La serata ovviamente era più che conclusa e nel peggiore dei modi.
Eravamo rimasti a casa solo io e Justin perché ormai gli altri se ne erano andati, per via dell'umore generale del gruppo.
Portai a Justin il ghiaccio che gli ero andata a prendere, ricoprendolo con un panno e posandoglielo delicametamente sulle nocche.
«Jen guarda che non è niente.» disse abbozzando un sorriso.
«No invece, tienilo.» mi sentivo tremendamente in colpa e non riuscivo a non preoccuparmi.
E oltretutto avrei dovuto rivedere anche Irene.
«Jen, ma perché si è comportato in quel modo? Lo conosci?» mi disse ponendo la fatidica domanda.
«Lo conosco solo di vista, credo che conoscesse Sophie.» dissi raccontando la prima storia che mi veniva in mente.
Mi sentivo in colpa continuando a mentirgli ma non potevo dirgli la verità, sapendo quanto era protettivo nei confronti di sua sorella.
«Che nervoso guarda, gli avrei spaccato la faccia.»
Gli lasciai un bacio sulle labbra per cercare di tranquillizzarlo un po' quando sentii la porta di casa aprirsi e vidi che Justin si dirigeva verso sua sorella, probabilmente per chiederle spiegazioni.
Pregai che non si lasciasse scappare niente ma vidi che sorpasso Justin salendo le scale, come se niente fosse successo.
«Irene, vieni qui.» continuava a esortarla mentre lei saliva continuando a non interessarsi.
«Ma che le è preso?» chiese quasi a se stesso.
Alzai le mani in segno di resa facendogli capire che non ne sapevo sicuramente nulla.
«Vabbè le parlerò domani per chiarire questa storia. Se li trova tutti lei mamma mia.»
«Non dire così, non è colpa sua.»
«Ma quindi a che ora torniamo a casa tua?»
Ci pensai qualche secondo.
«Non saprei, devo tornare prima delle sei, anche se in realtà non mi interessa così tanto, tanto mamma sospetta già qualcosa.»
Salimmo in camera sua e lui si buttò sul letto.
«Sono stanchissimo.»
«Dormi.» gli dissi ovvia.
«No, vado a farmi la doccia, vuoi unirti?»
«No, me ne starò buona buona qui.»
«Va bene, non ci metto troppo.»
Disse appoggiando il telefono sul comodino e togliendosi la maglia.
Distolsi lo sguardo un po' imbarazzata mentre usciva dalla camera.
Mi guardai intorno per trovare qualcosa da fare.
Decisi di andare a parlare con Irene anche se ero arrabbiata perché volevo capire un po' di più di questa situazione.
Mi alzai dal letto senza fare troppo rumore e bussai alla sua porta.
«Justin levati che non sono in vena.»
«Sono Jennifer.» dissi piano.
Sentii uno sbuffo e dei passi in avvicinamento.
Aprì la porta di poco, sporgendosi fuori.
«Che vuoi?» mi chiese scocciata.
Rimasi leggermente sorpresa perché non era da lei essere così maleducata.
O forse ero io che non la conoscevo abbastanza bene.
Restai ammutolita qualche secondo non sapendo bene cosa dire al che la vidi alzare le sopracciglia in attesa.
«Non credi che dovremmo parlarne?» le dissi solo.
«Parlare di cosa? Di come ogni volta rovini tutto?»
Mi ritrovai incredula al suono di quelle parole.
«Se tu giri con dei buzzurri la colpa non è sicuramente mia!» dissi arrabbiata e colpita da ciò che aveva detto.
«No Jennifer, chiariamoci, non è colpa di Luke. Ci ho riflettuto bene sai. La prima volta tu sei venuta a rompere, parentesi, ha il diritto di fare ciò che vuole. La seconda volta che lo devo presentare a Justin tu ovviamente sei sempre in mezzo e fai casino.
Non dovevi nemmeno esserci oggi. È normale che poi Luke abbia avuto quella reazione. Ci arrivi?»
Risi senza umorismo per l'ironia di quella situazione.
«Sei ancora una stupida bambina viziata, non sai niente di come gira il mondo e sei appena uscita dal guscio perciò non ti biasimo neanche, ma dopo questo, quando capirai quanto stupida sei stata io sarò li a ridere, sia chiaro.» dissi con disprezzo e rabbia.
«Ah si? Cara cara Jennifer. Ti dico solo che non ti conviene sfidarmi perché quando qualcuno non mi piace faccio in modo che se ne vada, perciò ti conviene stare attenta, dato che ho molte cose da raccontare sul tuo conto, tra cui la prima il fatto che tu mi abbia portato ad una festa per maggiorenni dove la tua amica ha fatto drogare me e Luke perciò... E sappi che so essere anche molto convincente e persuasiva, soprattutto con il mio fratellone.»
Avevo i nervi a fior di pelle, non mi andava di essere minacciata da una ragazzina oltretutto più piccola di me.
Mi ero cacciata in una situazione di merda.
Letteralmente.
Andai via senza dire nulla, anche perché nella situazione in cui ero non avrei potuto nemmeno dire granché.
Mi sedetti sul letto fissando il vuoto, riflettendo.
Non sapevo proprio come muovermi.
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Stone Cold || Justin Bieber (#Wattys2016)
FanfictionJennifer, una ragazza insicura e infelice, intrappolata nella monotonia della sua vita, verrà catapultata nel mondo reale prima di quanto si aspetti. Copyright © All rights reserved