56 Parte

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Angelo's Pov

La serata prosegue bene e la cena che hanno preparato Sindy e sua madre è semplicemente...squisita.
Questa famiglia e molto armoniosa, ridono molto e fanno battute che non fanno ridere ma è il loro modo di dirle che te lo fa fare.
Io e Sindy non abbiamo parlato per niente, e con tutta onestà io non ho intenzione di iniziare una conversazione con lei. Anche se non lo faccio notare ci sono rimasto male per il suo palese rifiuto, quindi meglio far finta di niente e andare avanti.

Prendo un paio di fette di pane per poterle inzzuppare nel sugo del pesce al forno. Hanno cucinato di tutto, dall'antipasto comune a base di mozzarella e prosciutto, le tartine e altre cose deliziose. Il primo pasto era un ottimo "spaghetti allo scoglio", ora mentre aspetto il resto zittisco il mio languorino con un Po di pesce.

《Angelo!》mi sento chiamare, e dopo un Po una scimmietta si aggrappa alle mie spalle.

《Marmocchio》sorrido a Clark che mi stampa un bacio sulla guancia.

《Ti vedo raccontare una cosa 》dice sedendosi in braccio a me. Vedo sua madre che ci guarda e non solo. La signora Serena rimane a fissarci e noto che ha gli occhi lucidi, la sorrido e non so perché.

《Allora dimmi》ritorno a dare la mia attenzione a Clark.

《Ho detto a Cinzia che mi piace》sorride e abbassa la testa, mentre la madre si volta completamente verso di noi.

《A si? E cosa ti ha risposto? Spero che non sia scappata》dico guardando Sindy. Sussulta per poi assottigliare gli occhi in due fessure.

《No no, anzi, ha detto che anche io gli piaccio》confessa con un sorriso da  orecchio a orecchio.

《Sono felice per te piccolo》lo abbraccio e lui ricambia con vigore. Veniamo interrotti dalla nonna che ci avvisa che è pronto il pesce fritto, e i nostri occhi prendono la forma di due cuoricini. Clark dopo avermi lasciato un altro bacio va a sedersi al suo posto, ed io inizio a prendere il tutto e di più cosa che fa anche la mia vicina. Inizio a mangiare ma mi fermo quando noto Sindy chiudere le mani a pugno per poi rilassarle. Non faccio domande, non mi deve più interessare e stata lei a volare questo. La sento fare un colpetto di tosse e cerco con tutto me stesso di non voltarmi nella sua direzione, devo essere uomo.

《Hai passato una bella mattinata?》mi domanda in un sussurro. Alzo un sopracciglio ma continuo a non guardarla.

《Perché ti interessa?》chiedo a mia volta.

《Non fare lo stronzo》dice mentre si pulisce le mani.

《Ho imparato dalla migliore》non mi risponde più e io continuo a mangiare. La signora Serena mi invita a prendere altro cibo, e non me lo faccio ripetere due volte. Prendo altre fette di pane, e per poco un pezzetto di esso non mi va di traverso quando Sindy parla di nuovo.

《Non credevo che ti abbassavi a quei livelli》

《Sei gelosa?》rispondo pulendomi a mia volta le mani, mi ha fatto passare la voglia di mangiare.

《Io gelosa? Ma che dici》sbotta alzandosi e facendo girare tutta la sua famiglia verso di noi. Vedo Adelaide mettersi una mano in faccia, Italia che sbatte la testa sul tavolo e mia sorella che scuote la testa...ma questi gesti sembrano rivolti a me non a lei. 《Dico solo che non pensavo che andassi a puttane, specialmente con quelle che hanno il doppio della tua età》e no, questo no. Mi alzo a mia volta, e mi sento appagato quando noto che nonostante i tacchi alti e più bassa di me. 《Non credevo ti piacessero gente così.》

《Mi è piaciuta una psicopatica malata di mente, perché non potrebbe piacermi lei》urlo a mia volta. So di dovermi star zitto ma questa volta non posso.

《Sei tu che mi correvi dietro.》

《Si, lo so. È ora che non lo faccio più mi fai queste scenate》tutti sono in silenzio, ci sentiamo solo noi e stiamo dando spettacolo, cosa che io non volevo.

《Non sto facendo nessuna scenata. Solo non capisco come pochi giorni fa mi stavi attaccato al culo e ora già giri nelle lenzuola con un'altra》io lo dico che è pazza. Ma poi che ne sa, sarebbe stato meglio se lo avessi fatto ma primo a quella non la sopportavo, e secondo io continuo a volere lei anche se questo non lo deve sapere.

