace di fare questi.
E mentre penso a questo una lampadina si accende, mostrandomi la figura di una persona. Non sono sicuro che la mia idea vada in porto, ma come si dice: tentar non nuoce. 《Signori se potete scusarmi, vado a fare una telefonata per riuscire ad accontentare il vostro volere.》 Esco dalla stanza, prendo il cellulare cercando il suo nome. Ho timore che non mi risponda neanche, e poi non so nemmeno cosa dirgli. Dopo tre squilli la persona dell'altro lato del telefono risponde.

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