《Ti stavo attaccato al culo perché è l'unica cosa bella che hai, con il carattere di merda che ti ritrovi》e in questo momento mi sento una merda io. Non sono cose che penso veramente, e la rabbia che mi fa parlare.

《Mammaaa》sento urlare da Clark.

La guancia destra mi duole. Mi ha appena dato uno schiaffo davanti a tutti, vedo alcuni di loro alzati. Crystal ha gli occhi spalancati e una mano davanti alla bocca, Italia e Adelaide alternano lo sguardo tra me e Sindy. Guardo lei che non sembra arrabbiata ma delusa forse per le parole che ho usato, ma deve anche capire che lei è capace di far uscire il peggio di me. 《Siediti》mi ordina, e per non continuare lo spettacolo faccio come mi dice. La vedo allungare la mano sul tavolo mentre con il viso si avvicina a me.《Non ti caccio da questa casa perché non sono così cattiva da lasciarti da solo in queste feste. Ma azzardati a rivolgermi di nuovo la parola in questo modo...》prende il mio coltello e lo infilza nelle due fette di pane accanto al mio piatto《è sei un uomo morto.》
Spalanco gli occhi per il gesto che ha appena compiuto, e cerco di mantenere la facoltà mentale.
Si risiede al suo posto come se nulla fosse, mentre il silenzio fa ancora da padrone in tutta la sala.
La cena prosegue senza più intoppi, ma il mio disagio cresce a dismisura. Non è stato bello fare tutto quel casino in una casa che non è neanche la mia. Dopo aver finito di mangiare prendono dei giochi da tavola, io non accetto di giocare andando a sedermi dove stanno i piccoli. Clark fa le presentazioni, i marmocchi sono molto d'aiuto e mi danno la possibilità di distrarmi dell'accaduto. Dopo una mezz'ora a giocare con loro decido di ritornare a casa.
《Allora scimmietta, io ora vado. Il regalo lo messo sotto all'albero fammi sapere se ti piace.》 Gli dico dandogli un bacio sulla fronte, avviso Crystal che vado via, saluto Gigi, Adelaide e Italia con un abbraccio e poi mi dirigo verso il padre e la madre di Sindy. 《Mi scuso per quello che è successo e per la mancanza di rispetto che ho avuto nei vostri confronti.》

《Non preoccuparti ragazzo. Sappiamo bene come è nostra figlia, a volte istiga le persone a dare i numeri》dice cordialmente il padre.

《Bisogna avere pasienza e credo che tu ne abbia molta》continua sua madre. Oh eccome se ne ho, credo pure troppa.

《Ma questo non mi permette di offendere vostra figlia.》

《Va tutto bene》sorride la signora, e non capisco da chi abbia preso Sindy  cioè ha dei genitori perfetti.

《Buonanotte signori. Buon Natale. 》Auguro prima di uscire dalla casa della mia vicina e andare nella mia. Quando sono arrivato nella veranda mi volto un'ultima volta nella sua direzione, e dalla finestra della cucina la vedo. E lì che mi guarda e sembra più triste che altro, e io non so come sentirmi. Infuriato, frustrato, nervoso...no, io non so come sentirmi. La guardo e tutto quello che vorrei e che si sentisse al sicuro con me, che non avesse paura delle sensazioni, che so per certo, solo io so regalarle.
Abbasso la testa rialzandola un minuto dopo, scuoto la testa sconfitto e entro in casa. Ho provato con tutte le mie forze a far si che si fidasse di me, ma non ho avuto risultati. Mi dispiace non vorrei perderla, ma ora basta non la rincorro più. E se un giorno spero non troppo lontano, lei prende la decisione di provarci sul serio le mie braccia saranno pronte per accorglierla.

Le ho fatto un regalo, veramente lo comprai a Londra ma non sembrava il caso di darglielo, e quindi ho aspettato il Natale come scusa. Spero le piaccia. Lo presi perché quando lo vidi sembrava essere caduto dal cielo. Ci ho messo anche una lettera dentro, e ricordo che quando la scrissi ridevo per il semplice fatto che sembravo un ragazzino alle prese con la sua prima cotta.

Mi butto sul letto senza neanche cambiarmi, e guardo il soffitto.
Spero solo che riesca a capire che sono l'unico che forse può salvarla, perché so che ci metterei tutto me stesso per farla risorgere. Ma per il momento mi fermo, mi metto in disparte. Tocca a lei ora  venire da me. E prego che se questo avviene le cose finiscano nel verso giusto,  prego che mi lasci entrare nel suo mondo lasciandomi il permesso di colorarlo di tanti colori eliminando per sempre il buio che si tiene dentro.

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